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#26 2012-08-01 15:03:39

Ancien joueur
Invité

Re: GDR: Le Regine Del Cielo

Grazie mille, però anche io mi facevo la tua stessa domanda...sarebbe bello continuare, però non è che poi le altre restano indietro?ouf

 

#27 2012-08-01 15:05:13

Ancien joueur haru-chan
Invité

Re: GDR: Le Regine Del Cielo

eynis ha scritto:

io... non so cosa fare. devo rispondere? o aspetto che abbiano postato tutte il loro secondo messaggio?

Mha, magari potremmo andare avanti un poco (rimanendo comunque all'aereoporto) se Kiyoko, Giglio e Charlotte ce lo concedono...°^°
A me piacerebbe andare avanti, ma se voi volete aspettare mi è indifferente XD
(Grazie comunque~ )

 

#28 2012-08-01 15:10:11

Ancien joueur
Invité

Re: GDR: Le Regine Del Cielo

Grazie mille , io ho già in mente il pezzo, solo che prima volevo sapere se si poteva postare.
P.S. Su consiglio di charlotte-c vi faccio notare che nel mio ultimo pezzo ho aggiunto delle immagini se la cosa vi può interessare...ouf

 

#29 2012-08-01 15:32:14

Ancien joueur
Invité

Re: GDR: Le Regine Del Cielo

eynis ha scritto:

ok, magari scrivo qualcosa, ma non penso che mi verra' lunghissimo...

Già penso che a nessuno verrà lunghissimo finché si resta all'aeroporto ma questi piccoli pezzi penso possano servire, dopotutto è lì che si inizia a fare conoscenza

 

#30 2012-08-01 15:37:23

Ancien joueur
Invité

Re: GDR: Le Regine Del Cielo

giglio era quella l'idea ouf  noi rimaniamo all'aeroporto.
perlopiù per iniziare a conoscerci.
Abbiamo già ammirato l'impegno che dedichi a questo gdr con il tuo primo post.
Davvero ben fatto, un lessico IMPECCABILE.
Mi sembra ovvio che tu dovrai postare un po' più tardi se intendi sempre fare lavori del genere.
Ma tutte avevamo già deciso di non "muoverci" fino a quando le altre non postano il loro seguito gai
P.s. Eynis non per fare la perfettina, anche perché io in prima persona spesso vado a rivedere chi-fa-chi, Però è haras ouf io lo ricordo perché è Sarah al contrario.

Ultima modifica di ludovica060599 (2012-08-01 15:41:40)

 

#31 2012-08-01 15:49:28

eynis
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da: Brescia
Registrato: 2010-05-04
Messaggi: 1496
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Re: GDR: Le Regine Del Cielo

guardo la bella ragazza dai capelli bianchi.
-Ciao Marianne! Si', sono una delle vincitrice e vengo da Mosca, e tu?- chiedo con un nuovo soriso sulle labbra.
Oh! Adesso si' che mi riconosco! Ecco l'Elau che conosco! Bene. Adesso scegliero' meglio le mie nuove amicizie! Sono pronta per una nuova vita! Lasciamoci il passato alle spalle!
Marianne non fa in tempo a rispondere perche' arriva una bellissima e graziosa ragazza dai capelli... rosa? Vadano i capelli bianchi, li ho ancora visti, ma rosa? Sarano tinti sicuramente! E gl occhi! Anche quelli sono rosa! Quelle devono essere lenti a contatto! Non esistono occhi e capelli del genere! Pero'... e' davvero dolce! Sembra una bambola! E poi, con quel vestitino a fiori, che le sta d'incanto, e le scarpe alte e sempre a fiori... sembra davvero una Barbie! E'... una ragazza unica!
Pero'... c'e' qualcosa che la tormenta, lo vedo dalle mani che si sta torturando. Lo vedo nel suo sorriso, non so perche', ma mi sembra... frozato? Puo' essere?
Ma no! Elau! Adesso sei paranoica! Magari e' solo stanca per il viaggio, pero'... Vorrei essere brava come lei a nascondere le emozioni, se le sta nascondendo! Io non riesco a nascondere i miei sentimenti!
Questa ragazza si chiama Amelie. Che bel nome! Scommetto che viveva in Francia! Io l'adoro! E' la capitale della moda! Almeno, una delle tante! Dopo c'e' anche Milano! Oh! Quanto mi piacerebbe visitarle!
Sto sognando a occhi aperti. Mi sveglio all'improvviso.
-Oh! E io sono Elettra Aurora Smirnonv! Ma puoi chiamarmi Elau!- dico con un grande sorriso sulle labbra.
Mi giro a guardare la ragazza dai lunghi capelli neri. Non si e' neanche presentata. Chissa', magari e' muta. E cieca, visto che fa finta di non vedermi, anzi, ci. Magari e' timida. Dovro' aspettare! E aspettero'! E poi ci sono altre sei ragazze da conoscere e sto facendo amicizia con due di loro, facciamo due e mezzo, la moretta e' meglio contarla a meta', dopo tutto, c'e'!
Chissa' se andra'a avanti la conversazione. Mi sembra di essere un po' fuori posto. Una sembra molto timida, della serie: ''non ho mai avuto un'amica'' e l'altra si nasconde dietro una maschera.
Hanno una cosa in comune. A quanto pare sono timide e riservate. Quanto mi piacerebbe farle uscire dal loro guscio! Sarei cosi' orgogliosa di me. Mi piacerebbe aiutarle. Davvero.
Probabilmente diventeremo ottime amiche!
Oh! Quanto lo spero...

Ultima modifica di eynis (2012-08-01 16:10:55)


Sono una creatura fatta di lettere, un personaggio disegnato da frasi, il prodotto di una fantasia scaturita dalla narrativa.
 

#32 2012-08-01 16:02:39

Ancien joueur
Invité

Re: GDR: Le Regine Del Cielo

Tranquilla io lo modifico! good

 

#33 2012-08-01 16:04:30

Ancien joueur
Invité

Re: GDR: Le Regine Del Cielo

Sto per rispondere ad Elau che un'altra ragazza ci raggiunge: ha i capelli sui toni del lilla-rosa, che li abbia tinti? Probabile, però non sono la migliore per criticare il colore dei capelli degli altri, in fondo i miei non sono meno bizzarri dei suoi.
BIANCHI e non li ho mai tinti, sono nata così.
li occhi sono quasi dello stesso colore...non sono sicura, ma potrebbero essere lenti a contatto...ma il discorso è lo stesso...lei lilla io bianco, non posso criticarla, e comunque se voglio farmi delle amiche, che senso avrebbe farlo?
:"Io sono Amelie" che nome dolce...come il suo aspetto d'altronde!
Penso sia francese, si intuisce dall'accento.
Non sono mai stata in Francia, però scommetto che è bellissima se sul serio è come la si vede nelle cartoline.

 

#34 2012-08-01 16:04:56

Ancien joueur haru-chan
Invité

Re: GDR: Le Regine Del Cielo

Solo una cosa...

Pero'... c'e' qualcosa che la tormenta, lo vedo dall'espressione. Lo vedo per poco meno di un secondo, poi scompare, chiuso da una maschera.

