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#51 2012-08-26 11:05:55

eynis
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Re: GDR:Princess of Rebilia

ragazze, scusate, ma dobbiamo scrivre solo di quando apriamo il libro, o anche di quando arriviamo a Rebilia? nei rispettivi regni?
domanda stupida, scusate, ma non sono stata motlo attenta a quello che avete detto, scusate! ouf

@marymaryangel: posso dirti una cosa. i puntini di sospensione sono solo 3. non prenderla come un'offesa, ma come un consiglio per migliorare! :)


Sono una creatura fatta di lettere, un personaggio disegnato da frasi, il prodotto di una fantasia scaturita dalla narrativa.
 

#52 2012-08-26 11:41:34

Ancien joueur
Invité

Re: GDR:Princess of Rebilia

OK grazie dell'osservazione applau comunque credo sia solo della parte in cui apri il libro, beh tutte abbiamo fatto così (anche io) mang

 

#53 2012-08-26 12:55:27

Ancien joueur
Invité

Re: GDR:Princess of Rebilia

Parleremo di revilia, del castello,vdeo regno e i rispettivi dominii nel terzo post, che non vedo l'ora di iniziare a preparare star

 

#54 2012-08-26 18:19:36

charlotte-c
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Re: GDR:Princess of Rebilia

Non ebbi nemmeno il tempo di girare la pagina che un rumore di passi mi colse alla sprovvista, mia madre! Buttai il libro sotto al letto, lui con tutte le carte. Avrei nascosto meglio le mie cose il giorno dopo; dubitavo, o almeno speravo, mia madre si mettesse a frugare tra le mie cose.
Sentii la rabbia montare di nuovo nella mia testa, offuscandomi i pensieri, sentivo solo che qualcuno mi impediva di fare ciò che avrei sempre voluto fare.
Io volevo vedere cos'era, volevo dimenticarmi della realtà e leggere, colmare i miei dubbi.
Serrai i pugni.
Cercai di tornare fuori dall'abisso in cui ero precipitata, nei burroni precipitavo costantemente, ma quello era un abisso.
Un abisso in cui sarebbe meglio non incontrarmi.
Sentivo una rabbia cieca. Che gli altre erano sbagliati. Che tutti gli altri erano sbagliati, loro con le loro regole, con i loro ridicoli tentativi di aiutarmi, con il loro giudicare senza conoscere.
Non sapevano che si provava... loro non sapevano nulla!! Niente di me!! Potevano sentire quanto soffrivo ogni secondo della mia vita?? Come mi arrabbiassi senza motivo.
Non potevano capirlo! Non potevano!
Non sapevano cosa si provasse, non potevano; ma come avrebbero potuto? Loro erano perfetti! Loro con le loro vite perfette!
Che ne sapevano di quello che provavo??
Una mano... qualcosa di caldo strinse la mia mano, o meglio il mio pugno, si adagiò con are protettivo sul mio pugno, come a volerlo proteggere. Come a volermi proteggere dal male che io stessa mi infliggevo. Non apposta, ma sapevo che in realtà accadeva.
Ma quello volta la sua minuta mano, quella sua pelle marmorea, quei suoi capelli neri, quei suoi occhi grigi, argentati quasi... quella volta lei non poteva aiutarmi. Non le sarebbe bastato darmi una mano, non le sarebbe bastato perché parte della rabbia che provavo era contro di lei.
Contro di lei che mi proibiva di fare qualcosa, contro di lei che avrebbe dovuto capirmi e che invece non mi capiva.
Strizzai ancora di più gli occhi.
Cercai di dare un senso a quello che mi stava accadendo, ma qualcosa nel mio cervello scattò all'improvviso, in reazione a qualcosa... a qualcosa... ma cosa?
Avevo la mente troppo offuscata per cogliere cosa sentivo, cosa aveva fatto scattare quella leva... quella leva che mi stava facendo addolcire.
Pian piano riuscii ad aprire gli occhi, ero ancora un po' confusa. Frastornata ma la rabbia era svanita.
Quando la vista mise a fuoco vide mia madre, stava muovendo le labbra, gli occhi grigio/argento sembravano una tempesta d'amore.
O almeno era quello che trasmettevano, pochi secondi dopo anche le orecchie colsero cosa  aveva già percepito il mio cervello.
Ecco perché mi ero addolcita, erano poche note, otto o nove, ripetute all'infinito. Melodiose e armoniche.
Celestiale, una ninna nanna. Una canzone. Una ninna nanna. La conoscevo. Me la cantava sempre quand'ero piccola.
Mi ritrovai a sorridere al pensiero.
I miei occhi avevano perso quel colore minaccioso. O almeno quella sfumatura dovuta al mio sguardo minacciosa.
Caddi in grembo a mia madre.
L'abbracciai, e insieme a lei anche le coperte. Lei continuò a intonare quella canzoncina, mentre mi passava le mani tra i capelli.
Volevo solo dormire, solo lasciare i pericoli della vita reale agli altri.
Sprofondai abbracciata a mia madre. Provavo uno strano senso di amore incondizionato.
MI chiesi come facevo a sopportare di vivere ogni momento in momenti neri? Essendo sempre così arrabbiata? Sognai che tutto rimanesse così.
Tra le braccia di mia madre, con quella dolce canzoncina che tanto mi cullava, che mi portava lontano dal male, lontano dai momenti neri.
Sognai che tutto rimanesse così... lo sognai finché non mi ritrovai a sognare veramente...

- Jacqueline? Hai finito la canzone? - Mi guardai mentre trotterellavo felice verso mia madre, sembravo un paio d'anni più giovane.
Porsi un foglio a mia madre, dalla curiosa posizione alta/di fianco a intermittenza da cui mi trovavo era difficile comprendere cosa ci fosse scritto, ma capii che era una canzone per il violoncello, ebbi una nota di malinconia. Di nostalgia.
Mia madre strabuzzò gli occhi, sembrava cinque volte più giovane e felice.
- Ma... ma... è fantastica piccola mia! - le sorrisi,  io con quel mio momento dolce bambina, poi notai una cosa, non avevo gli occhi ambrati.
Erano grigi/argento; come quelli di mia madre. Che significava? Perché avevo gli occhi di mia madre?
Mi scrutai, non assomigliavo a come ero nella realtà, non avevo quell'aspetto infantile dei momenti dolce bambina e assolutamente non ero in un momento nero.
Ero solo una tredicenne.
- Mamma, l'anno prossimo andrò al liceo! Non sono più una bambina! - ma dalla mia bocca non poté che uscire un sorriso e una lieve risata.
Notai solo in quel momento che quella non era casa mia. Era molto più moderna.
Le pareti bianche presentavano un numero indefinibile di ghirigori neri. Molto eleganti e moderni allo stesso tempo.
Era un salotto, un tavolino in vetro nero dalla forma triangolare era sostenuto da qualche gamba di metallo.
I divani in pelle erano candidi come la neve.
A terra c'era un moquette nera con sopra altri tappeti circolari bianchi.
Quella stanza era stranamente claustrofobica.
C'era qualcosa di sbagliato in quella stanza, di falso. Ed io odiavo le falsità.
Poi mi rividi, così diversa eppure sorridente.
Ero felice.
Ma una felicità diversa da quella che raramente trovavo, ero spensierata.
Mi invidiai, poi non potei fare a meno di sorridere. Per quanto tutto quello potesse essere  falso, stranamente passava in secondo piano.


