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#1 2012-07-19 20:35:20

charlotte-c
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GDR: Le Regine Del Cielo

Salve!
Benvenute in questo GdR, le iscrizioni sono chiuse, ma ecco la trama:

Tutto iniziò nel periodo comunemente chiamato alto medioevo, nacquero sette gemelle dizigote. Evento rarissimo se non impossibile ma… chi ha detto che l’impossibile non può essere possibile? Infatti le ragazze erano le Regine Del Cielo… vi sembrerà impossibile ma è vero! Le ragazze avevano sette poteri… erano: la Regina Della Luna, la Regina Del Sole, la Regina Delle Stelle, la Regina Del Vento, la Regina Delle Nuvole, la Regina Della Pioggia, la Regina Della Neve.
Ma avevano una dote in comune…
Il cielo è mutabile e immutabile allo stesso tempo, nel tempo cambia ma allo stesso modo rimane sempre lui, sempre e per sempre cielo è e cielo rimarrà... è lui che decreta il tempo, le ore che trascorrono, il tempo che passa... il passare tempo è sempre davanti ai suoi occhi e lui decide quando è giorno e quando è notte... è lui e nessun altro... così quando le Regine Del Cielo chiederanno insieme al loro regno di mostrare loro quello che ha visto, quello che è stato vissuto lui obbedirà al loro ordine. 
Questa dote salta tre generazioni ogni volta… ogni gemella ha avuto la sua strada. Ma ora c’è la nuova generazione, quella di ragazze che in realtà sono lontanissime parenti. Anche se non ne sono consapevoli, ognuna di loro nel tempo ha acquisito molti cognomi differenti.
Ma su questa generazione aleggiano due problemi.
Uno è quello dell’antico fratellino delle gemelle, all’inizio come ogni ragazzo fu invidioso delle sorelle, potenti com’erano.
Ma nel tempo i suoi discendenti muteranno la sua rivalità in odio e inferiorità… e cominciarono a pensare fosse meglio tenerle sotto controllo. Non ucciderle perché pensavano che in tal caso sarebbe caduto il cielo(una volta erano superstiziosi) ma controllarle così da averle sotto il loro controllo…
Inoltre sulla nostra generazione aleggiava anche una profezia:
Regine Del Cielo dalla grande potenza… son proprio loro che rivendicano la volta sopra la nostra testa:
Capelli di raso e bocca di rosa, cuore argentino dietro lo sguardo magnetico.
Nessuno sa di cosa sia capace, nessuno sa chi sia davvero. È però chi ha davvero un legame potente e per sempre è e sarà la Regina Della Luna.
Dentro ha un cuore scottante che si nasconde dietro il suo fuoco e il suo fumo. Potente si sente ed è proprio così.
È proprio così reclamata dal sole la potente e sfuggente Regina Del Sole.
Molteplici espressioni, cuore con piccoli bagliori.
Potere stellato, luminoso e diverso nelle sue forme. Così eccola con tutto il suo splendore, la sua forza stellare la Regina Delle Stelle.
Può distruggere come carezzare, con il cuore in un continuo uragano di emozioni.
Potere tempestoso e distruttore, bontà esemplare e rincuorante. Queste due facce della medaglia caratterizzano la Regina Del Vento.
Densa e candida, cuore annebbiato e confuso.
Potenza addolcita ma lenta e dolorosa. Eccola lì, la misteriosa e indefinibile Regina Delle Nuvole.
Scende e cura, cola lentamente o cade velocemente, cuore cristallino e lavato.
Scivola via velocemente…difficile individuarla… scivola nella tua vita per poi sparire. Ma in realtà è onnipresente perché è la Regina Della Pioggia.
Ogni lei è diversa, ogni parte di lei è complessa e bellissima, di un candore misterioso e glaciale è fatto il suo cuore.
Potere lento, potere soffocante, potere immobilizzante, ferma e in continuo cambiamento. Di ghiaccio è fatta la bellissima e mutabile Regina Della Neve.
Solo insieme possono salvarci, il cielo sta cadendo e solo insieme lo possono salvare. Solo diventando le Regine Del Cielo veramente possono salvarci… ma questo vuol dire che dovranno controllare la volta celeste

Così quelle ragazze, lontane come vicine. Amiche come nemiche, sorelle come sconosciute si conobbero. L’incredibile possibilità di passare un campeggio fantastico si presentò loro. Così parteciparono a quella specie do lotteria; e vinsero proprio loro sette, sette posti nel campeggio più VIP del mondo in Madagascar…
Che entusiasmo! Felicità e tutto il resto ma chi dice che dietro alla felicità non si possa nascondere il pericolo? B’è e se vi dicessi che quel campeggio era stato fatto vincere a posta a loro, che dietro ci fossero i discendenti del fratellino.

e fine!
All'inizio avevo paura che la profezia limitasse il carattere dei pg ma mi hanno detto che va bene...
allora qua metto la lista dei poteri così una non si ritrova a provare a fare un potere già occupato


Regina Della Luna: occupato
charlotte-c
Nome e cognome: Camilla Carlyle
Età: 15 anni, il compleanno è il 6 Settembre
Potere: Regina Della Luna.
Capace di modificare le maree, dotata di grande magnetismo che le permette di attrarre gli oggetti; inoltre se si impegna è capace di incantare le persone, lasciandole sveglie ma imbambolate.
Storia: Sono Camilla, tutti mi danno sempre diversi soprannomi, non a tutti piace il mio nome, ho sempre viaggiato, non ho mai avuto un luogo fisso, il motivo è che ho due genitori bilingue, povera me, sono pure figlia unica. Mio padre è dalla metà paterna irlandese, Waterford, sud dell’Irlanda, paese piccolo e dalle case colorate con un edificio che prevale sugli altri, non ci ho mai fatto troppo caso so solo che era conica la punta,   mentre della metà materna è di un isola degli U.S.A., un isola vicino a Porto Rico, le  Vergin Island, in particolar modo viene da Charlotte Amalie, capitale delle Vergin Island che ho vistato, di notte è sempre luminosa ed una volta ho cercato delle immagini su internet e ne ho trovato una da fuori che era uno spettacolo, quando è giorno è un’isola comune, neanche bellissima per le spiagge, anche se né mio padre né io abbiamo preso i tratti dai degli isolani, diciamo che mio padre è molto più irlandese… una volta mi raccontò in breve la sua storia:
Si chiama Aymon, nacque a Charlotte Amalie, diciamo che la sua nascita è stata un po’ un caso, mio nonno era andato là in vacanza e lì aveva conosciuto questa donna bellissima: mia nonna. E per lo sbaglio di una notte lei rimase in cinta, aveva soli ventun anni così quando mio padre nacque fu una tragedia, dopo i primi mesi di vita tornarono in Irlanda dove avrebbe potuto vivere meglio, visse a Waterford ovviamente.
Poi c’è mia madre, b’è mia madre è metà Slovena e metà scozzese, mia nonna era bretone, mentre mio nonno era sloveno, mio nonno veniva da Portorose, o come lo chiamano là Portoroz, mentre sua madre veniva dalla Scozia, sì mia nonna materna era scozzese, veniva da Edimburgo, città meravigliosa ma devo dire troppo strana per i miei gusti.
Mia madre visse in Francia per motivi che non ho mai capito, non ne sono sicura ma forse perfino mio nonno era bilingue, mi sa che lui era sloveno e francese, almeno penso, io lo ricordo sloveno ma è possibile fosse pure francese… non so! Per colpa dei viaggi e tutto il resto sono un po’ confusa… comunque tornando a me… con tutti questi viaggi sono sempre stata piuttosto confusa, mi sono sempre chiusa in me stessa perché non aveva nemmeno senso farsi degli amici, tanto nel giro di mesi o nei casi più fortunati anni me ne sarei andata, i miei genitori per me sono diventati le uniche persone a cui potersi affidare e mi sa i miei migliori amici, avrei sempre voluto un animale da farmi compagnia, magari un cagnolino dato che non ho nemmeno fratelli o sorelle e di certo mi sarei sentita meno sola con lui. Ma sarebbe stato un problema con l’aereo,  così non abbiamo mai potuto prenderlo, non ho mai capito se eravamo ricchi o poveri, immagino benestanti, ma non ne sono sicura, dato che non abbiamo mai avuto una casa.
Il motivo dei milioni si soprannomi è che ogni stato a le sue teorie sul soprannome migliore, per me è sempre stato difficile non affezionarmi alle persone ma sapevo che nel giro di poco le avrei perse così ho sempre evitato. O non riesco a dimenticare le infinità di soprannomi che mi hanno dato:
Cami
Cam
Milla
Cammie
Camil
Li
Tutti miei eppure per me sono sempre stata Camilla Carlyle, senza soprannomi, ora direte: non potevi confidarti solo con i tuoi genitori.
Infatti non è così, ho sempre amato scrivere e mi sono portata in giro per il mondo il mio notebook, più che tutto per risparmiare spazio, dovevamo avere il minimo indispensabile dati i continui spostamenti e tenere il cartaceo sarebbe assurdo con mille fogli e quant’altro così mi fanno tenere tutte le mie cose sul notebook, ma ho anche un diario, quello non lo abbandono mai, è da dieci anni che lo posseggo(prima non sapevo scrivere) e sono ancora a metà, ho sempre scritto in piccolo e risparmiato spazio perché sapevo che non me ne avrebbero comprato uno nuovo, ormai le persone le evito.
Evito tutti quelli a cui mi potrei affidare.
Ho partecipato a un estrazione per una lotteria che mi farebbe vincere un campeggio VIP, ma in realtà l’ultima cosa che voglio è un’avventura, i miei sperano di poter barattare il campeggio con dei soldi, o meglio sostituirlo, al posto del campeggio abbiamo chiesto di avere il costo che avrebbe che basterebbe a poterci finalmente stabilire in un luogo fisso. Speriamo.
Provenienza: Indefinibile, ho sempre viaggiato molto, fino hai sei anni ho fatto un po’ di qua e un po’ di là per l’Irlanda, stavamo circa ogni anno da dei parenti anche lontani da Waterford ma stabilmente in quegli anni posso dire di aver abitato lì.
Dopo sono andata a Portorose, lì devo dire non si stava male, prenotarono una camera d’albergo al Palace, lì lavoravano tantissimi parenti di mia madre e ce lo permisero, quelli furono alcuni degli anni migliori, ma ci restai solo fino all’estate prima dei dieci anni, poi andai in Gran Bretagna, lì il soggiorno fu lungo, fino ai quattordici anni e mezzo, lì non sono mai stata ferma, il primo anno sono stata interamente a Londra poi abbiamo rincominciato a fare in qua e in là per tutta la Bretagna, in Inghilterra visitammo solo per un paio di mesi una cittadina poi non ci tornammo più, facevamo avanti e indietro dal Galles alla Scozia, ci fermammo un po’ più che negli altri posti a Edimburgo, lì facemmo quasi un anno, mentre negli altri paesi facevamo più o meno sei mesi poi cambiavamo aria, poi nell’ultimo anno e un quarto ho vissuto a Charlotte Amalie, no aspetta! Quello è stato solo l’ultimo anno, no! Neanche un anno, un mesetto in meno… l’altro quarto e mesetto lì ho passati a Nizza e Monte Carlo, sud della Francia, anche se Monte Carlo o Monaco o come si vuole chiamare sarebbe uno stato a sé… non so, comunque l’ultimo periodo l’ho vissuto a Charlotte Amalie.
Descrizione fisica: Sono minuta e abbastanza carina, ho lunghissimi capelli neri, labbra di rosa, grandi occhi color oceano e uno sguardo timido ma affascinante(parole di mia madre, non mie!).
La pelle bianco latte e il naso minuto rendono impossibile capire la mia origine, delle Vergin Island ho preso davvero poco.
Ho le orecchie leggermente a punta e le gambe agili, come il resto del corpo.
Le persone non capiscono facilmente da dove vengo e questo mi ha sempre dato un’aurea di mistero.
Descrizione caratteriale: Sono una ragazza poco socievole, non voglio amici o affetti, sono sempre chiusa in me stessa, il mio volto è come una maschera, le mie emozioni le dimostro solo nelle mie storie e nel mio diario, l’unica cosa che vorrei e fermarmi un attimo, voglio fermare il mondo per qualche minuto, e di solito è quello che faccio, ignorare il tempo, col tempo sono diventata piuttosto insensibile, nel senso che è difficile ferirmi a parole, mi rinchiudo nel mio mondo, amo scrivere più di ogni cosa al mondo, anche se i miei genitori vorrebbero che facessi sport data la mia agilità.
Sono indifferente a molte cose che mi accadono intorno, per questo non mi offendo se mi insulti, non ribatto e non devo far finta di essere indifferente perché lo sono.
Non so cosa vuol dire voler così tanto bene a qualcuno(tranne i parenti che non contano) da rischiare la vita per lui, ma lo vorrei scoprire, in realtà più che una casa e il resto quello che voglio è vivere come una ragazza normale con degli amici.
Inoltre nonostante tutto sarebbe anche difficile socializzare data la mia perenne confusione data dai continui viaggi e spostamenti che mi confondono le idee...
Immagine:
Camilla