Amelie sorride, al massimo puoi scrivere che la tua pg nota che si stringe le mani nervosamente. Scusa, sono un po' pignola XD

 

#35 2012-08-01 17:02:56

charlotte-c
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Registrato: 2012-04-14
Messaggi: 3702

Re: GDR: Le Regine Del Cielo

uh che brave che avete postato! scrivo anch'io il mio pezzo:


Un lungo e assordante incrocio tra una tromba e il classico suono di una sveglia mi fece uscire dal mondo dei sogni... cercai di fare mente locale. Diciamo che è estate... perché mai mi devo alzare al levar del sole?! La luce iniziava appena a entrare dalle piccole finestre... doveva essere l'alba.
Allora, mi chiamo Camilla Carlyle e mi sono svegliata alle sei e mezza da quello che dice la mia sveglia.
L'unica cosa strana è che non ricordavo il perché, i miei ricordi come al solito eranp confusi. Come facevo a svegliarmi alle sette per andare a scuola ricordandomi che mi alzavo per andare a scuola? Allora pensa, cosa devi fare oggi? Proprio non me lo ricordavo.
Poi una voce mi illuminò - Camilla! Hai finito le valigie?! - era la voce di mio padre che proveniva dal piano di sotto. Il tono deciso ma dolce mi fecero ricordare che quella mattina era il grande giorno del Madagascar. Cercai di essere positiva per una volta e dirmi che quella volta sarebbe stato diverso. Quella era una vacanza V.I.P. maledizione! Doveva essere divertente!! Peccato solo che vivessi in un paradiso tropicale. Vivevo a Charlotte Amalie non è che il Madagascar potesse essere così diverso! Sì Camilla che sarà diverso! Tu ti divertirai è un ordine!! Ok... ho una minuscola lotta interiore... come se non ne avessi già di mio di confusione.
Ok, mi divertirò e tornerò qua a casa a fine estate dicendo - Mamma papà che bello rivedervi! Anche se sapete mi sono divertita un mondo!! Sono così felice di aver vinto la lotteria!! - mentre gli sarei saltata addosso e avrei sfoggiato un sorriso smagliante. Magari saltare addosso e sfoggiare un  sorriso smagliante no perché non erano proprio nel mio stile di chiusa-in-me-stessa. Eppure quel mattino ero raggiante. Neanche essere raggiante era da me. Oh no sarei dovuta andare da un medico del Madagascar! No non ci dovrò andare ma ti senti quando pensi!! Va bene va bene! Si vedeva che probabilmente ero emozionata! Stavo ancora cercando di mettere a posto la mia testa in subbuglio quando mia madre aprì la porta chiedendo - Tesoro sei sveglia? - annuii col capo strizzando gli occhi. Ancora non ero riuscita a farli adattare alla luce del post-alba. Cercai di rilassare i muscoli intorpiditi dal sonno e mi maledissi per aver passato tutta la notte(fino all'una) a cercare su internet cose varie sul Madagascar il volo, la protezione che avrei dovuto prendere per i raggi del sole(alla fine presi la massima).
Ma perché quelli della lotteria erano così egoisti?! Due giorni prima vinci la lotteria, il giorno dopo perdi il notebook e devi ritrovarlo per poter far le valigie perché devi vedere cosa è adatto alle condizioni della destinazione. Stop... lo so ci sarà da chiedersi: ma se viaggi da tutta la vita? Sei così disorganizzata? Facciamo caso che è tutta un'altra cosa, tutte le volte che viaggiavo era per trasferirsi non per dei viaggi... quindi fare le valigie non era complicato. Ci mettevi dentro tutto quello che avevi! Non che fosse semplice ma dopo un po' impari anche a farlo velocemente. Con una nota di tristezza mi resi conto che quella era la mia prima vera vacanza.
Ecco spiegata la felicità! Cercai di mostrarmi contenta come ero solo che dubito la missione abbia mai funzionato. Così rinunciai al togliere il velo che copre il mio umore e risposi semplicemente - Sì sono sveglia - e mi esibii in un fragoroso(per quanto lo possa essere...) sbadiglio.
Mia madre si sedette accanto a me con un sorriso stampato in faccia e cominciò a carezzarmi i capelli in cui di tanto in tanto le si incastravano le dita. Questo significa due cose:
1) ecco perché mi avevano svegliato così presto! Per spazzolarmi questo ammasso di capelli neri!
2) dovevo dimostrare proprio questa mia allegria dato il sorriso di mia madre... possibile accennassi ad un sorriso o che il mio sguardo sia leggermente entusiasta?

Mi toccai gli angoli della bocca e per poco non mi scappò un gridolino di gioia quando notai che erano leggermente alzati, certo non si esibivano in un sorriso raggiante ma era più del mio solito.
Quello era il miglior presagio della mia vita! In quel momento ne fui sicura: quel viaggio sarebbe stato diverso.

Cercai di districarmi  un nodo che perseverava nel non essere sciolto. Stavo tirando così forte che un altro po' e mi strappavo la ciocca. Mentre cercavo di districarmi i capelli pensai a cosa avessi tralasciato. Avevo deciso che mi sarei portata in aereo solo la mia borsetta leggermente fluo, il resto sarebbe stato nella stiva, avevo sole due valigie, entrambe erano rigorosamente rosa pesca. Va bene non che fossi una persona solare ma alla moda ci tenevo pure io. Infatti alla mia borsetta rosa abbinavo un vestito fatto di pizzo di sangallo. Avrei preferito metterne uno rosa ma a quanto pare non lo possedevo. Inoltre il bianco e il rosa stavano benissimo con i miei capelli neri(più o meno).
Uscii dai miei pensieri fatti di scarpe borse e vestiti quando con un enorme dolore riuscii a districarmi il nodo. Posai la spazzola e presi l'altra che serviva quando i nodi maggiori erano tolti per renderli più setosi.
Poi andai a vestirmi e misi dentro la mia borsetta il mio diario, indispensabile, una penna e altri oggetti così tra cui un album per disegnare. Il mio secondo hobby dopo scrivere. In realtà scrivere non era solo un hobby. Scrivere era parte di me. Strinsi il diario con quanta più forza avevo e sussurrai - Stasera ti racconterò tutto quello che passerò oggi... e sarai felice per me - e baciai delicatamente la copertina in pelle, potrà sembrare una pazzia, ma non lo è per una per cui quel piccolo oggetto inanimato è il proprio migliore amico.