Mi svegliai stanca, i ricordi ancora molto confusi.
Eppure sentivo il peso della rabbia e della delusione.
Ero in un momento nero.

Appena riuscii a trovare un buon nascondiglio scesi di sotto per far colazione. In realtà era quasi l'una, quindi avrei fatto un'antipasto.
Mia madre mi lasciava dormire così tanto solo perché avevo appena avuto la febbre.
Quando avevo la febbre invece una volta mi ero svegliata alle quattro del pomeriggio.
Perché mia madre non mi aveva svegliata.
Si preoccupava decisamente troppo per me.
Notai che non mi aveva sentita, stava leggendo un libro con i piedi sul tavolo, indossava delle All Star, era un paio delle mie. Anche se ne avevo poche.
Mia madre aveva la taglia di una ragazza. Quindi le stavano le mie scarpe, indossava un foular, un paio di short e una canottiera bianca. La cosa strana è che nonostante l'età il tutto non le stava troppo male.
La invidiai nuovamente, io alla sua età qualcosa del genere me lo sarei sognata. Mentre lei poteva permetterselo.
Poi l'attimo dopo la rividi com'era, era una ragazza.
Alla fine si era fermata a quell'età.
Non è mai stata una ragazza madre, eppure in quel momento lo sembrava.
Sembrava una ragazza a cui era caduta la responsabilità di una figlia sulle spalle, e non una figlia qualunque.
Una figlia come me.
Forse erano gli abiti da ragazza, forse era che stava leggendo un libro per una fascia d'età  ai quindici ai vent'anni.
Non so cosa fu. Ma so che mi fece pena. Che mi sembrò veramente una ragazza.
Una ragazza che non aveva mai finito il liceo per dedicarsi alla sua passione e al suo sogno, cose che aveva dovuto rinunciare per me.
Per me e mio padre.
Sorrisi.
Le volevo bene.
- Ciao, come va? - tolse il libro dal volto e fui investita da quel colore tempestoso.
Da quegli occhi argento.
Non sapevo che rispondere.
Cosa dire a mia madre? - Grazie a te bene... - sapevo che l'avrebbe fatta sentire meglio, e infondo infondo era vero.
- Oggi posso andare agli allenamenti di scherma visto che sono guarita? - chiesi speranzosa.
Avevo bisogno di sfogarmi. E di proteggere mia madre.
Che in quel momento mi sembrava così indifesa.
Sentii il vuoto che spessoo sempre) accompagnava le mie giornate farsi più intenso.
Sembrava strano ma alla fine io tenevo taciuto ciò che provavo.
Nonostante nessuno lo capisse alla fine era quella la verità.
- E il dottor Lamb... - un grido squarciò l'aria, impedendo a mia madre di finire la frase.
Ero stanca di stare zitta! Di tutto! Ero stanca di tutto!
Il mio grido... il mio grido. Lo risentii, disperato, ecco cos'era; io ero così? Ero disperata? In fondo sapevo che la risposta era sì. Io ero disperata.
Era davvero disperata e sembrava... sembrava stessi provando dolore, ma un dolore fisico.
Un forte dolore fisico. Eppure io ero ancora tutta intera.
Non mi avevano fatto niente, nessuna ferita.
Anche se quella che avevo era decisamente più dolorosa, era una ferita all'anima.

Il rumore famigliare dello sferragliare mi fece sentire un po' meglio, vedevo il mio avversario come una minaccia. Il mio fioretto si scontrò contro il suo.
Dovevo vincere, non potevo perdere.
Non potevo perdere perfino me stessa, non potevo perdere perfino mia madre.
Se avessi perso... no... non volevo pensarci.
Non avrei permesso che una stupida persona che si nascondeva dietro una maschera e una tuta bianca, immacolata, mi sconfiggesse.
Lasciasse morire me e mia madre.
Nonostante ciò che era successo una paio d'ore prima io le volevo bene.
Io la volevo proteggere.
Avevo un desiderio irrefrenabile di rendere meno puro e immacolato il mio avversario.
Era uno strano desiderio.
Strano davvero.
Ma non potevo veramente permettere che accadesse. No che non potevo.
Come avrei potuto d'altronde? Come?
Continuai imperterrita a seguire le mie tecniche, colpisci, inganna e schiva.
Passo avanti e passo indietro.
Lato, destra e sinistra, destra e sinistra. Non potevo, non dovevo fare un passo falso.
Se no avrei perso.
Passo avanti e... colpito.
- Brava Jackie, che mossa! - il mio avversario si tolse la maschera e rivelò il volto del mio compagno.
Uscii dal mio mondo spietato e tornai nella realtà - Grazie - dissi piano.