Regina Del Sole: occupato
eynis
Nome e cognome: Elettra Aurora Smirnonv
Età: 16
Potere: Sole. riesce a far cambiare la temperatura controllando il calore del sole da cui dipendono tutte le forme viventi. per la fotosintesi nelle piante e per gli uomini e gli animali, che senza il calore del sole morirebbero assiderati.
Storia: sua madre, Maria, è italiana, viene dalla Sicilia. ha lunghi capelli neri come l'ebano con riflessi blu notte. gli occhi azzurri contornati da lunghe ciglia nere, stranamente chiari per quel'isola dove tutti li avevano scuri e comuni, è sempre stata la sua arma per abbindolare gli uomini più superficiali. il fisico alto ma poco asciutto, molto formoso, molto tipico delle donne meridionali.
la famiglia italiana è sempre stata molto ricca, una delle più ricche della zona. sua madre viveva bene, circondata da fratelli che l'amavano e la sostenevano, due genitori che l'accontentavano in tutto. ha frequentato le migliori scuole iataliane laureandosi a pieni voti in medicina e farmaceutica. ma in un lungo viaggio in Russia, dove era andata a studiare alcune forme di malattia poco conosciute, vede la povertà della maggior parte dei cittadini russi e se ne innamora.
decide così di rimanere in quella Russia povera e fredda. decide di aiutare tutte le persone povere con il poco devaro che riesce a guadagnare facendo da infermiera, mestiere che l'appaga poco e che sciupa la sua bellezza meridionale. presto si abiuta al freddo perenne che squote quella parte molto orientale della Russia, ma crede in ciò che fa e continua nel suo intento. nei piccoli villaggi poveri tutti la vedono come la loro santa, la loro protrettrice dal freddo dalle malattie e anche dalla morte, visto che molti bambini e ragazzi giovani morivano per la fame e per le malattie.
ma un giorno, durante il suo turno al piccolo ospedale della città dove vive e lavora arriva un paziente diverso dagli altri.
Adrian, uomo russo per eccellenza, ha vissuto in una famiglia povera e violenta con altri 6 fratelli. ha sempre disprezzato il modo di educare lui e i suoi fratelli e appena computa la maggior età se nè andato dal quella famiglia sgangherata in cui si era ritrovato.
Adrian è alto e asciutto, anche se lavorando in miniera gli sono cresciuti dei muscoli forti. ha gli occhi chiari come la neve, i capelli altrettanto chiari. è un bell'uomo dai modi gentili e dolci. è stato ricoverato nel piccolo ospedale dove lavora Maria perchè mentre lavorava in miniera gli è caduto addosso un masso di pietra. gli si sono rotte buona parte delle ossa delle gambe e delle braccia, qualche costola e senza contare tutti gli innumerevoli tagli e eferite che ha riportato.
Maria, che non vede un caso del genere da quando stava in Italia e aveva fatto tirocinio in un ospedale molto frequentato si offre subito volontaria per assistere al medico che dovrà operare Adrian. deve combattere molto per ottenere quel posto, ma alla fine riesce a ottenerlo.
in sala operatoria, con lei, finisce un chirurgo che non sa fare il suo mestiere. Maria è davvero arrabbiata con il medico. ha preso sotto gamba un intervento davvero molto pericoloso e complesso, ma non riesce a faglielo capire i suoi errori. alla fine Adrian rischia di morire per una stupidata, meno male che Maria interviene prendendo il posto del chirurgo e riesce a salvagli la vita, anche se il povero Adrian non riuscirà a recuperare completamente l'so delle gambe e delle braccia.
quando Adrian si sveglia è disperato. lui dipendeva dall'uso delle gambe e delle braccia per il suo lavoro, come farà a vivere?
per fortuna a consolarlo c'è la bella Maria che si prende cura di lui anche quando viene dimesso, portandogli da mangiare e curandolo nella sua vecchi casa.
grazie al suo gesto Maria è riuscita a diventare un chirurgo, passando da semplice infermiera a medico d'eccezzione per quella piccola clinica. lo stipendio è un po' più alto e così riesce ad aiutare più gente.
Maria a Adrian continuando a incontrarsi si innamorano.
vengono da due famiglie molto diverse, una ricca e dolce con i suoi figli, l'altra povera e con modi bruschi, ma entrambi si sono allontanati per qualcosa che non andava. o la troppa dolcezza o la troppa rabbia. si rivedono in questo e decidono di sposarsi.
celebrano due matrimoni, uno in Russia, povero e con gli amici di Maria, uno in Italia, più sfarzoso e grande e con molta gente che non conoscono.
anche se la famiglia di Maria gli offre una grande casa in Sicilia i due sposini decidono di tornare in Russia dove tutto ha avuto inizio.
Maria continua il suo lavoro come chirurgo, ma la paga non è abbastanza per mantenere due persone e un affitto. e Adrian non è ancora in grado di lavorare.
un anno dopo nasce Luigi, ha i capelli scuri come quelli della madre e i capelli verdi, la pelle olivastra. è un bellissimo bambino e cresce in fretta. finalmente Adrian riesce a ricominciare a lavorare, viene assunto in una bottega grazie all'influenza che Maria ha aquistato in città. l'anno dopo nascono Antonietta e Olga, due piccole gemelle monovulari dai capelli chiari e gli occhi scuri e la pelle chiarissima come quella del padre. ormai in famiglia sono in 5 e i costi aumentano sempre di più. dopo due anni Maria rimane ancora incinta e dopo nove mesi nasce Alena, grandi occhi scuri e capelli albini come quelli del padre. e l'anno dopo Tommaso, magrolino magrolino con i capelli scuri come glio occhi, neri come il carbone che il padre estraeva dalle miniere.
appena i bambini diventano grandi Maria e Adrian li mandano a lavorare, contro voglia perchè non sono favorevoli allo sfruttamento minorile, ma consapevoli di aver bisogno di soldi per riuscire a tirare avanti.
Maria è sempre amata da tutti e i bambini che lei ha aiutato e che ha fatto andare avanti nella bellissima avventura che prende il nome di "vita" stanno crescendo. molti vanno a scuola e altri si sono laureati, e altri ancora, anche se pochi, sono diventati qualcuno di rilievo nella società russa, ma tutti, genitori e ragazzi, non si sono dimenticati l'impegno e la devozione di Maria e adesso sono loro che cercano di aiutarla, lei e la sua famiglia, in tutti i modi.
si differenziano tra tutti due ragazzi e una ragazza, Iosif, Timur, i due ragazzi e Svetlana, sono riusciti a fare carriera, due come avvocato e una come stilista e decidono di aiutare Maria. riescono a farla trasferire a Mosca, in un appartamento alla periferia della città. ormai Maria e Adrian non sono più molto giovani e i figli stanno diventando grandi. Luigi ha 19 anni e l'anno dopo comincerà l'università di medicina. Antonietta e Olga ne hanno 18 e sono diventate due bellissime ragazze. appena finita la scuola superiore, dove hanno studiato lingue, vengono ingaggiate da un'azienda di moda e diventano delle modelle che piano piano scalano il successo. Alena ne ha 16, frequenta uno dei più rinovati licei artistici e davanti a se ha tutto un futuro da artista, mentre Tommaso è la pecora nera del gruppo. a differenza dei fratelli non è bellissimo o intelligiente. va male a scuola e se ne frega di tutto e di tutti. si mette sempre nei pasticci e ha un'anima ribelle come quella del padre, che appena compiuta la maggior età se n'è andato. solo che Adrian è andato via di casa per buoni motivi, mentre Tommaso non ne ha, perchè è amato ma non viziato, nessuno viene picchiato e tutti crescono in un'aria di amore.
le vacanze le trascorrono in Sicilia da quando si sono trasferiti a Mosca, visto che dopo la piccola spinta dai tre ragazzi e le brillanti carriere dei figli riescono a mantenersi da soli. Maria non ha mai voluto chiedere aiuti finanziari alla sua famiglia perchè era molto testarda e non voleva far vedere ai genitori di aver sbagliato, anche se non del tutto. continuano a mandare soldi ai poveri abitanti del vecchio villaggio dove vivevano prima e adesso viene considerata tutta la famiglia dei santi del villaggio non solo Maria.
i figli continuano a crescere negli anni, ma alla famiglia il destino non ha ancora svelato tutte le carte. infatti, quando Maria ha 45 anni rimane incinta di nuovo. ma questa gravidanza è diversa dalle altre, se ne rende conto sopratutto lei. la pancia le si gonfia come se stesse aspettando cinque o sei bambini, e la piccola creatura che sta crescendo richiede sempre più energia e cibo dalla sua mamma. Maria, già avanti con l'età si ammala e diventa sempre più debole. prende anche l'idea di abortire, anche se le sembra un abominio, e anche i figli sono dalla sua parte vedendo come si ammala e si indebolisce la loro mamma.
ma all'ultimo momento Maria ci rinuncia e porta a termine la gravidanza.
quando la bambina nasce decidono di darle due nomi, Elettra, per la forza, e Aurora, perchè era una bambina bellissima e.... luminosa, a modo suo. aveva la pelle diafana, bianca, i capelli bianchi e gli occhi celesti, come il cielo d'estate. ma la prima cosa che notarono in quella piccola bambina fu la stranezza degli occhi. infatti, quando la bambina era felice e allegra gli occhi diventavano gialli come quelli di un gatto, o del sole, mentre quando si arrabbiava, diventavano rossi, come quelli di... sembrava brutto dirlo, ma quelli di un demone, oppure sempre le sfumature più maligne del sole.
tutta la famiglia è felice di aver salvato la piccola Elau, il soprannome che le avevano dato, e tutti si innamorano di quella bambina dagli occhi magnetici. sopratutto Tommaso, che rivede in Elau, sopratutto la versione con gli occhi rossi, la sua forza e la sua ribellione e la sua determinazione.
la bambina cresce e diventa ogni giorno più bella e ammirata da tutti, con i suoi capelli bianchi e gli occhi celesti-dorati-rossi. il corpo diventa più elegante, più alto e slanciato e crescendo si riempie di curve, come quello della madre. ha sempre ottimi voti e vive in una bella casa, ignara delle fatiche che i genitori e i fratelli hanno dovuto subire prima di lei per arrivare fino a lì. decide di studiare lingue e diventa la migliore vincendo borse di studio in giro per il mondo, ma che declina sempre per rimanere accanto ai suoi genitori sempre più vecchi e sempre con qualche acciacco in più. ormai tutti i fratelli e le sorelle sono grandi. Luigi ha 35 anni, è diventato un grande medico e si è costruito una famiglia, ha già due bellissimi bambini. Antonietta e Olga sono diventate delle modelle molto richieste e con qualche difficoltà anche loro si stanno costruendo una famiglia. Alena ha 32 anni e convive con un meraviglioso ragazzo di cui è innamoratissima, mentre Tommaso è scappato di casa alla maggior età ed è rimasto in contatto solo Elau, che è sempre la sua preferita.
per il compleanno di Elau, Tommaso, le regala un biglietto della lotteria. non può permettersi di più visto che lavora in miniera e non ha soldi per regali estra, ma Elau è molto contenta. potrebbe vincere una vacanza in un campeggio da VIP, da sola. senza badare ai genitori, che ormai hanno 61 e 66 anni e non se la passano molto bene.
Provenienza: Mosca, Russia
Descrizione fisica: è alta e magra come il padre, ma anche essendo magra ha preso dalla madre ha preso le forme tipiche del meridione italiano. ha lunghi capelli biondi, ma sono così chiari che possono sembrare bianchi se non guardati con attenzione. da quando è nata non li ha mai voluti tagliare e adesso le arrivano quasi ai piedi. i genitori hanno provato innumerevoli volte a convincerla a tagliarli ma lei si è sempre rifiutata, ma sono molto belli e setosi. ha dei grandi occhi azzurri come il cielo ma che cambiano colore a seconda del suo umore, gialli-dorati quando è felice e rossi quando si arrabbia. ha un visino magro e dolce che ispira fiducia.
Descrizione caratteriale: è dolce quando ha gli occhi celesti. ha un sorriso meraviglioso, splendente, quando li ha dorati, ma è una furia quando li ha rossi.
è di per se molto dolce e romantica, adora leggere e fantasticare. ama stare all'aria aperte, sopratutto sotto il sole, anche se la sua pelle sembra immune ai raggi del sole, anche quelli più potenti, infatti resta tutto l'anno bianca come il latte. quando scende la luna si sente debole, ma allo stesso tempo vicina a qualcuno che ama, e lo stesso vale per la neve, che ama in senso particolare perchè è dello stesso colore della sua pelle, si sente sopratutto molto debole quando vede oscurarsi il sole coperto dalle nuvole, è già successo che svenisse quando veniva coperto, ama le stelle così vicine alla luna, che ama con tutto il cuore, anche se la rende debole. come la sua adorata mamma che ha rischiato di morire pur di tenerla in grembo. adora la pioggia quando cade assieme a una bella giornata. adora sentire il vento tra i lunghi capelli, le da una sensazione di libertà che la fa sorridere. ama farsi dei nuovi amici anche se dopo scopre essere falsi. la pelle bianca non diventa quasi mai rossa perchè è molto forte ed è sicura di quello che fa. si sente potente, sopratutto quando ha gli occhi rossi, si sente la padrona del mondo. non è arrogante, ma solo molto sicura di se.
Immagine:
Elau
vi chiedo di guardare solo gli occhi