Mi misi gli occhiali da sole per proteggere la mia vista delicata dal sole, aprii la porta di casa e subito il sole mi bruciò la pelle pallida. Non c'era ma mi sentivo come se ci fosse uno sfrigolio. Era chiaro che dovevo mettermi la crema protettiva. Me la sarei messa prima di atterrare con l'aereo... l'aereo! In un gesto impulsivo abbracciai i miei genitori. Loro dopo il mio diario erano stati gli unici fissi, anche loro erano una specie di amici. Era la prima volta che avrei sperimentato l'altezza dell'aereo, la consapevolezza di viaggiare a velocità inimmaginabili a chilometri dal suolo e dall'oceano senza di loro, stavo per attraversare l'atlantico senza di loro, stavo per passare nove ore su un sedile senza di loro. Quella rara nota felice che aveva preso il mio viso mettendolo con un velo più sottile, che lasciava intravedere leggermente ciò che pensava era stato ricambiato con quello che non lasciava trapassare nulla.
- Camilla... Camilla - la voce vellutata di mia madre mi fece alzare il capo e me la fece guardare negli occhi. Guardai il suo sorriso spegnersi come una candela. Aveva intravisto la possibilità che sua figlia potesse essere come le altre ragazze: spensierata, felice e con un viso sorridente. E in quel momento le si era spento per sempre. Ma evitai di guardare mio padre, non volevo distruggere pure lui, contavo molto per loro, ero la loro unica figlia e per me avevano un'amore incondizionato. Avevo già distrutto mia madre con la mia insensibilità, non avrei distrutto pure mio padre.
Così mi staccai da entrambi gli presi le valigie che in realtà erano mie e cominciai a procedere avanti di molti metri a testa alta. Se proprio dovevo rovinare l'aspetto di dolce ragazza spensierata almeno avrei potuto alimentare il pensiero di ragazza fire di sé e decisa. Non che lo fossi, ero tutto fuorché qualcosa di cui essere fiera ma sapevo che farlo gli avrebbe resi felici. Se soffrivo soffrivano pure loro e il fatto che ignorassi tre quarti di ciò che accadeva e non rivelavo i miei sentimenti non voleva dire che non avevo un cuore, io gli amavo e avrei fatto più di questo per aiutarli, se solo ne fossi stata capace.
Fortuna che casa mia non era troppo lontana dall'aeroporto, se no mi sarei cotta a puntino, stranamente in quel tragitto accaldato mi era tornato il buon umore, forse era la pazzia dovuta al caldo ma anche se fosse stato così non ne sarei potuta essere più felice, i miei genitori avrebbero visto il mio viso che accennava a un quel sorriso che considerato che si parlava di Camilla Carlyle più grande non si poteva.
Passano dieci minuti buoni in cui ci sono saluti e abbracci, baci e amore. Avrei dovuto esserne felice invece sentivo un vuoto, un vuoto lacerante. Faceva male, ma sapevo che era il pensiero di non vederli per un'estate intera. Li strinsi un'ultima volta forse con troppa forza e poi li lasciai, con le lacrime che minacciavano di uscire, non devi piangere! Non pensi gli farà male vederti così! Poi la voce che disse dell'imminente partenza del mio volo mi salvò. Così mi girai sussurrando un ultimo - Vi voglio bene - e andai... piccole lacrime e silenziose sgorgarono dal mio viso pallido, di solito non piangevo, ma il peso opprimente della consapevolezza che mi stavo allontanando dalla mia ancora fissa mi faceva piangere, ora tutto ciò che mi restava era il mio diario. Mi stavo allontanando dalla mia ancora, mi ero ripromessa di non girarmi nel caso in cui avessi pianto, ma lo feci, dovevo vedere un'ultima volta la mia ancora, almeno da lontano, prima di intraprendere quel viaggio, così girai la testa, e li vidi... mi stavo allontanando da loro, mi si strinsero i pugni per il dolore e dal mio viso uscirono altre lacrime, era da un bel po' che non piangevo. Poi notai, mi avevano visto... mi avevano visto!! Rigirai la testa disgustata da me stessa... mi facevo schifo! Ecco cosa si sarebbero ricordati! Adesso si sarebbero preoccupati per me... avanzai impettita fino all'imbarco, consegnai le valigie e andai con la mia borsetta nell'aereo. Quasi non mi accorsi dei momenti in cui salii. Lo feci automaticamente e mi sedetti.
Poi la cosa che mi faceva più ribrezzo era che il mio volto dimostrava solo un decimo del dolore che provavo, certo piangevo ma quello che provavo in confronto a due lacrime era un mare in burrasca, neanche tutto quello riusciva a togliermi la maschera o il velo o come si vuole chiamare. Tutto era così confuso. So solo che quando uscii dalla mia confusione mi ritrovai a sentire l'aereo che decollava mentre io ero senza cintura.
Il ribrezzo e la tristezza furono subito sostituite dal terrore, eppure le mie mani furono calme e composte quando allacciarono al cintura. Come facevo?! Come facevo a nascondere i miei sentimenti in quel modo!? Perfino la frenesia...
Decisi di controllare il mio cellulare, era spento, non ero sicura se non l'avevo mai acceso quella mattina o se fosse stato un'altro mio atto involontario in mezzo a quel mare di confusione.
So solo che era lì spento. Mi rilassai sulla sedia cercando di godermi quelle nove ore, un po' facendo qualcosa e un po' facendo qualcos'altro riuscii pure non solo a nasconderle come al solito ma a dimenticare quasi le mie emozioni.
Ciò che mi riportò al mio dolore fu la voce metallica che annunciò di riallacciare le cinture e fu quello che feci. Decisi di guardare dal finestrino, ero stata così tante volte in aereo e avevo cercato di soffocare i miei sentimenti così tanto che mi ero pure dimenticata di osservare lo splendido panorama che mi si presentava davanti... eravamo un pelo sotto le nuvole e si scorgeva una macchia che ipotizzai essere il Madagascar, eravamo troppo in alto per distinguere le case ma lo spettacolo che mi si presentò davanti fu altrettanto spettacolare. Mentre ci avvicinavamo all'isola che sembrava molto più della delle Vergin Island notai com'era luminosa, sembrava l'isola del sole. E questo mi fece automaticamente prendere la crema solare e cominciai a spalmarla in tutti i luoghi in cui era possibile spalmarla considerando che eravamo su un'aereo, un luogo pubblico. Era più fresca del solito e quella sensazione cremosa mi dava allo stesso tempo sollievo e un senso di ribrezzo, mi sentivo quasi sporca o "impiastricciata". Cercai di scrollarmi di dosso quella sensazione e continuai a osservare incantata il paesaggio che si avvicinava... iniziavo già a scorgere le prime cascate e il verde dei boschi era uno spettacolo unico al mondo. Rimasi lì incantata a guardare lo splendido paesaggio che mi si apriva davanti, certo la nota di sorpresa nella mia espressione era solo leggermente accentuata ma non mi importava.
Non in quel momento.
Mi godetti il paesaggio finché fu impossibile ignorare oltre i miei sentimenti... caddi di nuovo in un mare di depressione... sperai che sarei riuscita ad uscire pure da quello ma non ne ero affatto sicura.
Uscii dall'imbarco, presi le mie valigie dal nastro trasportatore poi mi chiesi dove andare? vagai a lungo, e se avessi dovuto raggiungere il campeggio? Come avrei fatto? Continuai a vagare a vuoto nell'aeroporto finché non trovai un'insegna enorme "vincitrici della lotteria" era enorme come avevo fatto a non notarlo prima? Mi diressi verso quello trasportando tutte le mie cose e mi appoggiai al palo, non c'era ancora nessuno, ero la prima... o anche le altre non avevano trovato il palo e avevano preso il taxi. Ma dubitavo si potessero arrendere così presto dato che ero io la stupida che non vedeva neanche qualcosa che era davanti ai suoi occhi.
Rimasi lì cercando di soffocare il vuoto che mi lacerava quando vidi arrivare una ragazza... doveva avere un paio d'anni in meno di me. I capelli bianchi spiccavano ma quello che mi colpì di più furono gli occhi, color ghiaccio. Quasi bianchi pure loro. Cercai di vedere la sua espressione ma notai che aveva una maschera, anche lei mascherava i propri sentimenti, almeno mi assomigliava.
Su Camilla parlale!! Provai... se mi assomigliava forse mi avrebbe capita... ma avevo la gola secca. Niente parole soprattutto per la tristezza. Così rimanemmo lì valutandoci l'un l'altra. Camminavo in tondo cercando di dare un senso alla mia vita. Non riuscivo a parlare anche perché ero piuttosto confusa, come al solito.
Sentii dei passi e mi girai in tempo per vedere dei bellissimi capelli biondi... una cascata di luce, e quegli occhi azzurro cielo... rimasi incantata... poi notai che avevano una sfumatura leggermente dorata. Salutò timida... e io la ignorai com'era mio solito fare poi di fece coraggio e parlò più forte... oh che nome complicato! L'avrei chiamata sicuramente Elau... ma non riuscivo a presentarmi a mia volta. Ero troppo confusa... poi vidi arrivare una ragazza... i capelli rosati... e anche gli occhi lilla. Era dolce... perfetta. Ma sembrava non stesse troppo bene. Mi rintanai in un angolo incapace di dire qualsiasi cosa... ascoltavo... neanche! Facevo quello che facevo sempre... ignorare il mondo. Registravo a malapena i loro saluti. L'unica cosa che cercavo di registrare erano i loro nomi, avrei dovuto stare in campeggio con loro, il minimo che potessi fare era almeno sapere il loro nome.
Rimasi in disparte, ovviamente come ho già detto senza parlare, non perché non volessi fare amicizie o le trovassi antipatiche o altro. Perché sapevo solo al primo sguardo che se avessi fatto amicizia non sarei più potuto lasciarle. E sapevo per esperienza che finita l'estate l'avremmo dovuto fare.