Indossavo il mio vestito lungo fino al ginocchio, con quei ricami riccioluti e ottocenteschi. Dal colore dorato.
In quel vestito color pesca con le maniche corte a palloncino.
Con quei nastri dai colori dalle tonalità del rosa cipria che si intricavano in una complessa cintura e si intrecciavano in tutto il corpetto. La gonna ampia si adagiava leggermente sulle ginocchia dove presentava una rientranza.
I capelli erano intrecciati in un insieme di treccine che si intricavano formando uno chignon.
Avevo ancora il fioretto in mano, stavo facendo pratica in camera mia.
Nella mia camera dark.
Mi ero esercitata così tanto che ogni movimento mi tirava i muscoli in modo straziante. Ma non potevo smettere, non in quel momento, non in quel momento. Volevo vincere, e i vincitori non si arrendono solo perché sono stanchi.
Le ballerine dorate mi facilitavano il compito di girare per tutta la stanza muovendo il braccio sinistro con fare insistente, sentivo che molte ciocche mi ricadevano sulle spalle per colpa delle mille giravolte che avevo compiuto.
Mi sentivo impregnata di sudore, il che mi faceva alquanto schifo.
Ma continuavo, continuavo imperterrita.
Senza fermarmi nemmeno per pochi minuti, dovevo solo continuare, continuare contro ogni logica. Riuscii a smettere solo quando fui così stanca da far fatica a stare in piedi
Mi sedetti sul letto.
Sfinita.
Non ero più riuscita a parlare con mia madre quel giorno.
A spiegarle quanto mi dispiacesse per quella mattina.
Perciò mi avvicinai all'armadio.
Presi fuori il libro.
Toccai di nuovo la superficie dorata e rovinata.
Passai un dito sulle parole argentate incise.
Mi feci coraggio, mia madre non c'era.
Aprii il libro "questo libro è speciale, volta la pagina e capirai", il panico si insediò dentro di me, e se mia madre avesse avuto ragione? E se non avessi dovuto girare la pagina? Ma la curiosità ebbe la meglio su di me.
Alla fine, ma per il momento fissavo la pagina. E se ciò che mi avrebbe aspettato non mi sarebbe piaciuto.
Annusai, odorava di fuoco e... cos'era? Odorava di... oro?? Com'era possibile.
Mi incuriosii fin troppo.
Girai la pagina ma... dovetti chiudere gli occhi.
Avevo strane fitte allo stomaco.
Mi sentivo vuota.
Non capivo niente.
Per un attimo pensai che i medici si sbagliavano, che avevo la stessa malattia di mio padre.
Che sarei morta, mi aggrappai alle pagine.
Non poteva succedere.
No.
No.
Eppure avevo la vista annebbiata, sentivo di perdere conoscenza.
Di essere vuota.
Il cuore batteva veloce, troppo veloce, per poi ogni tanto fermarsi per più tempo del dovuto.
Ma non poteva succedere.
Non in quel momento, dovevo ancora scusarmi con mia madre.
Non prima di aver capito qualcosa...
Aprii gli occhi a fatica, le pagine erano bianche... le cominciai a sfogliare con mani tremanti... bianche!! Tutte bianche!! La rabbia ebbe la meglio su di me e urlai! Urlai! Urlai a squarciagola, ma non come quella mattina, quella fu peggio.
Fu dolore... poi riguardai le pagine... e se fosse stato quello? E se fosse stato quello a uccidermi.
Respirai due boccate d'aria, le ultime che mi rimanevano.
Strinsi il libro.
Cercando di aggrapparmi a qualcosa, continuai a sfogliare le pagine, mentre mi contorcevo...
Ma non riuscii a finire di sfogliarle che... no... no... non poteva essere vero.




dopo farò un paio di modifiche

Ultima modifica di charlotte-c (2012-08-26 22:22:36)


W le firme senza senso!
≈•The∞Lucky∞One•≈
 

#55 2012-08-26 19:04:38

Ancien joueur
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Re: GDR:Princess of Rebilia

Bellissimo il pezzo cami!!star
chi altro manca?

 

#56 2012-08-26 19:13:54

charlotte-c
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Re: GDR:Princess of Rebilia

Grazie!! È bello davvero???
Comunque manca Marianna, che mi ha detto che lo iniziava a scrivere.
Poi mancano haru e serena, che devono scrivere però del loro arrivo a Rebilia e poi mi sembra manchi choco. Qualcun'altro?


W le firme senza senso!
≈•The∞Lucky∞One•≈
 

#57 2012-08-26 19:19:04

Ancien joueur
Invité

Re: GDR:Princess of Rebilia

ok, mi sembra nessun altro   procediamo benone =)

 

#58 2012-08-26 19:19:23

eynis
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Re: GDR:Princess of Rebilia

io spero di riuscire a pubblicare il pezzo entro questa sera, al piu' tardi domani sera. ma spero di riuscirci per questa! sono a buon punto, piu' o meno!


Sono una creatura fatta di lettere, un personaggio disegnato da frasi, il prodotto di una fantasia scaturita dalla narrativa.
 

#59 2012-08-26 22:23:35

charlotte-c
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Re: GDR:Princess of Rebilia

sono curiosa di vedere il tuo post star !
comunque ho fatto qualche piccola modifica nell'ultimo "paragrafo" del mio.


W le firme senza senso!
≈•The∞Lucky∞One•≈
 

#60 2012-08-28 10:27:54

Ancien joueur misteriosa98
Invité

Re: GDR:Princess of Rebilia

Uhm... avrei una domanda u.u Ma quando le principesse arrivano a Rebilia il libro "viaggia" con loro? D:

 

#61 2012-08-28 10:43:01

Ancien joueur
Invité

Re: GDR:Princess of Rebilia

Beh potrebbe essere un libro di incantesimi per i nostri pg ^^ è una proposta, Ludo cosa te ne pare?

 

#62 2012-08-28 14:03:58

chocola88
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Re: GDR:Princess of Rebilia

Scusate ragazze se non ho postato è che mi ritrovo con l'influenza e mi sento tutta 'rotta' non riesco proprio a scrivere tanto <.<


Do I wanna know ?
 

#63 2012-08-28 16:48:14

eynis
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Re: GDR:Princess of Rebilia

io posterò questa sersa! mi dispiace tantissimo! è che ieri, per tutto il girono, non ha funzionato internet in tutto il paese! >.< a dire il vero non so neanche se posso postarlo, perchè sono dai miei nonni e qui prende, ma non posso copiare niente da word, e quindi devo aspettare di essere a casa e non so se funzionerà quando arrivo! scusatemi tantissimo per l'imprevisto!


Sono una creatura fatta di lettere, un personaggio disegnato da frasi, il prodotto di una fantasia scaturita dalla narrativa.
 

#64 2012-08-28 20:18:05

Ancien joueur
Invité

Re: GDR:Princess of Rebilia

Direi...che il libro se volete puó venire, ma la cosa degli incantesimi nom si puó fare.
Mi dispiace

 

#65 2012-08-28 21:17:37

Ancien joueur
Invité

Re: GDR:Princess of Rebilia

Ah ok va bene

 