Regina Del Vento: Occupato
Misteriosa98
“Invisible to all, 
The mind becomes a wall.
 All of history deleted with one stroke”
Nome: Elizabeth Gray
Età: 18
Potere: A seconda del suo umore cambia anche il cielo: puo' passare da una splendida giornata di sole a un pomeriggio grigio e nuvoloso e viceversa. Di conseguenza riesce anche a mutare l'umore delle persone, anche se piu' lievemente.
Storia: Elizabeth Gray. Non esiste anima vivente nell'Upper East Side di Manhattan che non conosce questo nome e, di conseguenza, la ragazza che lo porta.
Nata e cresciuta in uno degli appartamenti piu' lussuosi della citta', Liz ha sempre avuto tutto.
La madre e' una delle azioniste piu' famose di New York, non solo per la sua incredibile capacita' di fiutare l'immobile giusto ma anche per la notevole lista di ex mariti che si porta dietro. Non si puo' dire che l'abbia fatto per soldi, quelli non le mancavano, ma in ogni caso questo le ha affibbiato il titolo di donna piu' affascinante – e ricca – di Manhattan.
Si potrebbe pensare che, cresciuta in questo ambiente confuso, Elizabeth abbia riscosso nel corso degli anni poca fiducia verso gli altri e se stessa o difficolta' nel credere alle persone. Eppure fare la damigella ad un matrimonio diverso ogni tre anni, vivere in una casa con una madre poco presente e un padre mai visto non ha intralciato il suo percorso verso l'essere la ragazzina piu' famosa della citta'.
Sin dalla seconda media Liz sapeva come entrare nei giri giusti e farsi amiche le persone che 'contano', a differenza di altre adolescenti cresciute nel clima pieno di aspettative dell'Upper Side, non ha mai avuto i problemi riguardo all'essere esclusa o non calcolata. Lei era Liz Gray, non aveva bisogno di mettere i vestiti giusti o fare la tirapiedi per guadagnarsi un posto nel gruppo delle persone 'in'.
Nel corso degli anni ha sviluppato una vaga tendenza alla ribellione, capitava spesso che invece di uscire nei locali piu' alla moda con i suoi compagni di scuola privata preferisse andare a qualche concerto a Brooklyn o nel Queen a ubriacarsi e fumare tutta la notte; finche' non tornava a casa alle sette della mattina a bordo di una Vespa dietro uno semi-sconosciuto.
Secondo la logica, una ragazza tanto amata nell'ambiente dei 'ricchi' non lo sarebbe stato altrettanto fra le comitive cosiddette 'alternative' della periferia, eppure Liz riusciva a farsi volere ovunque.
Riusciva a passare la serata in qualche club a fumare erba come una ribelle di strada, per poi presentarsi, poche ore dopo, a qualche evento dell'alta' societa' newyorkese sembrando una reginetta degli anni cinquanta.
Aveva una vita perfetta.
Ma la ruota della fortuna gira e non si ferma mai sulla stessa porta troppo a lungo, l'equilibrio di Elizabeth si stava spezzando distruggendola per sempre.
C'era infatti una vaga tendenza alla sindrome di personalita' multipla dietro al suo continuo alternarsi fra l'essere la reginetta stile anni cinquanta e la ragazzina di strada. Ma non qualcosa di grave, non ancora.
Era bastato un passo falso per farla crollare, perche' infondo lei non era mai stata quella forte.
Una sera d'estate a bordo di un'auto rubata da chissa' dove. La sua migliore amica alla guida, ubriaca.
Elizabeth era felice in quel momento, felice davvero.
Era seduta accanto al finestrino, non vide arrivare l'altra auto.
Non vide nulla.
Due morti: la sua amica – la sua unica vera amica – e il ragazzo che amava, o almeno cosi' pensava all'epoca.
Tre se si considera anche la minuscola anima che teneva in grembo e di cui ancora ignorava l'esistenza.
Lei era l'unica rimasta viva. Ma lo era davvero?
E da quella sera la sua mente non le apparteneva piu'. Da quella sera le persone cambiavano argomento quando qualcuno pronunciava il suo nome.
La lieve tendenza alla personalita' multipla dopo l'incidente si trasformo' in una vera e propria malattia mentale.
C'era chi la definiva una forma di bipolarismo aggravata dopo l'incidente, chi invece pensava fosse un disturbo psicologico formatosi in seguito al trauma.
Fatto stava che ormai Elizabeth aveva perso il controllo sul suo comportamento e di sicuro la madre che chiamava ogni volta medici diversi a visitarla per farla diventare di nuovo “normale” non l'aiutava.
Fra flaconi di pillole e sedute psichiatriche la sua mente era un continuo labirinto e nessuno conosceva l'uscita. Nemmeno lei.
La sua vita era divisa fra momenti “buoni” e momenti “cattivi” con le persone che ormai l'avevano dimenticata e i soli colori a farle compagnia.
Aveva infatti coltivato una passione per la pittura, dipingeva cio' che sentiva dentro e proprio per questo i suoi quadri erano divisi: da una parte quelli con colori luminosi e vivaci, dall'altra quelli cupi e scuri.
A volte, quando era nelle fasi buone, usciva e andava al parco vicino casa per dipingere qualcosa di diverso, proprio li' incontrava ogni volta Jason seduto su una panchina a leggere.
I due non si erano mai rivolti la parola, ma per Elizabeth lui era ormai la cosa piu' vicina ad un amico.
Si sistemavano vicini, ognuno concentrato nella propria attivita' e ogni tanto si scambiavano sorrisi silenziosi.
E fu proprio durante uno di questi pomeriggi che Jason allungo' a Elizabteh il biglietto, il biglietto della lotteria.
Ovviamente appena sua madre lo venne a sapere si dichiaro' categoricamente contraria e quando arrivo' la notizia della vincita fece in modo che scegliessero la ragazza sbagliata.
Nonostante tutti i suoi sforzi pero', riuscirono a rintracciare Elizabeth e lei accetto' volentieri di partire, si trattava di uno dei momenti buoni dopotutto.
E cosi' Elizabeth Gray ando' all'aeroporto con un giorno di ritardo, pronta a partire con i suoi flaconi di pillole in valigia e il numero del suo psichiatra in tasca.
Provenienza:  Upper East Side di Manhattan, NY
Descrizione fisica:  Fin da piccola Liz era stata considerata una bambina “carina” e con l'aumentare dell'eta' questo aggettivo non cambio'. Era carina, non bella come le ragazze delle riviste. Eppure nessuno riusciva a resisterle, il suo volto ispirava naturalmente dolcezza e simpatia.
Ha dei lunghi capelli scuri, quasi neri, che le ricadono sulla schiena in onde morbide. Non si possono considerare mossi, ma nemmeno lisci. Li porta spesso sciolti, a volte raccolti con un nastro colorato, con una frangetta che le ricopre le soppraciglia. Gli occhi sono di un azzurro chiarissimo, quasi trasparente, in netto contrasto con i capelli scuri. Quest'ultimi contrastano anche con la carnagione molto chiara, che si trasforma in pallore malaticcio durante i periodi in cui si rifiuta di uscire di casa.
Non e' molto alta, ha un fisico abbastanza magro ma con le curve nei posti giusti.
Prima dell'incidente, prima che incominciasse tutto quanto, dava molta cura al suo aspetto fisico. Indossava abiti costosi e alla moda, scarpe dai tacchi vertiginosi e borse firmate. Si truccava spesso, con una riga di eyeliner e del rossetto rosso.
Dopo invece smise di farlo: non ce n'era motivo.
Ora indossa per lo piu' abiti vintage, con stampe a fiori o colori pastello. Non si trucca piu'.
Il passaggio fra i suoi momenti buoni e cattivi ricade anche sull'aspetto fisico: quando sta bene ama vestirsi e pettinarsi, i capelli diventano piu' lucenti; gli occhi piu' luminosi e la sua bocca e' sempre curvata in un sorriso, anche se non succede nulla da richiamarlo. Quando invece si ritrova nei cosiddetti momenti “cattivi” appare piccola e indifesa ma nello stesso momento vecchia e stanca, i capelli si sfibrano e gli occhi diventano opachi, come se in realta' non vedessero nulla.
Descrizione caratteriale:  Prima dell'incidente, qualcuno avesse dovuto descriverla con una solo aggettivo questo sarebbe stato: ''lunatica''. All'epoca infatti l'unico presagio di quello che sarebbe diventata era il suo essere ''lunatica''. Passava dall'essere felice e spensierata con i suoi amici fino a sentire il bisogno di rifugiarsi a fumare una sigaretta in solitudine.
Per il resto sembrava sapere sempre quale fosse la cosa giusta da dire, non si sentiva mai a disagio con gli estranei e riusciva a farsi accettare da chiunque. Un carattere invidiabile.
Ora invece, e' continuo mutamento. Puo' capitare che cambi atteggiamento ogni due ore, come puo' capitare che mantenga lo stesso per giorni o settimane intere.
Quando e' felice, si comporta, per certi versi, come una vera e propria bambina di cinque anni: si entusiasma per ogni cosa, sorride sempre e vuole fare amicizia con tutti. Niente riesce a farla uscire dal mondo fatato che ha nella sua testa, e sembra affrontare anche le cose serie come se fossero solo un sogno e non la realta'.
Scoppia a ridere quando intorno a lei c'e' il silenzio piu' assoluto, persa nelle sue fantasie.
Nei momenti brutti cambia radicalmente. Non vi e' piu' nessuna traccia della ragazzina allegra e solare, potreste rischiare perfino di non riconoscerla. Tutto ai suoi occhi appare grigio, oscuro. Non ha la forza di fare nulla, nemmeno di alzarsi dal letto oppure mangiare. A volte ha delle vere e proprie crisi isteriche, diventa intrattabile. Durante questi momenti ha bisogno di una costante sorveglianza altrimenti potrebbe farsi del male.
Ha infatti rischiato il suicidio piu' volte.
Fra uno sbalzo d'umore e l'altro le capita anche di avere dei momenti lucidi, dove si sente proprietaria della sua mente e riesce a controllarla.
Nonostante tutto cio', ha un'animo gentile per natura, e' molto sensibile ed emotiva. E' molto dolce con chi la tratta bene mentre non sembra curarsene particolarmente di chi le sparla dietro.
Si affeziona molto alle persone ma e' molto fragile e ci rimane male quando queste se ne vanno, anche se non lo dimostra. E' parecchio orgogliosa.
Prestavolto:
Elizabeth Gray