Finito!! sinceramente a me non piace molto ma giudicate voi

Ultima modifica di charlotte-c (2012-08-02 21:01:03)


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#36 2012-08-01 17:17:45

Ancien joueur haru-chan
Invité

Re: GDR: Le Regine Del Cielo

Amelie mosse leggermente il piede destro contro il pavimento, continuando ad osservare il gruppetto.
Sbattè gli occhi. Probabilmente le ragazze avevano notato la strana colorazione dei suoi occhi e dei suoi capelli. D'altronde, chi non si sarebbe chiesto se usava le lenti a contatto o faceva uso della tinta per capelli?
E effettivamente quest'ultima affermazione era esatta. Gli occhi, però, erano così dalla sua nascita.
Moony ricordava bene le occhiate stranite della gente, che le chiedeva perché indossava sempre lenti a contatto così strane ("Oh, ti rovinerai gli occhi, così!"). Non sopportava quando qualcuno glielo faceva notare.
Quelle ragazze, però, evidentemente avevano preferito mantenere certi pensieri per se. Amelie gliene fu segretamente grata: l'ultima cosa di cui voleva parlare, in quel momento, era se stessa, e non capì nemmeno lei bene il perché.
Forse perché c'erano tanti, troppi kilometri che la dividevano da colui che per anni era stato la sua guida, il suo principale punto di riferimento.
Perché senza Benjamin Amelie era soltanto la ragazza coi capelli strani. Non era Moony. Non era neanche Amelie.
Era solo una ragazzina dall'aspetto fragile, facilmente raggirabile e credulona.
Tentò di mandare giù quei pensieri tristi, come se stesse cercando di inghiottire una medicina piuttosto amara.
D'altronde, se avesse fatto la figura della piagniucolona, sarebbe stata quella l'etichetta che si sarebbe portata dietro per tutto il campeggio.
Benjamin non l'avrebbe voluto, e Amelie voleva solamente renderlo fiero di lei, anche quando erano divisi.
Ma la compagnia delle ragazze era piacevole, calma. Si era rilassata un po', anche per la gentilezza di Elau, che la metteva a suo agio.
Almeno non avrebbe più dovuto fingere.
La bionda si era presentata, dicendo a sua volta il proprio nome, mentre l'albina era rimasta in silenzio. Doveva essere timida, come evidentemente la ragazza dai capelli neri, che era rimasta in disparte.
Amelie le rivolse un piccolo sorriso: non voleva costringerla a partecipare al gruppo, magari si sarebbe sentita a disagio, ma le sembrava maleducato non salutare anche lei.
«Ah, Elau...sperando di non suonare indiscreta, ti posso chiedere di che nazionalità sei?» chiese, giocherellando distrattamente con una ciocca di capelli. «Mi ricordi una persona del nord Europa.» aggiunse poi, quasi per caso, anche se in effetti lo pensava davvero. I paesi nordici le piacevano, anche se erano freddi, al contrario della solare bionda.

@Charlotte: E' bello il pezzo, invece °u°

Ultima modifica di haru-chan (2012-08-01 17:34:17)

 

#37 2012-08-01 17:41:35

eynis
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Re: GDR: Le Regine Del Cielo

-Oh... io vengo da Mosca, dalla Russia, ma solo per meta', mia madre era italiana. Tu, invece devi essere Francese, giusto? Hai un accento meraviglioso! E' davvero bellissimo, e anche la Francia lo e'!- dico con un sorriso ad Amelie.
Poi mi giro verso la ragazza dai capelli neri. Mi da una strana emozione, e non riesco a igorarla.
Cosi' mi giro verso di lei e la saluto con una mano, il sorriso sulle labbra. -Ciao! Probabilmente lo sai il mio nome, l'ho ripetuto due volte e non mi piace ripeterlo, non mi piacciono i miei nomi.- dico facendo una strana boccaccai, che probabilmente sara' assomigliata a quella di una bambina viziata. -Comunque, puoi chiamarmi Elau, che e' molto piu' semplice, e mi piace anche di piu'!- dico con un sorriso ancora piu' grande. -Ti va di entrare nella nostra conversazione? Ci dovremo conoscere, tanto, prima o poi, perche' non cominciare adesso?- le chiedo. Poi le prendo la mano e la conduco vicino alle altre ragazze.
-Allora, ti va di dirci il tuo nome? Siamo curiose!- guardo le facce di Marianne e Amelie. Non ne esce nessuna espressione cosi' nn so cosa dire. -Alemno, io sono molto curiosa!- dico con un altro sorriso.

e... camilla, il pezzo e' meraviglioso! davvero, e' bellissimo! complimenti!

Ultima modifica di eynis (2012-08-01 17:42:52)


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#38 2012-08-01 17:53:14

charlotte-c
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Re: GDR: Le Regine Del Cielo

lo so non centra ma quando hai detto "almeno io sono curiosa" mi hai fatto ridere... lo so sono strana ma ora scrivo il mio pezzo:

Troppo veloce! Troppo veloce! Fermati mondo dammi il tempo di pensare... wow... com'era solare. Io ero cosi taciturna che riuscivo a malapena a seguire il suo discorso. Cercai di calmarmi e ignorare il fatto avessi tutto tranne che felicità o entusiasmo.
Ora... fai ordine nella tua mente. Così feci.
Dovevo rispondere, se no sarei sembrata maleducata o insensibile o anche peggio. Non avere paura... non averla. Testa in tilt! Era tutto troppo veloce... troppo, troppo... respira. Mi chiesi se per una volta dal mio volto trasparisse la mia confusione.
Non ne ero sicura. Poi cercai di immagazzinare quello che avevo sentito sulla loro provenienza e i loro nomi. Elettra Aurora... ehm... non so perché ma mi attraeva molto la bionda... oh da quand'è che chiamo le persone "bionda"?? Non sono così superficiale... sai il suo nome usalo.
Va bene, in quel momento ero sicura mi fosse andato in pappa il cervello ma cercai di ricomporlo e dissi - Ciao Elau, ciao Marianna, ciao Amelie, sono Camilla Carlyle... chiamatemi come volete... tanto ne ho già tanti di soprannomi - e brava Camilla! Fai pure la scontrosa... in quel momento invece fui arrabbiata con me stessa in modo feroce... mi ero presentata così tante volte perché quella volta era così difficile... come se avessi paura di sbagliare qualcosa! B'è era una paura fondata dato il guaio che avevo combinato.
Cercai di rilassarmi... non avrei permesso alla paura di vincere contro di me - Sono Camilla... ho già tanti soprannomi ma uno in più mi fa piacere - e mi esibii nel mio sorriso chiusa-in-me-stessa. Sperai capissero che da me quello era il massimo a cui potevano aspirare e che io stavo davvero cercando di socializzare... ma tra paura e confusione mi risultava quasi impossibile.

Ultima modifica di charlotte-c (2012-08-02 21:04:04)


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#39 2012-08-01 18:01:00

Ancien joueur haru-chan
Invité

Re: GDR: Le Regine Del Cielo

Uhm, ragazze, io per ora mi fermo qui, anche perché tra poco devo uscire e anche Ludovica è andata via...

Ultima modifica di haru-chan (2012-08-01 18:01:10)

 

#40 2012-08-03 12:59:07

Ancien joueur haru-chan
Invité

Re: GDR: Le Regine Del Cielo

Purtroppo è vero...il problema di questi gdr è che appena uno non posta blocca anche gli altri...(come nel gdr di Eynis)
Naturalmente non ne faccio una colpa a loro, come ho già detto è colpa di questo tipo di gdr...ma se Giglio e Kiyoko non hanno tempo possono comunque fare un post sintetico, giusto per sbloccare le altre...
Anche se penso che dobbiamo comunque avere pazienza per ancora un po' di tempo.

