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#26 2012-10-16 21:45:27

Ancien joueur
Invité

Re: GDR: Collane magiche

Scusa piccolastilosa ma le partecipanti del GDR non hanno tempo PER ORA per scrivere....

 

#27 2012-10-31 20:52:35

eynis
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Re: GDR: Collane magiche

La preside fa un discorso noiosissimo. Non sono il tipo che si lamenta per ogni cosa, ma già il francese non è la mia lingua, è il primo giorno nella mia nuova scuola, è il primo giorno della mia nuova vita, e tutto comincia con un noiosissimo discorso della preside. Non lo sto neppure ad ascoltare, sono stanca e… impaziente. Possibile?
Possibile che sia impaziente di vedere la mia nuova classe.
Sì, penso che sia possibile, dopo tutto, questo è il primo giorno della mia nuova vita. niente più papà che mi obbliga a ballare, decido io se ballare o meno, niente più gare, niente più allenamenti. Mi sembra un sogno. Forse lo è, ma non l’ho ne ancora capito, e forse non voglio capirlo. Magari mi sveglierò sdraiata sul pavimento con un labbro rotto e un occhio nero. O nel letto di un ospedale in coma. Magari sono morta e questo è una specie di paradiso. No, non penso. Penso che questa sia la mia vita. niente botte, ospedale o paradiso. Solo la mia semplicissima vita.
Non mi accorgo neanche quando la preside finisce il discorso, lo capisco perché vengo travolta da un’onda di corpi umani contrari a me. Così inizio a seguirli anche io. E adesso sono nei casini perché non so da che parte devo andare, dov’è la mia classe e non so dove sono. Benissimo. La prossima volta imparo ad ascoltare i noiosissimi discorsi della preside.
Giro un po’ per l’istituto, più che altro segue la fiumaglia di gente che gira per l’istituto. Cerco di fermare qualcuno per chiedere delle informazioni, ma tutti mi ignorano come se fossi invisibile. Benissimo.
Sono assorta nei miei pensieri quando finisco contro qualcosa di alto e ampio. Alzo imbarazzata lo sguardo e vedo un ragazzo molto, ma molto carino, che svetta su di me. Deve essere alto almeno un metro e novanta, è altissimo! Ha i capelli lunghi fino alle spalle e sono di un castano strano. Gli occhi sono ambrati, bellissimi e… magici!
I lineamenti sono molto marcati e duri, quasi grezzi, per quello che posso vedere, visto che ha un cappuccio nero in testa.
È tutto vestito di nero. Anfibi, jeans, maglietta, felpa. Tutto! A tracolla, oltre a uno zaino, guarda un po’ te, nero della Easpak, ha anche una tracolla un po’ più piccola e sagomata. Posso intuire che contiene un violino.
violino! Io adoro quello strumento! penso trasognata. Poi mi riscuoto e alzo nuovamente lo sguardo sul ragazzo.
-Scu…scusa. Sono un po’ con la testa tra le nuvole…- bisbiglio in un pessimo francese.
Cosa mi succede?
Il ragazzo mi fa uno splendido sorriso bianco. -Non ti preoccupare. Il mio nome è Jacob. Non sei di qui, vero?-
è davvero così lampante?
-No, non sono di qui. È il mio primo giorno. Comunque il mio nome è: Rosalinda. Vengo dalla Spagna.- dico con un sorriso imbarazzato.
-La Spagna! Io adoro la Spagna!- esclama Jacob con un sorriso. Poi inizia a parlare in spagnolo.
Non mi rendo conto di quanto mi mancava la mia lingua fino a quando non la sento di nuovo.
Sì, mi mancava molto.
Inizio a parlare molto più piacevolmente.
-Abito con mia zia da pochi mesi. Non pensavo che fosse così difficile ambientarmi e iniziare a parlare una lingua che non è la mia.- dico con un sospiro.
-Non ti preoccupare. Qui si parlano tantissime lingue. C’è anche un corso di spagnolo, sono sicuro che sarai la migliore. E dopo ti ambienterai facilmente, sono tutti molto aperti, farai tantissime amicizie!-
La campanella interrompe il nostro discorso.
-E adesso cosa faccio? Non so in che classe sono!- esclamo di colpo triste.
Jacob mi fa uno splendido sorriso e mi prende una mano.
mi-pende-una-mano!
Oddio!
Giriamo per due minuti per la scuola e poi inizia a parlare in francese con qualcuno. Forse una segretaria.
In una pausa mi chiede, in spagnolo perfetto: -Rosalinda, come fai di cognome?-
Io cado dalle nuvole.
- García. Rosalinda García.- dico balbettando.
Sento che riferisce il mio nome alla “segretaria” e iniziano a discutere nuovamente.
Quando Jacob si gira ha in mano un foglio.
E un sorriso stampato in faccia. -Te guarda! Siamo nella stessa classe! Viene, allora, ti farò io da mentore per il primo giorno di scuola!-
Sono in classe con Jacob! Che bello! Forse non sarà poi così brutto!
Arriviamo in classe un po’ in ritardo. Il professore di… francese è già seduto alla cattedra e sta facendo l’appello.
-Signor Bonnet! Che bello averla in classe! Come sta suo padre? E sua madre?-
Come mai tutto questo interesse?
Chiedo spaesata guardando Jacob dal basso verso l’altro.
-E scommetto che la splendida ragazza con te sia…- guarda un attimo il registro. -La signorina García. Benvenuta! So che ha origini spagnole!- esclama con un sorriso, e anche con una voce, molto falso.
Io non ho il coraggio di dire niente. E forse neanche Jacob, anche se forse lui non ne ha bisogno di coraggio.
Mi prende di nuovo per mano e si dirige in un banco in fondo,misteriosamente vuoto.
Guardo un attimo i miei nuovi compagni.
Perché hanno delle “O” di stupore dipinte in faccia?
Mi chiedo sospetta.
Mi siedo accanto al mio nuovo amico e seguo tutta la lezione di francese. Penso che dovrò prendere delle ripetizioni. Questo è francese molto avanzato, e io non sono ancora a questo livello. Magari, se farò qualche amicizia, lasciando da parte quella di Jacob, per il momento, potrò farmi insegnare da .lei qualcosa, e allora diventerò una cittadina francese in piena regola!
Nella seconda ora abbiamo il professore di storia. Meno male che da quello che capisco, e che Jacob mi traduce, più che altro, capisco che sono indietro nel programma, e quindi io ho già studiato tutto.
Quindi posso perdermi nei mie pensieri.
Vado al tango. Non vedo l’ora di tornare a casa per esercitarmi! Davvero! Per quanto sia stata bella questa giornata,ho voglia di ballare tutta la mia felicità.


Sono una creatura fatta di lettere, un personaggio disegnato da frasi, il prodotto di una fantasia scaturita dalla narrativa.
 
 

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