Regina Delle Stelle: occupato
Haru-chan
Nome: Amélie Angélique Delacroix.
Età: 19 anni.
Soprannome: Viene chiamata Moony dal fratello.
Potere: Riesce a creare allucinazioni con la forza del pensiero, ma più sono forti più il contraccolpo che subisce è doloroso.
Perlopiù sono allucinazioni create per difendersi piuttosto che attaccare, ma può accadere che provochino mal di testa a chi le riceve.
Oltre a questo possiede un'ottimo senso dell'orientamento.
Provenienza: Parigi, Francia.
Storia: Dire che durante la prima parte della sua vita è stata felice è dire poco. Cresciuta viziata e protetta dai genitori, nella loro grande casa a Parigi, non ha mai conosciuto le difficoltà della vita. Per lei andava tutto bene.
Ma non si può dire che fosse stupida: Amelie era semplicemente ignorante. Per lei era normale avere bei voti, andare bene nei sport, avere una famiglia con denaro sufficiente da accontentare ogni suo capriccio.
Lei voleva veramente bene ai genitori.
Era il contrario del fratello Benjamin, sprezzante verso i genitori e la sorella e anticonformista.
Amelie non ha mai capito il comportamento del fratello, ma cosa poteva importarle quando era circondata da persone che la adulavano?
Certo, il avere un padre avvocato aveva i suoi grandi vantaggi; ma nella vita la fortuna gira, e non si sofferma mai troppo sulla stessa persona.
Destino volle che il padre perse una grossa causa, oltre che alla propria credibilità.
Amelie venne quindi spedita insieme al fratello (di due anni più grande) in collegio, lontano dalla casa che per tanti anni l'aveva protetta, il che l'ha resa enormente confusa.
Persa in questo nuovo mondo, venne spesso presa di mira per il suo carattere fin troppo allegro e vivace, ed il suo disorientamento crebbe a dismisura: la nessuno la assecondava come lei si sarebbe aspettata.
Cominciò quindi a maturare lentamente, e dopo anni divenne più sveglia e sagace, grazie anche al fratello, che la rivalutò e decise comunque di aiutarla perché, nonostante il carattere immaturo, era sempre sua sorella.
Amélie non ha mai compreso molto i suoi insegnamenti anticonformisti, ma gli si affezionò come non aveva mai fatto negli anni precedenti.
Finiti gli studi andò a vivere con Benjamin, piuttosto che tornare dai genitori; il fratello già lavorava, e stavano cercando di trovare un lavoro anche per Amélie, quando quest'ultima vinse quasi per caso una lotteria, che aveva in palio un viaggio.
Inizialmente volle mandare il fratello al posto suo, ma lui insistette affinché partisse lei.
Descrizione fisica: Probabilmente il suo aspetto fisico è quello che l'ha aiutata di più nei momenti di difficoltà, e lei lo sa bene.
Ha una corporatura minuta, arriva appena al 1.65; da adolescente aveva un fisico magro e longilineo, che ora appare più sciupato. E' poco formosa.
I capelli, in precedenza di un bel biondo chiaro, quasi argenteo, hanno assunto sfumature lilla grazie alla tinta per capelli. La passione per le tinte le è stata passata dal fratello, che a sua volta sfoggia una chioma di un turchese acceso. Li adora così come sono ora.
Gli occhi hanno una sfumatura più scura, che va dal viola scuro al lilla più chiaro, contornati da ciglia folte e scure.
Di solito osa appena passarsi un po' di matita nella parte inferiore dell'occhio. Per i resto non si trucca quasi mai.
Ha un viso tondo e dai tratti delicati, dalla pelle perennamente chiara- non osa mai stare troppo al sole, perché altrimenti si prenderebbe una bella bruciatura.
Sorride spesso.
Descrizione caratteriale: Durante il tempo passato nel collegio è diventata sicuramente più matura, ma conserva ancora l'infantile gioia e il buonumore di quando era più piccola.
E' un poco ingenua, e può sembrare stupida alcune volte, ma è una persona solitamente amichevole e gentile. Spesso viene giudicata troppo infantile e anche presa in giro, ma di solito fa finta che non gliene importi.
Il fratello ha cercato di insegnarle a rispondere in modo sarcastico a qualsiasi offesa, ma lei non ci riesce. Risponde sempre e solo con un sorriso triste.
Per il resto è sempre calma e con molto sangue freddo, ma alcune volte sembra stia sempre sulle nuvole- da qui il soprannome datole dal fratello.
Ed è molto moony, lei; alcune volte risponde in maniera un po' strana agli altri, quasi gli stesse prendendo in giro. Non è appiccicosa, però: capisce quando da fastidio a qualcuno e lo lascia in pace.
Resta delusa facilmente e la si rende contenta con altrettanta facilità.
Non le piace chi sa usare solo la violenza per esprimersi: non le piacciono le persone iraconde in generale, considera il loro modo di comportarasi arrogante e infantile. Per lei chi insulta semplicemente non sa come argomentare le proprie opinioni.
Sa come si è comportata durante la propria adolescenza, e le vengono sempre crampi allo stomaco nel vedere qualcuno che si comporta in questa maniera.
Segni particolari: Non ne ha di evidenti, apparte un'assurda paura dell'acqua. Non sa nuotare.
Immagine: Click.
Prestavolto: Originale di Eiri.
Moony


Regina Delle Nuvole: occupato 
Nihal97
Nome:Luna
Cognome:Hall
Età:15
poteri: il cielo si riempie di nuvole con un suo cenno, la gente perde l'orientamento se lo vuole, la nebbia le obbedisce
storia: Luna Hall.
Comunemente detta Lunatica Hall abita a Salisburgo, in Austria.
Le piace la sua città, ma non è dove vive che le interessa, più quanto il cielo è nuvoloso.
A Salisburgo le nuvole ci sono quasi sempre.
Le nuvole sono la sua passione: ama sdraiarsi sui prati e cercare di definire la forma delle nuvole.
Lunatica...perchè questo soprannome?
Perchè è diversa....non parla con nessuno, non risponde alle domande che le pongono.
sta zitta.
Non è stupida però.
Le piace il silenzio, che la aiuta a concentrarsi.
Alla gente le persone silenziose non piacciono.
Probabilmente perché non possono sapere che cosa pensa una persona, se questa non lo dice apertamente.
Ma il silenzio è bello, rilassa.
Se la gente pensasse a stare un po' in silenzio, invece che a litigare, il mondo sarebbe migliore, probabilmente anche senza le guerre.
Per via della sua "stranezza" Luna è sempre stata vittima del bullismo.
Sopratutto a scuola. Per questo si è spostata di scuola in scuola per tutta la vita.
però non ne ha ancora trovata una dove non ci sia qualcuno disposto a prenderla in giro.
La sua scuola attuale è la St.Lily, dov'è stata presa di mira da Kiara e il suo gruppo di "amiche".
L'ultima bravata di Kiara è stata l'averla iscritta ad una prestigiosa lotteria, a sua insaputa.
Che shock quando l'è arrivata una lettera dicendo che era una delle vincitrici!
Carattere:Silenziosa,introversa,strana.
Molti credono che non parli con nessuno perché si crede superiore, in realtà è più fragile di quel che sembra, non vuole essere ferita per questo si chiude nel suo silenzio.
In realtà se la si conosce a fondo si capisce che è una ragazza dolce e sempre pronta a compiere una buona azione.
descrizione fisica: alta un metro e 65, è magra il giusto.
Tiene i lunghissimi e ondulati capelli rosa quasi sempre raccolti.
Ha gli occhi azzurri ornati da lunghe ciglia nere.
Le piace tenere un fiore fra i capelli.
Ha una bella pelle rosea.
immagine:
Luna


Regina Della Neve: occupato
ludovica060599
nome: Marianne
cognome: Foster
provenienza: Siberia
età:14
Poteri: regina delle nevi, può controllare il ghiaccio a suo piacimento, può far nevicare e congelare l'acqua
Storia: Sua madre morì subito dopo il parto e il padre, appena saputa che la donna era incinta l'aveva abbandonata.
Così Marianne si era ritrovata sola già da quando aveva visto la luce del sole.
I medici l'affidarono all'orfanotrofio più vicino.
Lì passò i suoi primi 8 anni di vita.
Il 25 Dicembre, il giorno del suo compleanno, venne adottata da una famiglia di stranieri: i Foster.
Appena arrivata a casa aveva capito che quel posto non le piaceva: i muri erano neri,
Pochissima luce passava dalle finestre, in parte coperte da spesse tende blu notte.
La sua camera era più paragonabile a un buco che non a una stanza. Avrebbe pure giurato di aver visto qualche topino, scappare sotto un mobile o un letto.
Sembrava la casa di due scienziati pazzi.
Suo malgrado posò la valigia a terra e si sedette sul letto.
-Cara ti piace la tua nuova casa?- una donna dai capelli biondi e gli occhi color cioccolata era entrata in camera sua.
-più o meno- era stata la sua risposta.
La donna sorridente uscì ma prima di sparire le disse -tranquilla non resteremo qui per molto!-
Infatti una settimana dopo i Foster le ordinarono di fare le valige.
-si parte, preparati-
Non chiese nemmeno dove si andava ormai era abituata ai viaggi.
Parecchie ore più tardi arrivarono davanti a una vecchia casetta dall'aria parecchio accogliente.
-Dove siamo?- chiese Marianne.
-In Siberia cara-
Marianne guardò ancora per un po' la casa e poi si decise a entrare...da lì partiva la sua nuova vita.
Aspetto: Gli occhi color ghiaccio e i capelli bianchi (anche se non tinti) sono le caratteristiche fisiche che decisamente spiccano di più.
Non è altissima, ma abbastanza magra.
Carattere:Marianne è fredda e insensibile, non si fida affatto della sua nuova famiglia però non si lamenta perché nell'arco della sua vita ha imparato ad abituarsi a tutto. Non piange, MAI! La fa sentire debole.
Non si è nemmeno mai innamorata di nessuno.
Ha ricevuto un istruzione piuttosto superficiale all'orfanotrofio, però ha un buon lessico grazie a tutti i libri che ha letto
immagine:
Marianne Foster


Regina Della Pioggia: occupato
giglionero
Nome: Junone
Soprannome: Juno
Cognome: //
Età: 16 anni, ma ne dimostra solo tredici
Potere: i suoi poteri non sono esattamente utili, oltre al fatto che sono molto ridotti. E' capace di rendere tristi le persone, la maggior parte delle volte lo fa involontariamente, con un sorriso o semplicemente con una battuta poco divertente.
Ha un singolo potere ulteriore. Le sue emozioni negative scatenano le precipitazioni, quanto più gravi più violente.
Storia: è nata a Victoria, in una famiglia poverissima. La madre dovette crescere la figlia da sola, perchè il padre morì quando, per mantenere la famiglia, decise di arruolarsi. I genitori di Juno erano una coppia molto strana, lei una First Nations: capelli neri, pelle ambrata, capace di scalare una montagna guardando perennemente in basso; lui, un rumeno tutto muscoli tanto cervello, anche se questo poteva sembrare strano, considerando che era nato albino, e lo era stato fino alla sua morte. La famiglia della donna inizialmente diffidava della loro unione, ma col tempo aveva iniziato a fidarsi. Anche se, quando nacque Juno i loro legami si spezzarono.
Sua madre la istruì fin dalla più giovane età alla lotta corpo a corpo, ad usare qualunque oggetto che le capitasse accanto come arma. Ma le insegnò anche la ginnastica artistica, perchè era una ragazzina molto flessibile e agile. Lotta e ginnastica erano la sua vita. Ma arrivò il momento che anche la madre se ne andò, questa volta per un semplice incidente. Juno rimase sola, con il solo ricordo di una mamma affettuosa e i suoi insegnamenti. La ragazzina aveva solo dieci anni. Ai parenti non voleva rivolgersi, ma sua nonna, che l'aveva amata come una figlia l'aveva accudita, insegnandole l'arte dei First Nations, le loro poesie, e l'utilizzo di alcune erbe medicinale. Così trascorse sei anni della sua vita con lei, ma poco dopo aver scoperto di aver vinto quella grandiosa lotteria, a cui si era iscritta per puro caso, sua nonna scomparse misteriosamente. Quando arrivata in campeggio conosce Kama, vede che sono simili, nel carattere, nella situazione. E'lunica con cui legherà un'amicizia profonda. Con le altre sarà più diffidente.
Provenienza: Victoria, Canada.
Descrizione fisica: è una ragazzina nata con le caratteristiche di un albino, ma la forza di un indiano d'america. I suoi capelli sono morbidi e setosi, sbiaditi dal sole in un azzurrognolo chiaro e limpido come l'acqua. I suoi occhi di ghiaccio non fanno trasparire alcuna emozione, tanto chiari e profondi. La sua pelle ricorda la neve, bianca e trasparente.
Ha un fisico asciutto e fragile. C'è chi ha paura di abbracciarla, perchè crede di poterla spezzare in due con semplicità. Anche se l'apparenza inganna, considerando che il suo corpo è abituato alla lotta, quindi le sue ossa sono tutto il contrario di fragili.
L'impressione è quello di trovarsi accanto un fantasma, e questo spaventa spesso le persone, che tendono ad allontanarla.
Descrizione caratteriale: Juno è una ragazzina difficile. E' solitaria e non le piace fare amicizia; taciturna, e preferisce i fatti alle parole. Anche se, quando vuole, riesce a ferire con la battuta sarcastica giusta.
Schietta, senza peli sulla lingua, quando deve dire qualche cosa la dice, senza pensarci due volte. Odia chi cerca di imporle qualche cosa, contro il suo volere, e anche chi pretende troppo da lei. Ha molti sbalzi d'umore, che a volte finiscono in veri scatti d'ira e violenza. E' insensibile, fredda, distaccata. Sembra essere perennemente triste.
Particolarità: E' sempre accompagnata da un'aquila reale, dono di sua nonna, che solo e soltanto lei riesce a domare. Anche se non è con lei, nei momenti di pericolo arriva sempre. Si chiama Kai.
L'altro animale da cui non si separa mai è un gatto, da pelo grigio, un grigio che si avvicina più al bianco. Il gatto si chiama Gorgonzola.
Prestavolto: Hatsune Miku
Immagine:
Juno^^
Juno 2