 

#41 2012-08-03 18:07:25

eynis
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Re: GDR: Le Regine Del Cielo

-penso che ti chiamerò Camilla e basta. è molto bello come nome! piuttosto che i miei!- dico sbuffando. - pagherei oro per avere dei nomi normali! invece Elettra, e Aurora, come la principessa de: "La Bella Addormentata nel Bosco"! Elau è carino, ma un nome normale lo vorrei proprio!- dico con il sorriso sulle labbra. quello che ho appena detto è vero. non adoro i miei nomi, ma quelli ho e quindi devo farmeli piacere. dopo sedici anni mi ci sono abituata, ma il nomignolo che mi hanno dato i miei fratelli mi piace moltissimo e preferisco farmi chiamare così piuttosto che con i miei nomi! sento che gli occhi prendono una sfumatura dorata-rossa. ci risiamo. quando ho dei sentimenti contrapposti diventano un misuglio indefinito. e io non lo sopporto.
cerco di pensare che sono in vacanza, e allora li sento diventare subito dorati. meglio, sfumature rosso-sangue non sono consigliate per fare amicizia.
-allora Camilla, cosa mi racconti di te!?- poi guardo le altre ragazze. -ovviamente la domanda vale per tutte! Marianne, Amelie! sono molto curiosa delle vostre vite fino al momento della scoperta della vincita alla lotteria. ovviamente se ne vorrete parlare!- dico con un sorriso. non vorrei sembrare una ficcanaso.

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#42 2012-08-03 18:27:00

charlotte-c
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Re: GDR: Le Regine Del Cielo

La mia vita? Oh era l'ultima cosa di cui avrei voluto parlare. Così tornai nel mio angolo ad ascoltare cosa dicevano le altre.
Il vento tropicale mi mandava all'aria i capelli neri. I miei occhi osservavano quei volti. Elau o Elettra Aurora, di cui secondo me il nome completo era invece bello al contrario di ciò che sosteneva lei, era bellissima. Ma avevo notato una cosa strana... i suoi occhi... cambiavano sfumature. Era una cosa assurda. Ma qua tutte eravamo assurde. Io ero troppo normale in questo quadro. Mi sarebbe piaciuto essere speciale come loro. Gli occhi color ghiaccio come i capelli di Marianne erano bellissimi. Le davano un'area glaciale che la rendeva unica. Amelie, lei doveva avere sui vent'anni eppure aveva un'area da ragazzina. Era dolce. I capelli tinti o no erano splendidi... i riflessi rosati sotto il sole la rendevano fresca e giovanile. Gli occhi erano anche loro dalle sfumature lilla. Dubitavo fossero lenti a contatto. Tingersi i capelli poteva anche andare ma quella innocua ragazza mi sembrava troppo dolce e indifesa per portare lenti a contatto. Esaminare quei volti perfetti e unici mi faceva sentire fuori posto.
Le nostre storie. La mia era bizzarra ma dai loro volti nessuna di noi doveva aver avuto una vita facile. Cominciai a vagare con la fantasia... perdendomi. Magari immaginando venissero da mondi incanti... Fermati Camilla!! Sei matta?! Ragiona: mondi incantati? Dovresti tornare con i piedi per terra.
Era vero. Cercai di non vagare con la fantasia e rimanere concentrata su ciò che stava accadendo. Ma nessuna parlava... o almeno sembravano tutte piuttosto remissive a farlo. Elau aveva ragione; prima o poi saremmo dovute presentarci ma io proprio non me la sentivo.
Pensare ai miei genitori mi faceva venire fitte allo stomaco - E la tua? - chiesi restando impassibile. Ero troppo triste per fare il sorriso chiusa-in-me-stessa.
-------------------
scusate ragazze ma davvero non penso che gli aerei possano atterrare contemporaneamente, magari per cinque minuti parliamo

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#43 2012-08-03 18:42:51

Ancien joueur haru-chan
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Re: GDR: Le Regine Del Cielo

Guardò Elau cercare di far parlare Camilla, o almeno era ciò che Amelie supponeva. Effettivamente la ragazza dai capelli corvini sembrava parecchio riservata,e un po' le dispiaceva vederla così isolata; sperava che almeno durante la vacanza si sarebbe "sciolta" un po'.
Quando Elau pose quella domanda Amelie ci riflettè un po' su, prima di rispondere.
«Ah...io vivo con un letterato.» ecco che usava di nuovo quel suo tono terribilmente serio, anche se sotto sotto si capiva benissimo che stava scherzando. Fece un piccolo sorriso, sperando che le altre non si offendessero. «Beh, sì, mio fratello è una brava persona, anche se è un po'...strano. Adora i libri. Piacciono un sacco anche a me, pur non essendo io un'esperta come lui.» disse, piegando la testa di lato. «E' lui quello che lavora. A me piacerebbe fare l'estetista o la parrucchiera...» si fermò a quel punto.
Era da parecchio che Benjamin voleva andare all'università, e lei frequentare qualche corso. Stavano risparmiando da quasi un'anno, ormai, ma i soldi servivano sempre di più.
«...chissà, forse un giorno farò il lavoro che più mi aggrada.» concluse infine, osservando con un sorriso le altre, in attesa delle loro risposte. Camilla non aveva risposto, e questo un po' le dispiaceva. Si domandò se anche a Elau sarebbe dispiaciuto.

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#44 2012-08-03 18:45:02

eynis
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Re: GDR: Le Regine Del Cielo

-oh! la mia storia, giusto! questa domanda me l'aspettavo! quindi sono preparata!- faccio un sorriso e prendo un lungo respiro. -mia madre, Maria, è italiana, viene dalla Sicilia e ha studiato medicina. ha deciso di trasferirsi in Russia per aiutare la parte povera del paese, cioè più di tre quarti, lavorava in un piccolo ospedale di campagna come infermiera, perchè non la volevano mettere come chirurgo. tutti le volevano bene, era adorata da tutti. poi un giorno arriva mio padre, Adrian, in ospedale. lavorava in una miniera di carbone, era scappato dalla sua famiglia perchè picchiavano lui e i suoi fratelli. solo che lavorando in miniera si era ferito gravemente le gambe. mia madre lo operò, ma non riuscii mai a recuperare totalmente l'uso delle gambe. i miei cominciarono a frequentarsi. fecero due cerimonie, una russa, in Russia, piccola e poco sfarzosa, e una in Italia, molto grande e sfarzosa. poco dopo nasque Luigi. dopo due anni nacquero Olga e Antonietta, due gemelle monovulari. poi nacque Alena e infine Tommaso, la pecorella nera della famiglia. scusate se la racconto così.. in breve, ma la mia storia è davvero molto lunga!- dico con un sorriso. - quando mia mamma aveva compiuto i 45 anni rimane incinta di me. durante i nove mesi sta molto male e tutti i medici che consulta le dicono di abortire, che è vecchia per avere dei figli e che le sto facendo male. all'inizio decide di dare retta ai medici, ma all'ultimo momento cambia idea. così nasco io!- tralascio la parte degli occhi, non mi sento ancora sicura nel raccontarlo. magari qualcuno l'ha notato, ma non me la sento di raccontargli ancora questo particolare. - Luigi diventa un medico, Antonietta e Olga due modelle e Alena studia arte. Tommaso se ne va appena compiuta la maggior età. va in miniera. e taglia tutti i ponti con la famiglia. tranne che con me. io inzio a fare da balia ai miei genitori. mi lasciano sola con loro che ormai hanno 65 e 70 anni. una sedicenne che guarda i suoi genitori...- sento gli occhi ardere al solo pensiero. alzo lo sguardo e mi concentro sul sole. -la mia infanzia non è stat delle più semplici, ma mi sono fatta delle amiche e vado abbastanza bene a scuola, non che questo interessi a qualcuno, ma... bè, era un particolare. per il mio compleanno Tommaso mi regala il biglietto della lotteria. scopro che ho vinto, faccio le valigie e parto lasciando i miei ai miei fratelli!- concludo brevemente con un sorriso. -allora, adesso sapete la mia lunga storia, avete voglia di dirmi qualcosina della vostra? non vi sto obbligando, ovviamente, ma dobbiamo condividere tre mesi della nostra adolescenza, so che può sembrare poco, ma.. sono comunque novanta giorni, dodici settimane e... oddio, non ho voglia di fare altri cancoli! comunque, è un bel po' di tempo! penso che dovremmo iniziare a conoscerci almeno un po', giusto?- chiedo guardandole con sguardo interrogativo.