#66 2012-08-29 20:16:48

Ancien joueur misteriosa98
Invité

Re: GDR:Princess of Rebilia

Posto l'arrivo a Rebilia *^*



Per qualche secondo non vidi niente, solo una strana luce rossa, poi mi sentii ricadere su un pavimento duro.
Ero caduta dal letto forse?
Perplessa, aprii gli occhi –anche se non mi ricordavo quando mai li avesse chiusi- e mi guardai intorno.
Per poco non mi venne un infarto.
Quella che vedevo non era la mia stanza: la luce della finestra veniva da una direzione sbagliata, anzi… ora che ci pensavo perche’ veniva della luce dalla finestra? Non erano le dieci di sera? Eppure la lampada sul soffitto non era accesa, in effetti non c’era proprio nessuna lampada.
Abbassai lo sguardo: stringevo convulsamente la chitarra nella mano sinistra e la borsa nella destra. Le nocche mi erano diventate bianche dallo sforzo. Mi imposi di rilassare le dita e di mantenere la calma.
Chiusi gli occhi. Bene, probabilmente il caffe’ che mi ero bevuta era troppo forte, gia’ decisamente troppo.
Feci alcuni respiri profondi e decisi di contare fino a dieci, poi avrei riaperto gli occhi e mi sarei ritrovata nella mia cara cameretta familiare. Proprio cosi’.
Iniziai a contare a mente, lentamente.
Uno. Due Tre. Quattro Cinque. Sei. Sette. Otto. Nove. Dieci.
Un altro paio di respiri profondi, tanto per sicurezza.
Dopo di che’ mi azzardai ad aprire gli occhi.
Lo spettacolo intorno a me non era cambiato per niente, anzi: sembrava ancora piu’ realistico. E terrificante.
Stavo forse sognando? Impossibile. Ricordavo con precisione di aver aperto il libro e… Oh, e poi era tutto cosi’ reale!
A pochi passi da me vidi il libro, gia’ proprio “Le principesse di Rebilia”. Fu quello a darmi lo slancio per alzarmi in piedi, come se dentro il libro ci fosse una bomba, o qualcosa di peggio.
Di sicuro non era normale, comunque.
Mi misi la borsa a tracolla e strinsi tra le dita il manico della mia chitarra: c’era lei a proteggermi. Sentire il legno lucido a contatto con le mani tremanti era in qualche modo… rassicurante. Sapeva di casa.
Un ultimo respiro e iniziai ad osservare con piu’ attenzione il luogo dove ero finita. Si, perche’ ora ne ero proprio sicura: mi ero materializzata in quella stanza, non avevo idea di come fosse successo, ma ero arrivata li’ in qualche modo. Magico, probabilmente.
Mi sfuggi un sorriso, io che non avevo mai creduto in quelle storielle fantasy ora ero convinta che la magia mi avesse teletrasportato! Eppure… non c’era altra spiegazione.
La stanza dove ero finita era senza dubbio una camera da letto: davanti a me c’era un imponente letto a baldacchino, con tanto di tende di velluto rosso e cuscini dorati.
C’era un inconfondibile stile molto antico, a cominciare da letto –non se ne vedevano tutti i giorni letti a baldacchino!- ma anche gli altri mobili lo erano… L’armadio dalle ante spesse e ricoperte di decorazioni, la poltroncina delicata rivestita di seta, quel dipinto incorniciato sopra il letto che ritraeva una ragazza stranamente familiare, lo scrittoio e la sedia di legno massiccio…
Un momento, un momento!
Quella ragazza familiare del dipinto… Oh, maledizione, quella ragazza ero, ero… io?
Mi avvicinai a piccoli passi, quasi intimorita da un contatto ravvicinato.
Ma una volta a pochi centimetri dal dipinto non avevo dubbi, quella ragazza era identica a me. Eppure… eppure cosi’ diversa!
L’abito che portava –o perlomeno la parte superiore che era visibile- era di velluto rosso, con ricamature dorate… decisamente antico. I capelli, cosi’ spaventosamente identici ai miei, erano raccolti in un’acconciatura d’altri tempi e vi era adagiata sopra una specie di coroncina dorata.
L’espressione era allegra, sorridente e rilassata… non ricordavo di essermi mai vista cosi’ nello specchio del bagno.
Nonostante tutte quelle differenze pero’… i suoi occhi erano della stessa sfumatura di castano tendente al rosso dei miei, i lineamenti del naso e della bocca identici.
Portava le mani intrecciata in grembo, le unghie ben curate al contrario delle mie. E sull’anulare destro…
Per poco non mi sfuggi un grido.
-Non e’ possibile…- mormorai a mezza voce, gli occhi spalancati.
Alzai la mano destra, tremante come una foglia.
Infilato nel mio anulare destro, delicato ma evidente, c’era un anello d’oro con intagliata sopra una piccola fiammella.
La ragazza del dipinto portava lo stesso anello.
Uguale.
Scossi la testa e chiusi di nuovo gli occhi.
Uno. Due. Tre. Quattro. Cinque. Sei. Sette. Otto. Nove Dieci.
Uno. Due. Tre. Quattro. Cinque. Sei. Sette. Otto. Nove. Dieci.
Respira, respira, respira!
Ma quando riaprii gli occhi e li fissai in quelli della ragazza –la loro copia perfetta- per poco non mi sfuggi’ la chitarra di mano.
-Non e’ possibile.- sussurrai di nuovo. –Non e’ possibile, non e’ possibile, non e’ possibile!-
Cercai disperatamente di ricordarmi dove avessi comprato l’anello, rividi con gli occhi della mente tutti i negozi, i mercatini, le bancarelle dove avevo girovagato in cerca di qualcosa a buon prezzo… eppure, non riuscii a fissare l’immagine di me stessa che compravo l’anello in nessuno di quei luoghi.
Poi… di colpo si fece largo tra gli altri un nuovo ricordo, molto piu’ confuso… come se stessi guardando qualcosa attraverso una pellicola trasparente.

Un sorriso gentile, due occhi chiari e luminosi, una tenda di capelli morbidi e lucenti.
Era questo cio’ che vedevo. Sentivo di voler abbracciare quella donna stupenda eppure non potevo. Agitavo le braccia, senza alcun risultato.
Una risata cristallina, lontana… eppure cosi’ vicina.
Delle dita delicate, sfilavano un piccolo anello e lo adagiavano sotto il mio cuscino. Un momento… perche’ avevo un cuscino? Non stavo dormendo…
Avrei voluto voltarmi e guardare meglio quel piccolo oggetto, ma i miei occhi erano come incollati a quelli luminosi che avevo di fronte a me.
Le sue dita delicate si avvicinarono al mio viso, mi sfiorarono la guancia. Una carezza, un tocco leggero, degno di un angelo.
-Tornero’ presto mia piccola Blair.- una voce dolce e rassicurante.
Una promessa che non venne mai mantenuta.
Non ritorno’ mai piu’.

Tornai in me stesso solo quando sentii qualcosa di caldo e bagnato sulle guancie.
Stavo piangendo? Impossibile.
Mi asciugai in fretta e furia le lacrime bollenti con i dorsi delle mani, sperando che nessuno mi avesse vista.
Poi mi ricordai, non c’era nessuno che potesse vedermi. Ero sola.
Sospirai.
Possibile che quello fosse un ricordo vero? O era solo un prodotto della mia immaginazione? Infondo avevo solo due anni… come avrei potuto ricordarla? Come avrei potuto ricordare… mia madre?
Mi guardai intorno. Tutto quello era solo un prodotto della mia immaginazione?
Stavo sognando? O forse ero solo impazzita? Erano allucinazioni, quelle?
Non ebbi il tempo di verificare se fossi effettivamente uscita fuori di testa, il rumore di passi che si avvicinavano velocemente si fece largo tra i miei pensieri e presi alla fretta una decisione.
D’impulso mi buttai sotto lo scrittoio di legno, trascinandomi dietro perfino la borsa e la chitarra.
Appena in tempo.
Proprio mentre sistemavo la sedia di fronte a me, in modo che mi coprisse sentii lo scricchiolare della porta che si apriva, e gli stessi passi di prima entrare.
Cercai respirare nel modo piu’ silenzioso che mi fosse capace e intanto, i miei occhi corsero al libro che giaceva a pochi passa dalla finestra.