Per chi la dovesse ancora fare ecco la scheda
Nome e cognome:
Età:
Potere:
Storia:
Provenienza:
Descrizione fisica:
Descrizione caratteriale:
Immagine:


Ecco l'immagine del campeggio

Vi comunico che le stanze saranno singole e di non pubblicare delle foto, tanto sono vostre e di nessun altro, come ho detto questa sarà l'unica e serve solo per scopo descrittivo.




Che il GdR INIZI:

Ultima modifica di charlotte-c (2013-07-31 18:35:25)


W le firme senza senso!
≈•The∞Lucky∞One•≈
 

#2 2012-07-19 21:48:08

eynis
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Re: GDR: Le Regine Del Cielo

-Signorina Smirnov, c'è una lettera per lei!- disse il postino.
-Grazie, la prendo io! - disse Maria, la mia dolce e vecchiotta mamma. già, non è proprio una donna giovanissima. anzi.
mi ha avuto quando aveva 45 anni, sono la piccolina della famiglia e siccome sono la più piccola e tutti già lavorano... io mi devo occupare di mio padre  e mia madre. e... non è il massimo.
no! io li amo, gli voglio un mondo di bene, ma sono i genitori che dovrebbero occuparsi dei figli, mentre per me è il contrario.
sono sul letto a leggere e messaggiare, e scrivere, anche. mi piace fare tante cose tutte assieme.
metto un attimo da parte il libro, "Il sangue degli elfi" di Andrzej Sapkowski. e' il terzo libro di una saga. e' un fantasy da maschiaccio, forse un po' violento ma.... mi piace. era di Luigi, lo aveva lasciato qui, a casa e a me piace curiosare nelle cose dei miei fratelli, per imparare a conoscerli meglio, visto che non li vedo molto spesso, anzi.
sono nel vivo di una meravigliosa lettura quando sento la suoneria di un messaggio.
TOMMASO
apri.
-Ehi! Elau! ti è piaciuto il mio regalo ti è piaciuto? hai scoperto se hai vinto?-
sì, proprio magnifico!
un bellissimo biglietto della lotteria!
evviva! il Madagascar, se vinco.
non so se mi piacerebbe, ma... sarebbe un'occasione per far tornare i miei grandi fratelli, tutti tranne Tommaso, per far da baby-sitter ai loro genitori.
-é davvero meraviglioso il tuo regalo, penso che la risposta arriverà a momenti! e tu? come va in miniera? non hai riallacciato i rapporti con nessuno, scommetto!-
mi sporsi dal letto per guardarmi gli occhi. stanno prendendo una sfumatura rossa che non mi piace moltissimo.
calmati Elau! calmati.
un respiro. due. tre. tutto è finito.
perchè devo prendere tutte io le responsabilità? sono la più piccola! diamine! e invece devo occuparmi di tutto io! e la casa, e i genitori, e i rapporti tra i fratelli e Tommaso, la pecora nera, e seguire le sorelle per le sfilate e guardare la fidanzata di Luigi e organizzarle il matrimonio. sono stufa!
sono una sedicenne! ho sedici anni! lo volete capire sì o no?
calma, ancora un respiro, due, tre, quattro, cinque. abbiamo capito Elau, sono sempre le stesse cose.
spera di vincere, così te ne vai!
il bellissimo sole che vedevo dalla finestra si stava oscurando. no, non è una giornata bellissima.
-Ehi! Elettra Aurora! c'è posta per te!- disse la voce gracchiante di mia madre.
non sopporto quando mi chiama per nome intero! due nomi, tutti e due strani! ma perchè tutte le sventure a me? perchè!
chiesi al cielo. purtroppo non ebbi nessuna risposta.
così misi il segno al libro mi alzo e vado verso il luminoso soggiorno, dove la televisione è al massimo, mio papa' e' un po' sordo, e la mamma è in cucina.
in cucina? o no! lei fa solo disastri!
-Mamma! ci penso io! vai con papà in soggiorno, va bene? dove è la posta?- le chiedo in tono gentile.
-Oh! Elettra Aurora! perchè vuoi fare sempre tutto tu! lasciati aiutare...- disse la mamma.
-mamma, tu hai già fatto tanto, adesso riposati. allora. dove è la mia posta?-
-sul mobile.- dice poco soddisfatta e se ne va in soggiorno.
prendo la busta color avorio.
SIAMO LIETI DI ANNUNCIARLE CHE:
Elettra Aurora Smirnov
ha vinto alla lotteria un viaggio per il Madagascar in...
un meraviglioso campeggio da VIP. L'aspettiamo!
in allegato ci saranno il biglietto aereo e la chiave della sua suit!
CONGRATULAZIONI!

Devo rileggere la cosa un paio di volte.
ho vinto! io ho vinto! vuol dire riposo e niente genitori!
vuol dire...
L
i
b
e
r
t
à
!
libera! nuove amicizie e...
che cosa è questo odore di bruciato?
mi giro verso i fornelli.
la padella sta prendeno fuoco!
-Mamma!- urlo. cosa diavolo voleva fare? prendo una bottiglia di acqua dal frigo e la butto sulla padella che si spegne.
bene. dovrò pulire tutto! davvero molto bene!
e la cucina è piena di puzza e fumo.
però non sento gli occhi ardere di rosso. li guardo nella finestra.
no, sono dorati!
penso che niente potrebbe smorzare la mia felicità! vado in Madagascar!
butto la padelle che ormai è inutilizzabile e prendo il telefono al volo. chiamo Olga.
-Ehi! Olga! sai il biglietto della lotteria?
....
sì! quello! mi è arrivata una lettera oggi e... ho vinto!
......
sì! lo so è magnifico!
.....
vuoi sapere di che colore sono i miei occhi? ma secondo te come sono?! sono dorati e fuori splende un sole meraviglioso!
......
sì, lo so, non centra niente, ma sembra che sia felice anche lui!
.....
sì, mi calmo. puoi dirlo tu a tutti? io devo pulire la cucina, mamma ha bruciato una pentola.
.....
sì, è sempre peggio! ciao, ciao!
....
sì, sì, ciao!-
come sono felice!
pulisco la cucina in quattro  e quatrotto e poi mi dirigo in camera. Tommaso non ha ancora ripsoto, si è offeso sicuramente.
così gli scrivo io.
-Tommy! ho vinto! parto per il Madagascar! non sai quanto ti voglio bene! il tuo è il regalo più bello al mondo! davvero! grazie mille!-
poi prendo le mie gigantesche valige e inizio a buttarci dentro cose a caso.
o meglio, ci butto dentro tutto il guardaroba. tutto. non lascio niente.
no, lascio i cappotti e le cose pesanti, non penso che servano! spero.
poi corro in soggirno.
-Mamuska! vado in Madagascar! ho vinto!- dico buttandomi tra le sue braccia. so quando non sopporti che la chiami Mamuska, ma per oggi dovrà fare uno sforzo, perchè...
HO VINTO!
devo dirlo alle mie amiche. prendo le chiavi ed esco.
l'aria e' pulita e fresca, il sole brilla sui miei capelli chiari i miei lunghi e adorati capelli bianchi.
passo dalla casa della mia migliore amica. suono ma non mi risponde nessuno.
forse no e' vero che niente puo' ocurare i miei occhi, infatti li sento ardere. il sole si oscura all'imprvviso.
perche'? perche'? io per lei devo sempre esserci mentre lei per me non c'e' mai! che razza di amica e'?
forse mi sono solo circondata di persone false. forse. molto probabilmente.
tutte persone... perche'? io.. io....
scappo da quella casa. non voglio rivederla mai piu'! ne lei ne nessuno! come faccio a capire chi soo le vere amiche? meglio eliminarle tutte!
insom, sto partendo per il Madagascar! li' ci saranno altre ragazze! altre personalita', forse altre nuove amiche?
forse, spero. pero' questa volta le scegliero' meglio, molto meglio.
questa volta... mi impegnero'! si'! mi mpegnero' per essere davvero felice.
mi dirigo verso il mio negozio preferito. ho bisogno di shopping!
e shopping sia!
compro un paio di costumi, alcuni semplici, altri piu' elaborati, di tutti i colori. azzurri, gialli, dorati, rossi, arancio, bianchi.
e dopo prendo sandali e infradito e scarpe con il tacco.
poi passo ai vestiti. compro pantalocini di jeans, jeans lunghi, T-shirt, felpe e poi vedo... no, no! non e' possibile! e' meraviglioso!
e' un vestito di uno stilista russo. un vestito lungo da sera. e' bianco e oro, la forma e' molto semplice. si lega dietro il collo, diventa aderente sul seno e si allarga da la' sotto cadendo in una dolce gonna. e' tutto cosi' bello, quasi principesco, lo adoro! lo compro all'istante e insieme compro un apio di sandali dorati con il tacco. e' un completo meravigliso!
sto andando in Madagascar, in un camepeggio VIP, ci saranno delle feste! o no?
meglio essere preparate.
esco dal negozio piena di borse. e mi dirigo a casa. ormai il sole sta tramontando, sono stata fuori piu' tempo del previsto, ma... eglio cosi'!

Ultima modifica di eynis (2012-07-21 10:57:00)


Sono una creatura fatta di lettere, un personaggio disegnato da frasi, il prodotto di una fantasia scaturita dalla narrativa.
 

#3 2012-07-19 22:11:56

kiyoko
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Re: GDR: Le Regine Del Cielo

Scusate una precisazione generale... ma i biglietti della lotteria non sono da inviare- e poi dopo tot. tempo ti arriva a casa "la vincita" se non sbaglio.
Ma tu li giochi in un posto (es. bar, tabacchino e simili) e scopri subito se hai vinto o meno... spero di non essere in torto ma ricordo che si giocano così. Quindi nel testo di Eynis c'è qualche cosa sconnessa... giusto?