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#45 2012-08-03 19:00:35

charlotte-c
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Re: GDR: Le Regine Del Cielo

Ascoltai le due. La prima a parlare fu Amelie. Sintetica. Di certo c'è dell'altro. Ma la capivo, in fondo pensavo che quello che quello che aveva raccontato bastasse... io invece cosa avrei raccontato mai? Che ero una pazza che bacia i diari? Che ero tutto tranne disposta a fare amicizie e viaggiare? Che ero figlia di due bilingue.
Non volevo. Ma neanche Amelie sembra essersela passata bene in tutti questi anni. Perché mai dovrebbe vivere con suo fratello? La cosa mi sembrava curiosa ma a nessuno piace scavare nel suo passato. Soprattutto se è doloroso. Perciò sperai nessuno la costringesse a raccontare di più.
Poi ascoltai la storia di Elau. Più che tutto quella della sua famiglia. Cinque fratelli. Due genitori. Era quella che si poteva definire una famiglia allargata. Poi ripensai a come sarebbe dovuto essere accudire i propri genitori. Non era una proposta allettante. Possibile dietro quello sguardo solare di nascondesse una storia di una ragazza solitaria? Certamente. Il mio volto tradì un velo di tristezza... appena percettibile. Ma dato che il mio viso fino a quel momento non aveva tradito nemmeno un'emozione forse anche se era a malapena visibile se ne sarebbero accorte tutte.
L'unica che non aveva ancora parlato era Marianne. Anche se mancavano ancora tre ragazze.
O no? Dopo che saremmo state al completo cosa sarebbe successo? La mia testa entrò in subbuglio e il mio voltò tornò la solita maschera. Sperai non avessero notato il mio malumore. Non volevo pensassero fosse colpa loro. Avrebbe parlato Marianne? O sarebbe toccato a me? O sarebbero arrivate le altre ragazze?


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#46 2012-08-03 21:21:07

Ancien joueur
Invité

Re: GDR: Le Regine Del Cielo

La mia vita...Non c'è niente di interessante nella mia esistenza, ne tanto meno di felice...DEVO però essere sincera con loro, dopotutto staremo insieme per molto tempo, che senso avrebbe mentire?
:"Beh...ecco....Io...Mia madre, che non ho mai conosciuto, è morta dopo il parto e mio padre appena ha saputo che lei aspettava un bambino, l'ha abbandonata.
Per cui ho passato i miei primi 8 anni in orfanotrofio...Infine sono stata adottata dai foster...mi sembra fosse il 25 Dicembre di 6 anni fa.
Probabilmente essere adottata da loro è la cosa migliore che mi sia mai capitata, mi hanno sempre voluto bene, ma io non sono stata capace di capirlo da subito. Ai tempi non mi fidavo di nessuno, dev'essere stata un impresa per loro riuscire a farmi parlare..." Ok...La storia sta diventando una commedia strappalacrime, crederanno che voglia addolcirle per farmele amiche! Però è tutta la verità...forse...forse loro capiranno! Devo provare a fidarmi, DEVO!
:"Penso sia stato soprattutto merito della mia mamma adottiva, è una tipa esuberante, forse troppo, il suo essere così solare deve avermi fatto sentire un po' più a casa, anche se inconsciamente.
Mio padre...è quasi sempre via per lavoro, è appunto per quest'ultimo che siamo andati a vivere in un posto come la Siberia. Però appena può cerca di venire a trovarci, spesso con un regalo per entrambe. E poi...basta direi...non c'è molto da fare in un posto come la Siberia, vai a scuola e poi torni subito a casa, sperando  che non attacchi una bufera di neve. E le uniche cose che puoi fare in casa sono leggere o fare dei lavori domestici. Anche perché la tv non va quasi mai per via di tempeste e nevicate." Cerco di guardare le loro facce, ma non capisco niente di ciò che pensano.
Forse non mi credono, io però so di essere stata sincera con loro, e sono a posto con la coscienza.
Forse invece mi capiscono, forse è un silenzio come dire..."di comprensione" i loro...
sarebbe bello avere qualcuno che ti capisce, che sa quando consolarti o quando stare in silenzio.
Intanto sento che un altro piccolo pezzo di maschera si sta spezzando, e in soli pochi minuti! Che record...
Queste ragazze mi rendono ottimista, mi piace la loro compagnia. Al pensiero di diventare amica anche solo di una di loro...Un sorriso sincero, forse il primo della mia vita, mi scappa, senza che io possa impedirlo.

 

#47 2012-08-03 22:04:47

charlotte-c
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Re: GDR: Le Regine Del Cielo

Non puoi farlo!! Non devi affezionarti a loro. Questo è più facile a dirsi che a farsi... sembravano così simpatiche. Sembravano proprio persone adatte con cui condividere la mia storia. Senza pregiudizi, comprensive. Era la mia migliore ambizione. Ma affezionarmi alle persone era per me una maledizione... come biasimarmi? Se lasciando i miei genitori per tre mesi stavo così male. E non era ancora passato nemmeno un giorno. Poco più di nove ore. E non ero più una bambina, ero una ragazza che tra poco avrebbe compiuti i sedici anni. Guardai il volto della ragazza, Marianne, mentre raccontava la sua storia. In Siberia... non c'ero mai stata. Poi pensai a vivere in un orfanotrofio... doveva essere stato orribile. Strinsi forte la mia borsetta con dentro il mio amato diario, evitai di tirarlo fuori e stringerlo come se avessi sette anni e fosse un peluche. Mi sembrava abbastanza insensato. O almeno agli occhi di una persona che non mi legge il pensiero... e nemmeno il volto.
In quel momento tutte probabilmente si aspettavano che fossi io a parlare... ma non ci riuscivo... eppure loro erano riuscite a raccontare la loro triste infanzia. No, non ce la facevo. Ma non potevo restare muta... spesso sembravo insensibile agli occhi delle persone. Non mi sarei permessa di dare quell'impressione - Mi dispiace per la vostra infanzia - fu l'unica frase che riuscii a sussurrare con voce roca, dietro di loro. Che me ne stavo rintanata in un angolo.
Poi ebbi un flash back. Il giorno della lotteria mi chiesi se ci fossero storie più sfortunate della mia. In quei minuti ottenni la risposta.

Ultima modifica di charlotte-c (2012-08-03 22:19:23)


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#48 2012-08-03 22:34:51

giglionero
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da: Rivendell
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Re: GDR: Le Regine Del Cielo

Ok, abbiate la pazienza di leggerlo tutto. So che è lungo ma.... ci terrei che leggeste almeno l'ultimo paragrafo^^

P.S.
Questa seconda role è suddivisa in pezzettini, paragrafi, perchè non volevo allungarmi troppo, anche se ala fine ho strafatto X°°D