 

#67 2012-08-29 20:18:47

eynis
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Re: GDR:Princess of Rebilia

Mia madre vide che ero ferma sui gradini di casa e mi si avvicino'.
-Tesoro, cosa succede? perche' non vai alla festa?- chiede avvicinandosi.
Io sono immersa nei pensieri del libro, e piu' probabilmente dello scherzo. Pero', deve costare molto far stampare un libro solo per scherzo.
-Tesoro, cos'hai in mano?- chiede mia madre.
Io mi risveglio dai miei pensieri e la guardo. -Niente. Ho dimenticato una cosa in camera. La vado a prendere subito!- dico con il sorriso piu' falso del mondo. Non mi piace mentire a mia madre, ma qualche volta e' un po' troppo impicciona per i miei gusti!
Salgo in camera come una furia e mi chiudo a chiave la porta alla spalle. -Merry! Merry! Dove sei?- chiedo al nulla. spero solo che mia madre non senta, perche' mi rendo conto di sembrare davvero una matta. urlo al nulla per chiamare la mia sorella morta.
Wow! chiamate uno psicologo! magari proprio il dottor Morrison, lo strizza cervelli che mi ha ''curato'' quando non uscivo piu' di casa.
dio, quanto odio gli psicologi! sempre convinti di sapere tutto di tutti! ma chi si credono di essere! solo perche' hanno studiato un prototipo di cervello umano non vuol dire che tutte le persone siano uguali! che tutti provino gli stessi sentimenti!
e che diavolo! non potete conoscere le menti umane meglio del proprietario!
se non si fosse capito, io odio i medici in generale, ma piu' di tutti, odio gli psicologi!
arriva Merry a distrarmi dai miei pensieri cupi.
-Cos'hai da sbraitare!- mi urla in un orecchio. io sobbalzo e mi giro verso la sua figura sfuocata.
non ho neanche sentito l'alitata gelida tipica di quando mi si avvicina. che mi succede?!
le faccio vedere il libro. -devo nasconderlo dalla mamma! posso usare il tuo nascondiglio segreto?-
Merry alza le spalle. -Alisson. perche' me lo chiedi? sono morta ! puoi fare quello che vuoi con le mie cose!- sbuffa annoiata.
sbaglio, o la mia adorata sorellina sta diventando un po' acida? dov'e' l'adorata sorellina sempre gentile con tutti, timida, troppo dolce e tenerissima? ridatemi mia sorella! questo e' un mostro questa e'... oddio! sono io!
mi ritornano alla mente tutti i discorsi di mamma e papa', quando eravamo piccole, perche' rispondevo, ero troppo vanitosa, troppo altezzosa, troppo acida con le persone. si, quella che ho davanti agli occhi sono io. e' la mia tipica risposta, se fossi morta e mia sorella fosse in grado di vedermi.
certo, adesso non sono piu' cosi'. sono un misto tra me e Merry, ma lei, invece sta diventando solo me! non posso credere di aver trasformato la mia adorata sorellina in... un mostro!
devo scacciare questo pensiero! devo andare alla prima mia festa importante! con Josephine! con tutta la cream de la cream!
Alisson, calmati. nascondi il libro e corri alla festa.
la mia camera e' cambiata molto da quando e' morta Merry. e' una camera molto grande, quasi quaranta metri quadrati, ma d'altronde, prima c'era due di tutto. due letti, uno accanto all'altro, due bagni esterni alla camera ma comunicanti fra loro, due armadi i ciliegio, due scrivanie, due comodini, due librerie, due computer. il soffitto era di un bel beige chiaro, pieno di ghirigori dorati, le pareti erano lilla e rosa, il nostro colore preferito, o meglio il colore preferito di Merry, e io l'avevo accontentata. sulla parete dietro ai nostri letti c'era un dipinto di nuvole e castelli dorati. sembrava una camera di principesse. certo, quella camera era durata fin troppo, da qualche anno io e Merry chiedevamo di cambiarla, ma i nostri genitori non avevano mai tempo. almeno fino a quando e' morta Merry.
da quando e' morta mia sorella, tutto quello che era suo e' andato in soffitta.
pochi giorni dopo il funerale hanno chiamato un arredatore di interni e un imbianchino.
il soffitto beige e' diventato bianco, anche se i ghirigori dorati sono rimasti, ma quelli mi sono sempre piaciuti. le pareti rosa e lilla sono diventate azzurre, di un azzurro cielo vivace. le scrivanie da bambine sono state sostituite con una piu' grande e spaziosa, bianca, e priva di ricordi. il pavimento di moquette e' stato tolto ed e' comparso il parquet di ciliegio scuro. gli armadi sono scomparsi. dei due bagni ne e' rimasto solo uno, che e' stato pitturato sempre sui toni dell'azzurro e del blu. al posto del bagno di Merry e' comparsa una cabina armadio enorme. i due lettini rosa e infantili sono stati sostituiti da un letto a una piazza e mezza bianco, con la testiera alta e morbida.
e' stato comprato tutto un servizio di lenzuola e cuscini di un unico colore. azzurro. i cuscini, sempre sparsi per la camera, sono diventati bianchi, blu e azzurri, e non pi' lilla, fucsia, viola e rosa.
al posto del dipinto dei castelli fiabeschi e' comparso un meraviglioso paesaggio notturno. in lontananza si vedono le luci di una citta' lontana dal tempo, e davanti alla citta' si apre un bellissimo lago dalle acque calme e scure. la luna si riflette sull'acqua, cosi' come le luci della citta' lontana. ai lati del dipinto si vede sfuocato un bosco scuro e tetro.
il nuovo dipinto dietro la testata de letto mi piace molto di piu' di quello con i castelli fiabeschi. mi da un senso di realta' che l'altro non dava.
comunque, mi piego sotto il letto e vedo di tutto. scarpe, vestiti, libri, un giorno o l’altro dovro' decidermi a dare una ripulita.
ma nonostante tutto il disordine vado dritta a un punto preciso del pavimento.
Merry era riuscita a creare un piccolo buco dove nascondeva i suoi tesori. anche se a quel tempo c'era la moquette lei l'aveva tolta e aveva tolto anche il parquet che c'era prima. quando avevano risistemato il paquet di ciliegio, quello che c'era sotto la moquette, io ho ricreato il piccolo nascondiglio. ci sta giusto giusto il libro. lo lascio li', dove sono sicura che la mamma non cerchera', e corro fuori spedita, verso la mia macchina.
nonostante tutti i ritardi, arrivo alla fesa di Josephina in perfetto orario.
sono costretta a parcheggiare un po' distante dalla casa, o meglio, villa, dei genitori di Josephina, perche' tutto il garage, immagino, e la via della casa, sono piene di macchine. farsi mezzo chilometro a piedi su questi tacchi vertiginosi, devo ammettere che non e' proprio il massimo, ma ce la faccio.
dalla mia parte c'e' che nessuno mi conosce e tutti si sono dimenticati di me.
e' stato un puro caso se Josephina mi ha invitato alla sua festa. eravamo amiche da bambine. ma io ero bella, senza vantarmi, ma sono sempre stata una bellissima bambina, come lo era Merry, e lei era bruttina. e poi ci siamo lasciate come amiche, come ho lasciato tutti, d'altronde. Joli' ha deciso tutto per me. ha deciso che la sua festa sarebbe stata la mia ascesa per tutto. per la candidatura a reginetta del ballo per quest'anno, per farmi conoscere da tutti, per dimenticare il passato. e io ci ero stata. perche' devo ammettere che da quando mi sono ripresa m stanca stare sola e non partecipare alle feste. dopo tutto, io sono nata per questo! sento gia' l'adrenalina scivolare nelle vene.