 

#4 2012-07-19 23:12:48

charlotte-c
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Re: GDR: Le Regine Del Cielo

Alzai gli occhi al soffitto, il soffitto color pesca.
Ero immersa nei miei pensieri, quella sera c'era l'estrazione per la lotteria, la famosa lotteria, quella che ci avrebbe permesso di stabilirci in un luogo fisso.
Proprio così, l'ultima cosa che voglio è un'avventura! Non c'è nulla di positivo nei viaggi, solo solitudine e segreti.
Infondo ne era prova solo quel momento, io ero lì, in una casa a Charlotte Amalie, che poi siamo stati fortunati se questa volta è una casa, e se ormai ci siamo stabiliti da quasi un anno, siamo venuti qua a metà ottobre, ormai la scuola era iniziata da un mese ma siamo stati costretti a spostarci.
Ora sono qui, nella casa d'infanzia di mia nonna, dove avevano vissuto i miei bisnonni, ormai morti, e mia nonna prima di andare a vivere a Waterford era proprio qua che stava, i soffitti che stavo osservando gli aveva probabilmente osservati milioni di volte pure mia nonna.
Pensarci mi deprimeva, ora che lei era all'ospedale del paese dimenticato dal mondo di Waterford, con mio nonno che pregava perché sopravvivesse, cercai di non pensarci, farlo mi deprimeva; mia nonna era stata molto disponibile nei primi anni in Irlanda, pure mio nonno, ma lei è stata speciale, è con lei che ho sviluppato la mia passione per la scrittura, amava leggere e spesso mi leggeva le favole.
Ora leggo da sola, inoltre mi ha raccontato che quand'era giovane e viveva ancora in questa camera voleva intraprendere la carriera di scrittrice, ma quando all'improvviso si ritrovò con una famiglia dovette lasciare l'ipotesi per cercare un lavoro che le permettesse di andare avanti.
Perché vagare nei ricordi era sempre triste? Possibile uno nella sua memoria non potesse ritrovare memorie di felicità ed entusiasmo infantile.
No.
Solo rinunce, tristezza e solitudine. Ma davvero la mia vita era stata così? Possibile che esistessero persone più sfortunate di me, possibile proprio la storia di questo rosa pesca alle pareti ci sia la storia di una vecchia famiglia? Disperata? In realtà sapevo che le aveva fatte dipingere mia nonna con quel colore con ogni probabilità, ma inventare storia assurde mi piaceva, era bello.
Pensare a mondi incantati, a persone incredibili, nelle mie storie non erano fortunati, ma almeno avevano una vita, degli amici e sapevano cosa significava amare. Forse è questo il mio più grande desiderio? Amare? No, il mio più grande desiderio è vivere.

Ero in questi miei pensieri quando il baccano di sotto della televisione mi mise all'erta, perché i miei guardavano la TV? Non lo facevano quasi mai, e quando dico quasi mai assomiglia più al mai che al quasi, che confusione! Poi ricordai che serata era oggi, quella del Madagascar, sperai che in cambio del viaggio ci avrebbero dato i soldi, chissà poi dove sarei andata a vivere? Magari a Milten, il mio mondo incantato, oh sarebbe stato fortissimo! Là al posto delle auto avevano i draghi! Cavalcare un drago sarebbe stato divertentissimo, poi mi ricordai che quello era il mondo di Lin, la protagonista, di un libro creato da me, se bastasse scrivere per plasmare la realtà in questo momento avrei già rivoluzionato il mondo, se in bene o in male non ne sono certa.
Scesi le scale di fretta e mi ritrovai davanti al televisore abbastanza nuovo, almeno era abbastanza nuovo da essere a schermo piatto. Almeno quello, non che poi guardassi la TV o queste cose ma era rassicurante sapere di non vivere in un luogo isolato dal mondo, non che poi fosse difficile scoprire le notizie del mondo, se gli avessi chiesto di andare nelle Ande per vedere le notizie dei montagnoli loro mi ci avrebbero portato senza esitazioni.
Mi sedetti sul divano, era color pesca ricamato con disegni  che formavano un fiore blu, rosa e oro, ogni volta che mi sedevo sul divano ne toccavo i contorni affascinata, aveva un tipico aspetto da fiore tropicale ma non era nessuna delle specie che conoscevo, probabilmente era un fiore inventato da chiunque abbia fatto quel divano ma mi affascinava, non aveva il solito marchio dei fiori tropicali che diceva "natura-sole". Quello invece diceva "bellezza-oscurità". Era diverso, come nient'altro, in realtà in un modo o nell'altro tutto è uguale, abbiamo tutti una caratteristica in comune, qualcosa che ci accomuna, come il resto del mondo, per questo trovare qualcosa di diverso non è normale. Non siamo tutti uguali ma tutti simili, ognuno ha la sua diversità e le sue caratteristiche ma nessuno è radicalmente diverso da qualsiasi umano, ognuno ha almeno altre cento persone che come fondamenta hanno i suoi stessi principi, ma non quel fiore.
Direte, ma sei tu quella che si lamenta che tutto cambia? No, cambiano solo le persone e le case, anche se in principio è tutto uguale, Edimburgo e Charlotte Amalie non fa differenza, in entrambi non avrò mai degli amici, in entrambi sono solo una ragazzina di passaggio, osserva, vive ma ignorata.
O che si fa ignorare, al minimo accenno di amicizia io lo rifiuto, esteriormente posso spesso apparire fredda e forse maleducata, ma non lo sono.
Io vorrei essere sincera, io vorrei essere un'ottima amica, senza segreti, vorrei avere un volto che dice apertamente al mondo cosa prova, voglio avere un cuore che ci rimane male agli insulti, non voglio diventare insensibile, ma nell'io più profondo so che sta già succedendo, Camilla Carlyle ormai è insensibile a quello che accade attorno a lei, a Camilla Carlyle ormai non importa più di nulla, o meglio le importa di qualcosa ma molte delle cose che le accadono le ignora.
Ma la parte più brutta è che Camilla Carlyle sono io. Ogni tanto mi sento un mostro, un essere insensibile e cattivo.
Appaio così pure ai miei occhi, quel color oceano dovrebbe essere accogliente invece sembra vuoto, ogni tanto mi chiedo quanto valore do alla vita? In realtà poco o niente ma in realtà ci tenevo, solo che non le davo valore.
Questo era contrastante...
Presi il telecomando e cambiai canale, ecco! Il canale dove avrebbero estratto i biglietti vincitori, strinsi forte un cuscino e vidi mia madre accarezzarmi la schiena, poi si perse a fissarmi, perché mi osservava, qualche volta era già successo che quando mi osservavano mi sentivo a disagio, fosse perché non volevo che venissero svelate le mie emozioni? Certo il mio volto era impassibile ma questo non mi rendeva essere una persona che vuole urlare a degli sconosciuti - Ehi! Guardatemi bene e scoprite tutti i miei segreti! Ne sarò entusiasta - , non ero pazza, o forse sì? Non so, confusione e confusione ecco cosa mi si mescolava in testa!
Guardai lo schermo mentre appariva il paffuto presentatore, non potei fare a meno di commentare - Dovrebbe andare in palestra... - poi notata la risatina di mio padre aggiunsi - Ventiquattrore su ventiquattro ogni giorno tranne la domenica di ogni settimana di ogni mese di ogni anno per sempre - non era da me fare battutine, sarà l'agitazione.
Dopo aver detto una marea di cose noiose che non mi interessavano e non avevo nemmeno ascoltato pensando invece a come Lin potesse fuggire dalla Terra per andare a Milten, solo che i suoi genitori erano un problema e dovevo mettere un po' d'azione in quel libro, fino a quel momento era stato molto tranquillo.
Poi finalmente fece l'estrazione.
- 4958776 - quello era il mio numero... quello era il mio numero!!! la mia faccia si mosse solo in una lievissima sorpresa a malapena percettibile mentre nella mia mente la mia faccia era: occhi spalancati e bocca che forma un'ampia "O", ero sorpresa e anche eccitata.
Incitai mio padre con la frase - Meglio chiamare -
E tornai nella mia camera.
Accesi il notebook mentre prendevo il mio diario, la sera stava calando e quel giorno avevo sonno, avrei dormito appena finita la cena.
Scrissi velocemente le notizie della giornata, per me scrivere "velocemente" era mettere quasi ogni particolare delle mie emozioni.

Quando arrivai di sotto erano le nove e i miei genitori non sembravano molto entusiasti - Ciao - salutai semplicemente, volevo sapere cos'era successo ma era meglio non andare di fretta, in fondo la vita è lunga.
Vidi la macedonia, no... odiavo i frutti tropicali, mi abbandonai sulla sedia ed iniziai a mangiucchiare un po' tutti i frutti senza mai mangiarne veramente tutto, stavo per porre le mie domande quando fui anticipata dal suono del movimento di una persona, il postino, chissà perché poi da noi consegnavano le lettere a quell'ora? Uscii e vidi il postino che metteva le lettere nella cassetta.
Quando mi vide mi salutò con un cenno, Charlotte Amalie pur essendo abbastanza grande è una città in cui le persone bene o male si conoscono tutte, ed io ero la famosa "viaggiatrice", era così che mi chiamavano quelle che ero costretta a chiamare amiche.
Raccolsi direttamente la lettera indirizzata a me, dopo due righe mi resi conto del malumore dei miei genitori, ero costretta ad affrontare un nuovo viaggio.
Posai la busta sulla credenza e mi chiusi la porta alle spalle, dopo lo sbattere della porta il silenziò inondò la stanza, i miei genitori probabilmente erano in camera.
Bene, ora ero costretta ad andare in Madagascar.
Sbuffai e facendo passi pesanti sulle scale tornai in camera mia, poi improvvisamente leggiadra come una piuma mi posai sul mio letto e finii un capitolo sulla storia di Lin e poi finii il capitolo chiamato "oggi" del mio diario, quel capitolo era triste.








ragazze scusate ma non sono riuscita a resistere!
Comunque controlla se c'è qualcosa di sbagliato e correggilo in tal caso Mary!

Ultima modifica di charlotte-c (2013-06-21 20:51:54)


W le firme senza senso!
≈•The∞Lucky∞One•≈
 

#5 2012-07-20 12:57:26

Ancien joueur
Invité

Re: GDR: Le Regine Del Cielo

-Tesoro! Tesoro! Vieni dai! Ho preso un biglietto per la lotteria, vediamo se ho vinto!
-Arrivo.
Che noia, se il biglietto è il tuo, perché ci devo venire pure io a vedere se hai vinto?
La mia mamma adottiva è troppo...Solare per i miei gusti. Si esalta per ogni minima cosa, è sempre contenta, proprio come i bambini piccoli.
Io sono l'esatto contrario suo, eppure lei cerca sempre di farmi partecipare alle sue stramberie. Dovrebbe capire che IO non sono LEI, che non sempre ciò che piace a lei, fa piacere anche a me. Non so più come dirglielo, ho provato in tutte le lingue anche in marziano. Ma lei non vuole capire.
Mi dirigo nel salotto per vedere questa stramaledetta estrazione e sapere se abbiamo vinto.
-Quando comincia il programma?
-Fra 20 minuti tesoro, siediti qui, aspettiamo insieme!
20 minuti? 20 minuti?! Mi ha fatto venire venire qui per vedere l'estrazione, e poi si scopre che non è nemmeno iniziata?!
Va beh, aspettiamo questi 20 minuti.
Mi siedo.
-Sai tesoro, c'è in palio un soggiorno in un campeggio esclusivo del Madagascar, ti piacerebbe andarci se vincessimo? Il biglietto l'ho preso per te!
Per me? Io non ho mai chiesto una vacanza in un campeggio del Madagascar! Poteva almeno consultami prima di comprarlo! Mio malgrado annuisco, dopo tutto quello che ho passato, una vacanza NON VOLUTA in Madagascar non è niente.
-Mmm...si ok.
-Meno male, avevo paura che non volessi andarci! Sai ci saranno ragazze della tua età o giù di lì. Sono sicura che farai amicizia...Sarebbe bello, finalmente hai l'occasione di farti almeno un'amica.
-Io non ho bisogno delle amiche...Mamma.
Non mi sono ancora abituata a chiamarla così, nemmeno dopo tutti questi anni insieme...Non è lei mia mamma, mia mamma è morta quando ero piccola, e con lei anche il mio papà.
I miei genitori non sono quelli adottivi, saranno sempre e solo quelli biologici.
-Oh guarda tesoro! Inizia l'estrazione!!
Ah, è iniziata. A dirla tutta i 20 minuti sono passato molto in fretta.
Ecco i numeri.
-8273159- quali sono i nostri numeri?
Guardo il biglietto che mia "madre" aveva comprato...I numeri...Erano uguali!!
Avevamo vinto! Mi sento stranamente euforica, forse in fondo...L'idea di una vacanza mi alletta...Non sono mai stata in vacanza, sarebbe un esperienza tutta nuova!
-Abbiamo vinto.
-Cosa??
-Abbiamo vinto.
-Sul serio?! Ma è fantastico! Tesoro, hai vinto una vacanza, e tutta gratis! Che fortuna!
Va bene, l'idea della vacanza l'allettava, però sua "madre" stava esagerando...Decisamente.
-Prepara le valige tesoro! Deve essere tutto pronto per la tua partenza! Aspetta Marie, noi non abbiamo gli abiti adatti! Sai che vuol dire questo??? Si va a fare shopping!
Oh no lo shopping no! Lo odio, vengo sempre trascinata da un negozio all'altro!
E poi, quante volte le ho già detto di non chiamarmi Marie? Mi chiamo Marianne non Marie!
Ora l'idea della vacanza non mi allettava più come prima...