------------------------


Erano passate due settimane, due lunghissime settimane. Ora dovevo andarmene. Dovevo lasciare tutto, non che mi fosse rimasto molto. Ripensavo a quei quattordici giorni, mentre sul tetto intrecciavo vimini… ero così arrabbiata con me stessa. Se solo non avessi vinto quella stupida lotteria. Ora non avevo più nessuno, nonna May se n’era andata, ero infuriata, non mi aveva lasciato nemmeno il suo corpo da poter sotterrare… nulla. Era un’egoista.
Mentre mi disperavo, le lacrime avevano cominciato a scendere sulle mie guance, amare. Tali e quali a quelle che ormai solcavano il mio viso quotidianamente. Asciugai la faccia e osservai quello che era venuto fuori: quattro cesti, vimini e gambi di rose spinose intrecciati insieme… quando mi accorsi quello che avevo fatto mi portai le mani al viso, erano tutte lacerate. Ero abituata ad avere le mani in quello stato: mia madre mi aveva insegnato la ginnastica artistica fin dalla più giovane età, ma i soldi non hanno mai abbondato nella mia famiglia, così dovevo esercitarmi tra i rami degli alberi con la corteccia meno ruvida, o tra le distese d’erba accanto ai fiumi, o ancora tra i massi nei pressi dei torrenti… era una cosa speciale allenarmi con lei, trovava sempre le misure adatte a me in natura, e ogni errore diventava una risata. Mi mancava tantissimo, avevo bisogno dei suoi abbracci, dei suoi baci della sua voce, delle sue carezze… di lei. La nonna non era una tipa sentimentale, non le piacevano tutte quelle cose. Però apprezzava i miei sorrisi e la mia voce. Avevo sbagliato a pensare tutte quelle cose terribili su di lei, ero sicura che qualche spirito mi avrebbe maledetta, ero solo una stupida.
Due ore più tardi mi trovavo nel capanno, a fare le cosiddette “valige”, che nel mio caso si trattavano di una semplice borsa e un marsupio. Avevo pensato anche a Gorgonzola e a Kai, quindi in una borsa di stoffa avevo messo carne rossa e in scatola, e anche un paio di allodole. Ero pronta. Tutta la riserva era pronta. Uscii dalla casa, ma non feci in tempo a chiudere bene la porta che mi furono lanciati dei fiori.
“Fiori? Per me?”
Mi voltai di scatto e davanti a me una folla di persone, ciascuno con un fiore diverso in mano. Riconobbi tutti, erano gli altri indiani della riserva. Una bambina di sei anni mi si avvicinò e mi diede un fiore, lo accettai molto volentieri.

Era trascorsa un’ora dalla mia uscita dalla riserva, avevo ancora le labbra secche da quante guance avevo baciato. Quella ragazzina mi aveva lasciato un bel ricordo, il suo fiore l’avevo messo tra i capelli: quando mi guardai in una vetrina, tutto quel colore fu come un’esplosione, tra le tonalità bianco-azzurre del mio corpo e dei miei abiti.
Avevo già camminato molte volte per la città, e non mi ero mai preoccupata di quello che gli altri pensavano di me, ma quel giorno tutto appariva più brutto e triste, avevo l’impressione che nessuno volesse guardarmi negli occhi…
Dovrei smettere di pensare a certe cose… anche se…
TUMPF!
Ero caduta per terra. Ma contro cosa ero andata a sbattere? Di pali non ne vedevo in giro, però sentivo il rumore di scarpe da ginnastica che correvano, nonostante tutte quelle macchine riuscivo a distinguere quel preciso suono regolare. Quando, rialzata, mi guardai in giro vidi dall’altra parte della strada un ragazzo che mi fissava. In un modo o nell’altro riuscivo a distinguere la mia immagine nei suoi occhi, anche se molto lontani. Fosse stato lui? Sembrava così dispiaciuto…
Avrebbe almeno potuto chiedere scusa! pensai mentre mettevo il broncio… ma papà venne in mio aiuto. Una svelta occhiata al suo orologio mi spalancò la bocca. Mancava sì e no un’ora all’imbarco e io non avevo compiuto nemmeno metà strada. L’unica era prendere un taxi, ma io li odiavo. Odiavo i tassisti, mi facevano sempre un sacco di complimenti durante il viaggio e poi chiedevano una mancia. Dovevo arrivare alla stazione ferroviaria, prendere il primo treno per arrivare all’ Victoria International Airport… tutto in meno di un ora? Ero pazza. Lo ero. Non potevo crederci, tutto per uno stupido aereo. Sentivo la voglia di tornare indietro e di lasciare le altre vincitrici al proprio destino. Per un motivo o per l’altro non ci riuscivo. Alla riserva molte donne mi avevano fatto i complimenti, ero una delle poche che era riuscita ad andarsene, a raggiungere qualche obbiettivo. Avrei deluso tutte loro se fossi tornata a casa. Continuai a camminare, in fondo la stazione non era molto lontana, forse avrei potuto prendere la metro, sarebbe stato più veloce.
Notai che molte persone mi guadavano male, ma cosa avevo? Poi ricordai che Gorgonzola era dietro di me e avanzava al mio passo. Kai era già arrivata all’aeroporto, secondo i miei calcoli.

Stavo pensando alla nonna, mentre accarezzavo Gorgonzola. Non mi accorsi del controllore che passava per i biglietti urlando, solo quando mi scosse notai i suoi occhi color nocciola. Gli porsi un biglietto rosa, che lui bucherellò con un affarino. Salutai con un cenno del capo e guardai fuori dalla finestra.
Oh, che stupida. Siamo sotto terra, non c’è niente da guardare pensavo mentre ridacchiavo tra me e me.
Però… forse ero io quella strana e un po’ matta, ma avevo l’impressione che tutti quei tubi formassero un disegno. Quando il treno iniziò a sfrecciare nel sottosuolo, quel dipinto rimase nella mia immaginazione, mentre le fuse di Gorgonzola accompagnavano il mio sonno.

« NIENTE ANIMALI! Niente animali! Spero lei mi stia prendendo in giro perché altrimenti… »
« Mi dispiace signorina ma non so cos… »
« E cosa dovrei fare? Lasciare il mio gatto sulla pista? In modo che qualche bastardo* lo prenda sotto? Mi dispiace ma lei dovrà far salire questo gatto su quel maledetto aereo! » dissi sbattendo sul banco il biglietto aereo. Lì c’era scritto “velivolo privato” quindi che senso aveva non permettere a Gorgonzola di salire? La risposta arrivò dalla stessa donna che me lo aveva proibito, o meglio: dalla sua espressione al mio biglietto. Disse che potevo dirigermi verso l’esterno. Sbuffai, raccolsi le mie “valigie” e feci un cenno di seguirmi al micio. La brezza mattutina mi rinvigorì e si portò via tutte le mie preoccupazioni. Vidi l’aeroplano… era come quello di mio padre, solo più colorato. Sentivo che le tante ore di viaggio mi sarebbero state più che magnifiche, piene di ricordi.

Erano dieci minuti che mi strusciavo su quelle tende afrodisiache. Il pilota aveva preferito farci fermare in un hotel a Casablanca. Gorgonzola si trovava bene, anzi, si era già appostato sul letto a due piazze e non mi permetteva di avvicinarmi, il suo sguardo diceva chiaramente “Non avvicinarti, sto perlustrando”: scoppia a ridere al solo pensiero. Quando tornai seria, la morbida poltrona nell’angolo della stanza sostenne il mio peso in caduta libera. Sentii scivolare via tutte le mie tranquillità e un turbine di emozioni si impadronì del mio esile corpo.
Cosa dirò sulla mia vita? Infondo non ne ho mai avuta una vera… e chissà cosa penseranno di me.
Per la prima volta dopo la morte di mio padre mi alzai e andai ad osservarmi allo specchio, con gli occhi di un’adolescente che vuole sentirsi bella, e non con quelli di una donna che deve controllare se è un minimo presentabile. Provai a sistemarmi i capelli, una ciocca dietro l’orecchio e l’altra che ricadeva sul viso; sistema le pieghe del vestito e feci un mezzo giro: infondo non ero così penosa.
Sorrisi.
Non vedevo quel sorriso da molti anni, e mi faceva piacere riconoscere che in me c’era ancora qualche cosa di infantile.
Gorgonzola mi fissava compiaciuto. Lo accarezzai sotto il collo e mi tuffai nel letto, che per poco non mi inghiottì. In pochi secondi il mio respiro era rallentato e il mondo dei sogni si inoltrava nella mia mente.

«Signorina, si prepari all’atterraggio»
Mi sveglia di soprassalto. Come “atterraggio”? Non mi ero nemmeno alzata, o forse sì. Controllai l’orologio…
Mezzo giorno e un quarto??
Non mi spiegavo come mai non mi ero accorta di essermi svegliata. Un velo di dispiacere mi coprì il viso: tenevo moltissimo a vedere l’africa dall’alto. Fatto sta che il verde spumeggiante del Madagascar si avvicinava. Misi la cintura e mi preparai ad affrontare la medesima avventura. Gorgonzola si ficcò sotto di essa e iniziò a miagolare.
«Eh già vecchio mio, siamo arrivati. Ora ricominceremo tutto. Io, te e Kai, nessun altro.»