adesso sono davanti ai cancelli della villa. mamma mia se e' bella! sara' cinque volte piu' grande della mia, che non e' per niente piccola!
rimango cosi'. davanti al cancello con la bocca aperta per lo stupore.
Alisson! diamine! sveglia! non puoi fare la figura della stupida gia' i primi cinque minuti! Joli' ti aspetta in casa! sbrigati!
giusto.
festa=entrata in societa'. devo sbrigarmi.
sicura di me mi dirigo verso l'ingresso principale della villa. proprio davanti alla porta trovo Joli' in un bellissimo vestito moderno verde smeraldo, come i suoi occhi. e' abbastanza semplice, qualche mazzetto di fiori di stoffa qua e la', il vestito ha uno scollo abbastanza, troppo, profondo, che fa vedere tutto il suo decolté. e uno spacco vertiginoso che arriva quasi all'inguine, meno male che quella parte e' coperta da un velo di tulle dorato, che stacca un po' dal vestito.
porta dei meravigliosi sandali dorati e vertiginosi, tacco venti, direi, ancora piu' alti dei miei! come fara' a muoversi? comunque. i sandali dorati si intrecciano su per la caviglia e finiscono con un bellissimo fiore, sempre di stoffa, ma che sembra quasi vero.
poi ha degli orecchini esagerati, senti chi parla!
poi, al collo, ha una collana molto semplice e dorata, e' una cascata di fiori.
il trucco, per me, e' un po' troppo pesante. il rossetto e' molto tenue, molto chiaro, quasi color carne, ma si vede che ha messo un po' troppo fondotinta e gli occhi sono troppo pieni! ha delle lunghe ciglia finte, ombretto e matita dorate e sulla fronte e sul decolté sono sparsi brillantini verdi.
tutto troppo pacchiano. e naturalmente anche le unghie sono dorate.
i capelli sono la cosa piu' bella. sono neri. e pieni di boccoli perfetti. qua e la' si intravede qualche piccola forcina dorata, che tiene in piedi la complessa acconciatura.
guardandola tutta senza osservare particolare per particolare, e' molto bella.
ma non la invidio! sono molto pu' bella io!
con il mio vestito di lustrini, l'abito anni venti, l'acconciatura perfetta, il trucco non troppo pesante e la pochette e le scarpe in perfetta sintonia. saro' anche mono colore, ma in certe occasioni e' meglio non farlo notare troppo.
ma forse mi sbaglio. mi sono fatta notare abbastanza. visto che tutti i presenti alla festa di Joli' si stanno girando a guardarmi e vedo comparire "O" stupefatte sulla faccia.
forse ho esagerato un po'? ho superato la padrona di casa? ops, non ho fatto apposta, lo giuro!
si', come no! dai, lo so che ci godi da morire! ammettilo!
ok, lo ammetto, sono troppo felice che tutti gli sguardi siano puntati su di me!
solo adesso mi rendo conto di quanto stufa ero di stare nell'ombra! questo e' il mio mondo! io sono nata per avere tutti gli sguardi addosso! e adesso chi me la toglie la coroncina da reginetta del ballo? sicuramente non Josephina! guardatela! sta fumando di rabbia!
-ciao Josephina! grazie per avermi invitata! scommetto che e' una festa meravigliosa! ho cosi' tanta voglia di conoscere tutti! secondo te con chi dovrei cominciare?- dico con un sorriso sgargiante.
oh, si! dio, che bello! finalmente! Alisson Porter e' tornata!
diavolo se mi mancavi, ragazza!
oh, stai pur certa che mancavi anche a me!
mi sembra di essere tornata piccola, quando io e Merry eravamo le piu' belle bambine e Josephina invece era ignorata da tutti. e' come adesso, solo che Merry non c'e' piu'... ma io sono sempre la piu' carina!
-prego Meredith!- esclama Joli' felice, con finta felicita', ovviamente. poi si guarda in giro. -oddio! No! scusami! tu non sei Meredith! Meredith, la tua adorata sorellina e' morta ! tu sei Alisson! che stupida!- vipera! quanto la odio! perche' il mio futuro deve dipendere da lei!
sento un alito di vento sul collo che mi fa rizzare i peli sulle braccia. Merry.
-Alisson. non piangere, non rovinare la mia opera d'arte, e questo e' uno. due. non farti mettere i piedi in testa da quella schifosissima vipera! ti stanno guardando tutti! tutta l'attenzione e' su di te. tu sei migliore. dimostralo!-
lo devo a Meredith. devo mostrarmi superiore.
-Non ti preoccupare, Meredith, Alisson, eravamo, e siamo, comunque piu' belle di te.- faccio per andarmene. -ah! ultima cosa! io per attirare l'attenzione non devo organizzare super party, ne conciarmi come un lampadario dell'ottocento. tutto oro e luccichii, ma che nessuno guarda. sono tutte cose vecchie , a me basta sorridere.- faccio un sorriso smagliante ed esco dalla sua casa. -sai una cosa, Josephina, non mi serve il tuo aiuto per entrare nella parte buona e chic di San Diego. penso di aver fatto abbastanza bella figura, dopo tutto, ho superato la padrona di casa...- dico a tono piu' basso. quindi alzo la voce, in modo che mi sentano tutti. -e vorrei annunciare, qui, davanti a tutti, che mi candido come reginetta di quest'anno! saro' felice di ricevere i vostri voti!- sorriso smagliante. giro sui tacchi, stranamente in perfetto equilibrio, e mi avvio al cancello, verso la mia casa. verso la mia nuova vita.
poi sento urlare il mio nome. chi puo' chiamarmi adesso? sicuramente qualcuno della festa di Josephina, ma non saprei chi puo' essere. e non ho tanta voglia di scoprirlo. ma ho detto davanti a tutti che diventero' la reginetta del ballo, e adesso non posso ignorare quello che potrebbe essere un voto.
quando mi giro, davanti a me, c'e' un ragazzo enorme! mi supera di una testa buona anche con i miei tacchi! ed e' un ammasso di muscoli! sembra un armadio! cosa puo' volere un bestione del genere?
-si'?- chiedo titubante.
mi si avvicina ancora di qualche passo, fino ad arrivare sotto la luce del lampione dove mi trovo io. ha la pelle abbastanza pallida, forse giusto di una tonalita' piu' scura della mia. ha dei curiosi capelli arancioni, sembra Pel di Carota! si, i capelli sicuramente fanno sembrare meno duro il ragazzo che ho di fronte. per non parlare dei grandi e dolci occhi color argento! sembrano gioielli! sono.... dolci. Ha labbra normali, ne troppo sottili, ne troppo carnose, ma perfette. un naso piccolo e normale degli zigomi alti, meravigliosi! questo ragazzo e' uno schianto!
ma cosa vuole da me?
-sono William Smith, ti ricordi di me?-
emmm il nome mi dice qualcosa ma... cosa?
sento un altro alito gelido sul collo, e una sola parola: -Will...- e' Merry. chi e' "Will"?
William si avvicina di un altro passo. adesso ci separano solo pochissimi centimetri. -sei cosi' bella. e assomigli davvero tantissimo a Meredith...-
ehi, ehi! chi e' questo pazzoide?
poi mi viene in mente una pagina di diario di mia sorella.