 

#6 2012-07-20 21:58:32

Ancien joueur haras4
Invité

Re: GDR: Le Regine Del Cielo

-Hey Lunatica! Ho qualcosa per te!
Oh no...ancora lei!
Kiara e le sue tirapiedi...Non le sopporto proprio, chissà poi cosa ho fatto di male per suscitargli tanta antipatia...Oltre a torturarmi a scuola, è anche la mia vicina di casa, quindi devo sorbirmela anche d'estate!
-Hey Lunatica! Ma mi ascolti almeno?
-Si ti ascolto.
-Tieni! Vedi di vincere così per un po' non vedo più il tuo brutto muso.
Mi porge un biglietto, sembrerebbe un biglietto della lotteria.
-Cos'è?
-Ma non ci arrivi da sola? E' un biglietto della lotteria! Me l'ha dato mio padre, ma io non me ne faccio niente, così lo do a te, sperando di non vederti più per un po'.
Un biglietto della lotteria, ma che centra col non vedermi più?!
Lo guardo meglio: "In palio una stupenda vacanza in uno dei più prestigiosi campeggi del Madagascar!" ah ecco! Beh, se in palio c'è una vacanza...Allora spero di vincere, mi piace viaggiare.
cerco Kiara con lo sguardo ma lei si è già dileguata...Non fa niente, volevo ringraziarla, ma preferisco non farlo a dire il vero.
Entro in casa, mi fiondo in camera mia: a leggere.
"Ciao, tu" è il mio libro preferito, l'ho letto un sacco di volte, ormai so dove andare a cercare le mie parti preferite.
Oggi ho comunque intenzione di rileggerlo tutto, un'altra volta.
Quando finisco è già tarda sera, vado a dormire, ah un momento! Quand'è l'estrazione per la lotteria? Non ci ho più pensato a dire il vero, a quel biglietto.
Guardo la data...Ma era oggi!
Peccato me la sono persa! Fa niente, tanto non pensavo ci fosse la remota possibilità di vincere.
Mi dispiace Kiara, penso che quest'estate non ti libererai di me.
Mi rimetto a dormire.
Dlin dlon! Dlin Dlon!
Qualcuno suona alla porta, ma chi è a quest'ora?!
-Salve, c'è una lettera per la signorina Hall.
-Sono io!
-Ecco a lei, firmi qui.
Firmo il foglio che il postino mi porge e rientro in casa.
Apro la lettera:
-Signorina Luna Hall,
Siamo lieti di informarla che lei è una delle fortunate vincitrici della lotteria!
Ha vinto un fantastico viaggio nel nostro campeggio in Madagascar!-
ma scusate, come fanno a sapere che IO ho vinto?...Mistero...
Sopratutto se il biglietto l'aveva Kiara!
Quel che è fatto è fatto, vedrò di chiedere una volta arrivata in Madagascar.
Ora bisogna solo preparare le valige: si parte!

 

#7 2012-07-24 21:22:21

Ancien joueur
Invité

Re: GDR: Le Regine Del Cielo

Ma scusate...le altre quando postano? ouf

 

#8 2012-07-24 21:36:45

Ancien joueur
Invité

Re: GDR: Le Regine Del Cielo

Meno male...perché mi sa (senza offesa è ovvio) che sono leggermente in ritardo ouf

 

#9 2012-07-25 09:45:57

Ancien joueur
Invité

Re: GDR: Le Regine Del Cielo

Ok va bene.
non vedo l'ora di leggere anche  il tuo post  fete

 

#10 2012-07-26 13:28:04

kiyoko
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Re: GDR: Le Regine Del Cielo

Il mio pezzo è pronto, devo solo parlare di una cosa a Giglionero appena si connette e poi lo posto ;)

 

#11 2012-07-26 14:23:08

kiyoko
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Re: GDR: Le Regine Del Cielo

Ecco qui, scusate per il ritardo intr

Sentii mia madre chiamarmi e preferii andare da lei immediatamente anzi che aspettare che venisse in camera mia a farmi la solita predica. La vidi seduta assieme ad una sua amica e mi pregò di sedermi con tono serio. Credevo avesse scoperto che non avevo dormito in casa e devo dire che ciò mi impauriva. Invece, un sorriso spuntò sulla sua faccia e mi porse un foglietto rettangolare ma, non capivo bene di cosa si trattasse perciò glielo chiesi. La risposta alla mia domanda fu un banale "Un biglietto..." ma ancora non capivo. Un biglietto per cosa? Per dove? Per quando? Poi un pensiero mi passò per la testa 'e se fosse un biglietto per il concerto del mio gruppo preferito?' Poi mia madre continuò "...per la lotteria", la mia faccia fu delusa, quasi annoiata dalle solite stupidaggini di mia madre e decisi di ritornare in camera mia ma fu lei stessa a fermarmi e farmi risedere accanto a lei. "So che può sembrarti una cosa noiosa ma la mia amica Cloe vorrebbe regalarti un biglietto della lotteria. Dice si potrebbe vincere un viaggio in Madagascar. Credo ti farebbe davvero bene allontanarti un po' dalla solita vita triste e solitaria, potresti conoscere qualcuno e magari fare amicizia -cosa che vedo non sei molto brava a fare-. Che ne pensi? Sia chiaro che voglio risposte positive u.u" mi disse, ma la mia espressione rimase la stessa di prima; delusa e annoiata. Le risposi che non mi interessava fare conoscenza con altre persone e nemmeno allontanarmi dalla solita vita. Lo diceva solo perchè sapeva che non aveva ancora molto tempo... che sarebbe morta e non voleva che io fossi lì in quel momento. Dopo la morte di mio padre credeva non riuscissi a sopportare anche la sua. Sapendo che la fortuna che mi perseguitava era davvero poca decisi di partecipare per accontentare mia madre. Il giorno della lotteria mi presentai sotto un grande gazzebbo -come da indicazione di Cloe- in cui il clima era davvero allegro, si capiva da chilometri che non faceva per me.Vidi una ragazza abbastanza solitaria e disinteressata come me ma non ci tenevo ugualmente a fare amicizia u.u Sentii comunicare i primi numeri che ovviamente non erano i miei e continuarono ad estrarne altri la lotteria finì e i miei numeri non erano stati estratti, o almeno, io non li avevo sentiti. Stavo per andarmene quando il "direttore" comunicò che mancava un posto e raccomandò a tutti di stare attenti ai numeri che avrebbe ripetuto. Erano i miei ma non capivo perchè prima non li avevo sentiti ed imbarazzata dissi "Io...io, sono i miei numeri!" andai a dare il biglietto al signore e mi disse davanti a tutti "sei molto attenta eh durante le estrazioni?" e tutti cominciarono a ridere... ero imbarazzatissima .-. Era la prima volta che il mio volto da bianco si "colorò" di rosso-rosa. Solo dopo che l'imbarazzo passò realizzai che avevo vinto un viaggio in Madagascar ed inoltre scoprii che non ero l'unica a partire per quella destinazione perchè i posti era ben sette ed io ero solo uno di quelli. Odiavo e avevo sempre odiato i viaggi di gruppo... stavo per rifiutare di "utlizzare" il premio ma prima di farlo pensai che poi mi sarei imbattuta in un altro momento di imbarazzo perciò preferii evitarlo. Mi dissero che avrei ricevuto i biglietti in giornata e che dovevo preparare le valigie perchè la sera stessa saremo partiti. Non ero molto eccitata anche perchè non avevo granchè da infilare in una valigia. Quel giorno oltre che la sfortuna mi perseguitava anche l'imbarazzo infatti non avevo il coraggio di ritornare a casa e dire a mia madre della vincita anche perchè poi mi avrebbe fatto la ramanzina tipo 'vedi che avevo ragione! Pensa se non avresti partecipato, il premio sarebbe andato a qualcun'altro!' e così fu -.- mi subii il copione di mia madre per una mezz'oretta dopodichè mi abbracciò e mi disse "Io ti vorrò sempre bene piccolina mia". Avevo paura che il brutto momento della morte di mia madre stesse arrivando anche perchè quella frase l'avevo sentita anche nei film. Cominciò ad uscirmi qualche lascrima dagli occhi ma non volevo farmi vedere sensibile quindi mi asciugai le lacrime e con voce bassa risposi a mia madre "Anch'io mamma". Avevo paura di lasciare mia madre dasola e non volevo partire ma mi incoraggiò dicendomi che mi avrebbe aspettata. Non fu una grande cosa ma ero più traquilla. Infilai alcuni vestiti nella valigia e in mezzo misi anche una vecchia foto in cui c'eravamo io, mia madre e mio padre; una piccola ma significante famiglia. Strinsi in un forte abraccio mia madre quando mi scendeva ancora qualche lascrima e uscii di casa. Nella cassetta delle lettere trovai una busta con i biglietti aerei che mi ero dimenticata di aprire perciò lo feci in quel momento e misi i due pezzi di carta (i biglietti) in tasca e mi avviai verso la stazione.

Ultima modifica di kiyoko (2012-07-26 14:42:05)

 

#12 2012-07-26 14:36:27

kiyoko
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Re: GDR: Le Regine Del Cielo

charlotte-c ha scritto:

ok... solo una domanda... viviamo da una parte all'altra del mondo... come facciamo a riunirci??

Ah giusto... intr
Devo modificare il pezzo?

 

#13 2012-07-26 14:40:05

kiyoko
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Re: GDR: Le Regine Del Cielo

Ok ... ora però non riesco a modificarlo. Lo farò entro sta sera :)

 

#14 2012-07-26 20:44:24

Ancien joueur haru-chan
Invité

Re: GDR: Le Regine Del Cielo

Posto...
Ho scritto tutto (viaggio e arrivo) insieme, così non devo scriverlo dopo =u= *pigra* 