Il pilota era stato così gentile non appena arrivati all’aeroporto. Mi aveva offerto una cioccolata calda, ma io avevo declinato l’offerta, non vedevo l’ora di vedere le ragazze che mi avrebbero accompagnato in questa mia avventura. Kai mi spaventò quando si appoggiò, seppur delicatamente, sulla mia spalla. Erano due giorni che non la vedevo e le diedi un bacino sul becco. Prima di entrare mi guardai in un vetro, e sistemai il mio aspetto come avevo fatto la sera prima.
Sono pronta!
Presi un ascensore. Quando si fermò bloccai per un attimo le porte. Non ero affatto pronta.
Guardai Gorgonzola, ai miei piedi, e Kai sulla mia spalla. Cercai di esibire il mio migliore sorriso e uscì.
Erano lì. Quattro splendide ragazze che facevano conversazione. Fui attratta da una  in particolare. Aveva i capelli rosa e gli occhi dello stesso colore. Esprimeva una femminilità che io non avevo. Mi sentivo insicura.
In confronto sono una pulce, pensai guardando anche le altre tre. Magnifiche, dalla prima all’ultima. Non volevo farmi notare subito, ma Kai ebbe l’intelligente idea di emettere un urlo, in modo da attirarne l’attenzione. Sfoggiai un sorriso, ma a denti stretti la ringraziai sarcasticamente. Un solo dubbio mi venne…
Dovrò parlare in inglese o in francese?

Ultima modifica di giglionero (2012-08-03 22:37:52)


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#49 2012-08-03 22:54:50

Ancien joueur haru-chan
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Re: GDR: Le Regine Del Cielo

Ahah mi immagino Amelie e Juno che parlano in francese tra loro °7°
Bel pezzo!

La francese si mosse, a disagio.
Non le piacevano affatto quelle situazioni.
Lanciò un'occhiata a Marianne, con gli occhi velati di malinconia, prima di tornare a fissarsi le scarpe.
Le sembrava strano che l'albina riuscisse a raccontare tutta la sua storia con così tanta facilità, ma non riusciva a dubitare delle sue parole. Le sembravano pronunciate con un tono così sincero e vero...
Però ricordava le parole del fratello, che la prendeva in giro. Sì, Amelie era una persona relativamente facilmente raggirabile, e lei stessa lo sapeva bene...
Decise di allontanare quei pensieri negativi e guardò di nuovo la ragazza dai candidi capelli.
«Non dev'essere stato facile, immagino.» aveva ricominciato a torturarsi le mani. «Sono felice che tu ne abbia parlato, però. Significa che riponi fiducia in noi, no?» sorrise leggermente, sincera.
Era seriamente contenta che almeno Marianne stava cominciando a interagire con il resto del gruppo, perché Camilla, a quanto pare, era troppo timida...o almeno era quello che Amelie aveva supposto.
Fortunatamente un'altra vincitrice della lotteria le aveva raggiunte, accompagnata...da un'aquila?
Amelie guardò il rapace, stranita e sorpresa. Non ne aveva mai visto uno così da vicino, era splendido. Forse avrebbe dovuto averne paura, ma proprio non ci riusciva.
E vicino ai piedi della ragazza (anche lei albina?) trottelava un gatto. Questa volta la francese sorrise: adorava i felini, così eleganti e fieri.
Rivolse poi un sorriso anche alla ragazza, osservandola meglio. Sembrava avere 13-14 anni...Chissà di che nazionalità era?
Ora che Amelie ci rifletteva, effettivamente sembrava essere la più grande, in quel gruppo, anche se il suo aspetto la faceva sembrare una ragazzina.

Ultima modifica di haru-chan (2012-08-03 23:00:43)

 

#50 2012-08-03 23:45:35

charlotte-c
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Re: GDR: Le Regine Del Cielo

Dopo il mio lieve sussurro decisi di farmi avanti. Avrei evitato di diventare una loro amica inseparabile ma dopotutto avrei dovuto vivere per tre mesi con quelle ragazze. Che almeno non mi giudicassero un'essere insensibile. Che mi pensassero socievole, anche se non lo sarei mai sembrata, ho molti difetti e pochi pregi. Ma il mio volto riusciva a nasconderli tutti. Facendomi sembrare una persona che non ero. Eppure odiavo stare al centro dell'attenzione. Essere osservata. Mi provocava una strana sensazione, mi faceva sentire a disagio. Ma mi ero resa presto conto che più stavo nascosta più erano incuriosite dal mio comportamento. Forse se stavo in mezzo al gruppo dicendo qualche frase qua e là mi avrebbero ignorata. Sperai lo facessero. Perché di raccontare la mia vita non ne avevo proprio voglia. Mi faceva sentire più sola di quanto già non fossi.
Resistetti nuovamente all'impulso di togliere il mio diario dalla borsa; non potevo comportarmi così. Ero così insensibile, e fifona. Avevo troppa paura di raccontare la mia storia. Io stessa faticavo a capirla. Era tutto così confuso.
Amelie  parlò - Non dev'essere stato facile, immagino. Sono felice che tu ne abbia parlato, però. Significa che riponi fiducia in noi, no? - bene, parlava a lei e non a me... era una bella notizia.
Cercai di integrarmi, che per me era stare lì, ignorare tutto ciò che mi stava attorno come era mio solito, non parlare ma essere lì con loro così che non mi ponessero domande "per farmi partecipare". A questo punto sembrerà che fossi quella io che non voleva socializzare ma io lo avrei voluto solo che non potevo permettermelo. Forse ne ero perfino troppo convinta.
Forse... e stessi sbagliando tutto? E se potessi mantenere i rapporti a distanza una minuscolo fiamma... un minuscolo bagliore. Un barlume di speranza si accese dentro di me. Ma non bastava a rendermi sicura nel socializzare. Ero immersa nei miei pensieri quando un grido di un animale attirò la mia attenzione. Mi girai e la vidi... la nuova arrivata.

Rimasi imbambolata un attimo. Non che il mio viso trasparisse la mia sorpresa. Ma si poteva notare dal fatto che ero rimasta immobile, girata verso la ragazza. A vederla sembrava una ragazzina. Quasi una bambina. Ma c'era qualcosa nel suo atteggiamento, non so cosa. Che mi diceva che non era una ragazzina. Che era forte... che non era fragile.
Ai suoi piedi stava un gatto, mentre sulla spalla stava un'aquila. Sembrava così piccola, una ragazzina delle medie. Magra e indifesa. Con la pelle sottile all'apparenza. Gli occhi color ghiaccio. I capelli azzurri. Azzurri??! Non potevano essere tinti. Avevano un'apparenza troppo naturale. Assurdo... gli occhi color ghiaccio poi? Mi sentii fuori posto. Io non ero come loro? Io non ero speciale, ero solo sfortunata come fortunata. Con una vita assurda. Ero sicura che certe persone sognerebbero una vita come la mia mia, ma loro non sapevano cosa significava. Ma tutte erano speciali. Eppure così sfortunate. Fui tentata di rintanarmi in un angolo ora che finalmente un nuovo volto, curioso, si era presentato davanti a loro. Ma probabilmente non si fidava di noi quanto io non ero pronta a fare nuove amicizie. Ma non ci riuscii a restare lì. Colsi al volo la situazione nascondendomi in una angolo. Ma prima di andare ed essere dimenticata da tutti ora che c'era un'altra ragazza dissi - Benvenuta tra le vincitrici più strane al mondo - e voltai le spalle. Avevo parlato pianissimo. Solo per dirlo... probabilmente(anzi si spera) non mi aveva sentita nessuna. Mi rintanai nel mio angolo e aspettai che le altre ragazze facessero qualcosa. Come se stessi guardando un film... solo che questa volta avrei dovuto recitare pure io una parte prima o poi, che lo volessi o no.

Ultima modifica di charlotte-c (2012-08-03 23:47:40)


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