Caro diario,
ti ricordi di William Smith, il ragazzo che mi piace tantissimo? be'... abbiamo iniziato ad uscir assieme! non ci posso credere! mi sembra di essere in paradiso! wow.
e' un ragazzo bellissimo! e puo' avere tutte le ragazze che vuole, e ha scelto me! Meredith Porter! e non Alisson Porter, Meredith! so che piaceva anche a Alisson, ne era innamorata matta, ma lui ha scelto me! me!
Alisson e' arrabbiatissima! ma io lo amo! io amo il mio Will!!


e' solo un piccolo pezzettino del suo diario, ma il nomignolo "Will" mi fa tornare tutto alla memoria.
William Smith! il primo, e ultimo, fidanzato di Merry. era con lui alla sua ultima festa, ed era tutta cosi' felice. e io ho rovinato tutto con la litigata.
come al solito e' tutta colpa mia.
-Oh. Will...iam. certo, mi ricordo di te. scusa, ma ora sono di fretta, ci si vede in giro, ok?- faccio per girarmi e aprire la macchina, che e' proprio li accanto. ma William mi prende il polso e mi tira vicino a lui.
peccato che perdo l'equilibrio e gli cado proprio sull'ampio petto.
ops...
mi tiro subito in dietro. -scu...scusa. sono inciampata.- apro la portiera e mi siedo al posto del guidatore. -ci vediamo, scusa, ma ora sono davvero in ritardo!- faccio manovra e mi allontano. riesco appena a sentire l'ultima frase di William: -mi manca davvero tanto Meredith!- urla alla mia auto. le parole arrivano distorte, ma riesco comunque a coglierne il significato.
-non sai quanto manca a me, Will...- sussurro al vento che entra dal finestrino abbassato. non sento nessun soffio gelido. Merry e' lontana, probabilmente a rimpiangere William. non lo so.
quando arrivo a casa cerco di fare il meno rumore possibile. quella festa era quasi piu' importante per mia mamma, che per me. se le dicessi che me ne sono andata via, quasi insultando Josephina, penso che scoppierebbe in lacrime per la disperazione.
Salgo silenziosamente le scale che portano in camera mia, evitando furbamente, i gradini che scricchiolano un po’. Me li ricordo tutti, grazie alle esperienze adolescenziali sul ritorno a casa dalle feste a tarda mattinata.
Mi butto sul letto ancora vestita. Sto quasi per addormentarmi, quando mi ricordo del libro. Striscio sotto il letto e prendo il libro dal nascondiglio segreto. Mi siedo sul letto, e lo sto per aprire quando sento il soffio gelido di Merry.
-stai qui con me, Merry, così guardiamo assieme di cosa parla il libro.- dico con un sorriso. Voglio che non pensi più a William.
Ma Merry, per la prima volta da quando l’ho vista da morta, mi si accoccola addosso. È quasi difficile resisterle accanto per il freddo che sento entrarmi nel corpo. Un freddo innaturale. Un freddo morto. Ma Merry non si ferma. Sento che cerca di entrare nel mio corpo . è una sensazione assurda. E terribile.
È come se fossi nell’Artico nuda. Sento freddo dappertutto, è orribile! Non riesco neanche a parlare! Ma Merry sembra stare bene. Lei non trema più, anzi, sembra cullarsi nel mio corpo, nel mio tepore.
-M… Me… Merry… h-ho fr-fr-fred-do… t-ti pr-pr-ego, esc-i…- balbetto in preda al freddo. È orribile!
Ma sento che Meredith sta uscendo dal mio corpo. Ma con mio grandissimo stupore, anche se è uscita il freddo non lascia il mio corpo. È come se una parte del mio corpo fosse congelata, morta.
Con le pochissime forze che ho, mi infilo sotto la trapuntina celeste. Merry si allontana, va nell’angolo più lontano della stanza.
-oddio, scusami Alisson! Io non volevo! Te lo giuro! Ho tantissima paura, e volevo solo starti vicina, cullarmi nel tuo abbraccio, come quando… ero viva. Scusami! Scusami tantissimo!-
Ha paura? E paura di cosa?
-Me-Merry, d-di co-cosa hai pa-pa-paura?- chiedo continuando a balbettare.
Lei mi guarda stupita. –tu non lo senti? Non senti questa… vibrazione che c’è nell’aria?- scuoto debolmente la testa. –viene da quel libro! Non mi piace! Ti prego, Alisson! Buttalo via! È brutto! Non mi convince! Ti prego! Ho paura!- adesso il mostro non c'è più. Sembra soltanto una bambina. Sembra la bambina di quando è morta.
Mi ero dimenticata del libro. È sempre lì, in un angolo del letto, in bilico sul bordo. Allungo una mano tremante e lo prendo.
Merry, improvvisamente urla. È un urlo assordante, come quelli dei film horror, forse anche peggio. Un urlo di quelli che rompe i vetri e fa resuscitare i morti.
Bell’eufemismo! grida una vocina dentro di me.
Mi lascio cadere il libro in grembo e mi porto le mani alle orecchie. Sento i vetri tremare, il letto sbattere contro il muro. Sembra che ci sia un terremoto in corso.
Intanto, aspettando che Merry finisca di urlare, guardo la copertina del libro.
Il titolo del libro è scritto con delicate lettere argentate, più lo guardo più mi convinco che è antico. Le lettere mi ricordano le miniature dei monachi, quelle create tutte a mano. Le lettere sono delicate e artistiche. La copertina è in pelle, così delicata che sembra sfasciarsi da un minuto all’altro, e qui, di nuovo, l’idea di dover mettere il libro in una teca per conservarlo.
Finalmente Merry finisce il suo sfogo.
-ma che caspita ti prende!- le bisbiglio il più alto possibile, ricordando che mia mamma non sa che sono qui.
-ho paura di quel libro! Ho una sensazione bruttissima! Ho la sensazione che quel libro ti porterà lontana da me!- urla.
Dio, quanto vorrei urlare anche io! Ma lei non la sente nessuno, mentre la mia voce si sentirebbe per isolati e isolati.
-ma che stupidate dici! È un libro Merry! Un libro! Non può portarmi lontano da me! Nessuno lo può fare!- le sussurro.
Lei abbassa lo sguardo e si guarda i piedi scalzi e fluttuanti. Piano mi si avvicina, cautamente.
-va bene. Apri pure il libro, ma tieni vicino a te qualcosa, va bene?- dice con qualcosa che le luccica agli angoli degli occhi. Non saranno mica lacrime! Un fantasma può piangere?
-va bene, va bene.- mi avvicino all’armadio e prendo un borsone che uso per andare in vacanza. Non è una valigia, ma contiene altrettanta roba.
Ci butto dentro qualcosa alla rinfusa. Sono troppo arrabbiata con Merry. Si comporta in modo infantile! Perché si comporta così? Cosa le sta succedendo? Diamine, è un maledettissimo libro! Cosa può farmi?
Nel borsone butto anche la trousse dei trucchi, il portatile, il cellulare e qualche libro da leggere. Sono tutte cose che mi ha consigliato Merry. O meglio, ordinato di mettere Merry.
Per ultimo metto in una tasca il diario di Meredith.
-contenta?- chiedo con voce esasperata verso mia sorella. Lei fa un piccolo sorriso e si siede sull’orlo del letto, sempre distante da me.
-adesso puoi aprirlo.- dice con voce agitata, come se dovesse buttarsi da un dirupo, invece che dire a me di aprire un libro.
Faccio un sospiro esasperato e apro il libro.
Al centro della pagina bianca c’è scritta un’unica frase.
QUESTO LIBRO È SPECIALE, VOLTA LA PAGINA E LO CAPIRAI
Tzè! Senti poi questa! Un libro speciale! Ma non fatemi ridere! Ma per favore!
Quasi ridendo giro la pagina.
È bianca.
Il sorriso mi scompare dalle labbra.
Che scherzo è?
Giro una pagina dopo l’altra, con mani tremanti e incerte.
Bianche. Sono tutte bianche.
È uno scherzo, calmati! Lo sapevi già!
Se lo sapevo già, perché sono così agitata?
Poi sento qualcosa muoversi nella pancia. Istintivamente prendo i manici del borsone e le stringo forte.
Poi mi guardo le mani. Riesco a vederci attraverso! Oddio! Che diavolo sta succedendo?
Sento che Merry tende una mano verso di me e urla il mio nome.
Io faccio lo stesso, ma la mia voce si perde, e la mia mano non afferra niente.
Tutto attorno a me c’è buio. Solo buio.
Dove sono finita?

Ultima modifica di eynis (2012-08-30 10:17:57)


Sono una creatura fatta di lettere, un personaggio disegnato da frasi, il prodotto di una fantasia scaturita dalla narrativa.
 

#68 2012-08-29 21:12:49

charlotte-c
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Re: GDR:Princess of Rebilia

@serena: uh che bel pezzo *.*
@mary: b'è lo sai già u.u


W le firme senza senso!
≈•The∞Lucky∞One•≈
 

#69 2012-08-29 21:24:08

Ancien joueur
Invité

Re: GDR:Princess of Rebilia

Bei pezzi, entrambi sul serio. good
chi manca?

 

#70 2012-08-29 21:26:17

charlotte-c
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Re: GDR:Princess of Rebilia

haru e choco.
choco ha scritto prima più su e haru... penso sia impegnata


W le firme senza senso!
≈•The∞Lucky∞One•≈
 

#71 2012-08-29 21:34:19

Ancien joueur
Invité

Re: GDR:Princess of Rebilia

Cioè??? Cosa so gia????

 

#72 2012-08-29 21:35:49

Ancien joueur
Invité

Re: GDR:Princess of Rebilia

Ok, dopo di loro si può andare avanti.
@charlotte-c: sto finendo il post per il tuo gdr, dovrei postarlo a breve.
@marymaryangel: si riferiva a eynis, non a te

 

#73 2012-08-29 21:42:22

charlotte-c
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Re: GDR:Princess of Rebilia

ludovica060599 ha scritto:

@charlotte-c: sto finendo il post per il tuo gdr, dovrei postarlo a breve.

uh grazie! mi piacerebbe andare avanti

ludovica060599 ha scritto:

@marymaryangel: si riferiva a eynis, non a te

già, scusa, ma io la chiamo così, è il diminutivo del suo nome


W le firme senza senso!
≈•The∞Lucky∞One•≈
 

#74 2012-08-29 21:56:33

Ancien joueur misteriosa98
Invité

Re: GDR:Princess of Rebilia

charlotte ha scritto:

@serena: uh che bel pezzo *.*

Ma grazie :'D

charlotte ha scritto:

haru... penso sia impegnata

Gia' penso anch'io D: Anche perche' e' da un po' che non la vedo connessa su msn, quindi: o mi odia (?) e si segna offline [Haru, se stai leggendo questo messaggio sappi che ti voglio bene (???) No, ok--] oppure e' effettivamente impegnata DD:

 

#75 2012-08-29 22:00:47

Ancien joueur
Invité

Re: GDR:Princess of Rebilia

Che sia impegnata è possibilissimo, e posso facilmente capire il problema.
Dopotutto sono stata recentemente assente pure io e non posso che comprenderla.
p.s. c'è effettivamente però anche l'ipotesi che ti odi serena xD

Ultima modifica di ludovica060599 (2012-08-29 22:01:17)

 
 

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