Il familiare ronzio della tv accesa a basso volume arrivava ovattato alle orecchie di Amelie.
La ragazza strofinò il panno blu e bianco contro il piatto gocciolante, prima di appoggiarlo ordinatamente vicino gli altri. E anche quella era fatta.
Lanciò un veloce sguardo sulla cucina: tutto era in ordine.
Non che Amelie fosse quel tipo di ragazza esperta nei lavori manuali: anzi, era piuttosto imbranata, e le era capitato spesso di rompere qualche piatto. Ma in qualche modo si sentiva in dovere di aiutare il fratello per tutto quello che aveva fatto per lei.
Con un lieve sospiro Moony uscì dalla cucina. Il fatto che si sentisse in dovere di stirare, cucinare e lavare i piatti non determinava che si divertisse a fare ciò.
Forse Benjamin lo aveva capito; anzi, Amelie sospettava che il fratello lo sapesse per certo.
Spesso cercava di dissuaderla e di convincerla a fare cambio...anche se, forse, era semplicemente stufo della cucina orrenda di Amelie. Sì, forse quella era un idea più sensata.
La ragazza si lasciò cadere accanto al fratello, sul morbido -anche se un po' rotto- divano rosso scuro, mentre incrociava le gambe.
Era raro che Benjamin guardasse la tv: a sua detta, quel "infernale" aggeggio uccideva la mente e l'intelletto di chi la guardava. Era perciò strano vederlo fissare lo schermo colorato e coperto di numeri.
Tuttavia, prima che potesse aprire bocca per parlare, Benjamin la anticipò, con un tono insolitamente allegro...senza contare anche il sorrisetto mal celato.
«Il tuo biglietto, Moony!» agitò un biglietto bianco «Il biglietto!».
«Oh...io ho...? » il fratello annuì, sorridente, e Amelie strabuzzò gli occhi chiari. Già, la lotteria...non sapeva bene neanche lei perché vi si era iscritta...
Era partito tutto come un gioco, in realtà, ma ora la prospettiva di aver vinto era non poco strana;soprattutto per lei, che addirittura si era dimenticata della lotteria e del biglietto.
Per un attimo fissò i propri jeans blu scuro, in contrasto con la maglia a righe, di un bianco panna striato di grigio chiaro.
Diede poi una occhiata veloce al fratello, e lasciò trasparire la propria euforia: si lanciò adosso a Benjamin, stringendo convulsamente le braccia attorno al suo petto.
Sapeva bene che a Ben il contatto fisico non piaceva neanche tanto, ma in quel momento le importava ben poco.
Da quanto tempo era che non andavano in vacanza? Praticamente da quando avevano varcato l'entrata del collegio.
Certo il tempo passato in quella scuola aveva cambiato entrambi, e la vita che svolgevano ora era più difficile di quando abitavano ancora con i genitori- Benjamin aveva un lavoretto part time in un bar, che a suo parere era tremendamente noioso e privo di spunti interessanti per il suo libro- perché sì, Ben stava cercando di scrivere qualcosa già da un bel po' di tempo.
Un po' di soldi avrebbero fatto bene ad entrambi, visto che il fratello rifiutava categoricamente di chiedere aiuto ai genitori...che però mandavano sempre un po'  di soldi ad Amelie, che grazie a ciò riusciva in qualche modo a colmare buona parte delle spese extra. Sapeva bene che doveva cercarsi un lavoro...
Ma neanche quel pensiero riuscì a sfiorarla, in quel momento.
Amelie era, di suo, una persona che si esaltava davvero per poco; ovviamente quel viaggio non era affatto poco. Era una occasione perfetta per uscire dalla monotonia quotidiana.
E poi, il Madagascar! Non ci era mai stata.
Saltò sul divano come una molla, sotto lo sguardo divertito e al tempo rassegnato del fratello.
«Ah, Moony...penso proprio che dovresti fare le valige prima possibile...»
La ragazza si fermò, rivolgendo uno sguardo stralunato al fratello.
«Perché? »
Benjamin sventolò di nuovo il biglietto «Il viaggio, Moony. Parti tra qualche giorno.» disse, con fare saccente.
«Come fra qualche giorno?» strappò il biglietto dalle mani del fratello e lo lesse, scoprendo parecchie cose.
Inanzitutto c'erano altri 6 vincitori. E il viaggio era in un bel campeggio molto lussuoso...in realtà la raagaza preferiva le cose più semplici, ma di certo nessuno le avrebbe impedito di farsi qualche giretto sulle spiagge di quel paradisiaco posto, no?
«Oh...hai detto che parto io? » chiese all'improvviso, rendendosi pienamente conto delle parole dell'altro.
Effettivamente, la non si accennava affatto alla possibilità di portare una persona con se,  anzi...
«Benjamin!» strillò allora Amelie, fissando il fratello che sorrideva.
«Oh, Moony,  su. Ti farà bene» mormorò l'altro, alzando pacatamente le mani in aria.
Amelie lo guardo supplicante...«Ben...come faccio? » piagnucolò, stringendo convulsamente. «Vacci tu! » disse improvvisamente, fissando il ragazzo dai capelli turchesi.
«Oh, sì, e quando torno ti trovo per strada a chiedere l'elemosina. Oh, Moony, andiamo» Amelie aveva gonfiato le guance, offesa «Lo sappiamo tutti e due che neanche il mio stipendio non basta per mantenere entrambi. Ergo, parti e divertiti
La sorella lo fissò, in silenzio, rimuginando sulle sue parole. Si alzò poi di scatto, e, senza dire una parola, si avviò per le scale, verso la propria stanza.
«Dove vai? » la punzecchiò Benjamin, con un leggero ghigno sul viso.
«A fare le valige!» gridò quella, ancora arrabbiata, più con se stessa che con il fratello.

Amelie odiava il fatto di dover partire alle 5 solo per riuscire ad arrivare in Madagascar.
Con una mano si strofinò il viso -urgh, nemmeno il trucco era riuscito a coprire completamente quelle orride occhiaie- mentre con l'altra si lisciava la gonna del vestito
Benjamin, sveglio, pimpante e stretto nella giacca di pelle consunta sedeva accanto a lei, su quelle scomode sedie, mentre entrambi attendevano che una fredda voce metallica li informasse che l'aereo sarebbe presto partito.
Era ancora restia a partire, in realtà: era e sapeva di essere solo una ragazzina...certo, maggiorenne, ma ancora un'infantile ragazzina che sapeva solo contare sul fratello.
Quel viaggio l'avrebbe veramente aiutata a diventare più indipendente?
Si alzò meccanicamente quando la voce annunciò l'imminente partenza, e lanciò un'ultima, terrorizzata occhiata a Benjamin. 
Quest'ultimo si limitò a cingerle le spalle gracili, mentre entrambi si avviavano, in silenzio.
Amelie si aggrappò con forza al braccio del fratello, fissandolo, quando arrivarono al punto dove la ragazza doveva proseguire da sola.
«Su, Moony.» Ben le diede una leggera spinta sulla schiena.
«Va bene...non spingere, però...»
Lui, dal canto suo, si limitò a scompigliarle i capelli, sorridendo sornione.

Il viaggio fu lungo.
Il tempo Moony lo passò a dormire, e a leggere alcuni libri che il fratello le aveva infilato a tradimento nella borsa -e sì, si poteva scordare che Amelie leggesse quel coso di millemila pagine chiamato "It"*-.
Vicino a lei c'era solo un'anziana signora che, a quanto pareva, aveva preferito dormire per gran parte del viaggio.
Così ad Amelie restava solo l'opzione di fissarsi le scarpe , riflettendo su quanto fossero comode nonostante il considerevole tacco.
Era già pomeriggio quando l'aereo atterrò nel aereoporto, e Amelie ringraziò la sua buona stella** per esserci arrivata senza una crisi di nervi.



E poi bho, la piccina si unisce al gruppo fuori dall'aereo, quindi scrivete pure che è già lì, se volete °u°
*It di Stephen King, yup.
**...........Le mie battute squallide.

Ultima modifica di haru-chan (2012-07-26 20:46:37)

 

#15 2012-07-27 20:54:26

giglionero
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Re: GDR: Le Regine Del Cielo

Et voilà *^* Scusate se in questo pezzo ho usato il presente narrativo, ma mi sembrava il più appropriato.

---------------------------

« Tanto è una perdita di tempo »
« Zitta e muoviti »
« Non ci riuscirei nemmeno se volessi!! »
« Serve che te lo ripeta? »
« Ma è totalmente inutile... come posso spiegartelo? » 
« Non devi spiegarmi nulla. Saprai fare certe cose per un motivo » 
« Ma è cocciuto quanto te! Sarà impossibile! E poi non puoi sfruttare la mia passione in questo modo! E' ignobile » 
« O lo fai scendere tu, o dovrò arrivare io » 
« ... » 

Nonna May smetterà di scrutarmi solo quando tutte e quattro le zampe di Gorgonzola toccheranno il letto di foglie ai piedi del cedro su cui le mie, di "zampe", fanno et-vient da almeno un paio d'ore. Se solo Kai fosse stata di buon umore quel pomeriggio avrei potuto finire il ritratto della nonna, invece di ricorrere quelle due pesti per tutta la riserva.
A volte mi chiedo se ci completiamo davvero, io e quel rapace, come diceva May.
Beh, non che ci sia molta differenza nei nostri caratteri, ma... ma non siamo nemmeno tanto simili... cioè: cosa possonoo avere in comune una First Nations che non sembra esserlo e un'aquila trovata tra le macerie di un'esplosione? Oh, l'esplosione... quel giorno mi ha cambiato la vita.
Ricordo tutto benissimo, nonna May aveva preso due piccioni con una, alquanto sfortunata, fava. Il suono dell'esplosione aveva raggiunto persino la riserva, che era a chilometri di distanza dalla miniera. May si voleva recare lì perchè una sua cara amica aveva partorito, e suo marito, che ci lavorava in quel posto infernale, doveva saperlo, a detta sua. Qualche cosa l'aveva fermata per pochi e fortunatissimi minuti... lei era ancora con me. Tutto era avvenuto il tempo di un battito d'ali, un tubo rotto e una fiamma. Il BOOM veniva da sé. Lo spavento fu tale che sentì il mio cuore fermarsi, per una sola frazione di secondo e riprendere a battere alla velocità con cui corre un ghepardo. Ero uscita scalza dalla "casa", e con far fulmineo mi ero precipitata sul ramo più alto del cedro che fronteggiava il capanno. Non feci in tempo a scrutare orizzonte che la vista mi si annebbiò e rischiai di cadere...
Quando finalmente riuscii ad osservare lo spettacolo che mi si parava davanti, le lacrime scesero amare sulle mie guance, lacrime salate, quasi ustionanti, che mai avevano attraversato il mio viso. Fumo, solo fumo, nero come il pelo di un baribal... e là c'era nonna May. Avevo pensato al peggio, e mi ero chiusa in casa, gambe al petto, sguardo fisso sulla parete, singhiozzi soffocati e lacrime calde.
Per qualche strano motivo mi ero ritrovata distesa sul mio letto, con gli occhi gonfi socchiusi... la sagoma di May china sul qualche strana cosa mi riempì il cuore di gioia. Saltai in piedi e corsi ad abbracciarle la schiena. Lei faceva finta di nulla. Delusa guardai oltre le sue spalle, e il rapace più bello del mondo mi riempì il campo visivo. Accanto sostava un gatto, che con fare sospettoso scrutava il mio viso. Da quel giorno la mia vita si era colmata di gioia. Era passati già due anni....
Quando torno alla realtà mi accorgo che sono riuscita ad arrivare sullo stesso ramo in cui Gorgonzola è seduto. Ci fissiamo per un po' e poi mi fiondo addosso a lui. Riesco a prenderlo, ma mi sbilancio e cado... è strano. Tutti dicono che quando si sta per passare a miglior vita tutta la tua ti passa davanti, ma non è così per me. Io riesco a vedere solo il mio cenereo felino e imprecare ad alta voce. Quando il mucchio di foglie mi attutisce la caduta gli do però un buffetto sul muso e mi rialzo.
Nonna May mi osserva. Ci squadriamo e poi, dal nulla, scoppia una risata fragorosa che echeggia nella solitudine del bosco. Gorgonzola se l'è svignata e ci stiamo incamminando verso casa, quando vedo un luccichio sul terreno. Mi chino e cosa trovo? Una manciata di toonie. Penso subito a quella lotteria di cui parlavano le amiche di nonna. Un viaggio in Madagascar mi aiuterebbe a non pensare più a nulla.
Un'idea lampo mi attraversa la mente. Do un'occhiata all'orologio da taschino di mio padre. Le sei. Ho ancora tempo.
Do un bacino a nonna May e mi metto a correre, con non so quali speranze assurde. Dopo una ventina di buoni minuti sono davanti ad un bar. Mi ci fiondo dentro. Odio l'atmosfera dei bar, sono luoghi chiusi che odorano di tabacco e alcool... un tipo mezzo ubriaco mi sfiora il braccio e per poco non gli faccio saltare tutti i denti fuori da quella bocca puzzolente. Devo controllare la mia forza in pubblico.

Sono a casa della tipa che due anni fa rischiò di perdere il marito in quell'esplosione... ora sua figlia è un'allegra bambina piena di energia, con una passione innata per il nuoto. Visto e considerando che non ho mai avuto un televisore in vita mia, anche quando i miei genitori erano vivi... sono dovuta andare da questa adorabile donna che mi ha permesso di guardare il signore che detterà i numeri. Al bar hanno riso tutti di me quando ho chiesto uno di quei biglietti... e ancora di più quando ho fissato il mio senza saper cosa fare. Lì ho segnato solo numeri con sei e nove, considerando che mi ricordano Kai e Gorgonzola. Il 9 fa pensare al mio micio che si appollaia sulla scala con la coda penzolante, mentre il 6 messo orizzontalmente ricorda l'occhio e il becco della mia inseparabile amica.
Un signore paecchio sovrappeso appare nel televisore. I suoi baffi fanno prurito alla sola vista. Inizia a dettare i numeri che "pesca" da una palla trasparente. 6...9...16...19...26...29
Spalanco la bocca, ma non esce nulla. Il foglietto mi cade e rimango paralizzata dalla notizia.
« Ho... ho vinto»

----------------------------------------

Il viaggio e il seguito in un'altro post ^^

Ultima modifica di giglionero (2012-07-27 20:55:38)


"Where there is desire there is gonna be a flame
Where there is a flame someone’s bound to get burned
But just because it burns doesn’t mean you’re gonna die
You’ve gotta get up and try try try"
- Try, P!nk
 

#16 2012-07-30 20:21:53

Ancien joueur haras4
Invité

Re: GDR: Le Regine Del Cielo

Ok io continuo:
Il volo non fu troppo lungo, per i miei gusti.
Durante il viaggio mi è bastato leggere un libro, per far passare il tempo.
Piccole donne è il mio libro preferito.
L'ho letto un sacco di volte e non me ne sono mai stancata.
e poi guardare le nuvole...mi fa sentire a casa.
Io adoro le nuvole... mi fanno sentire protetta, dovrei averlo già detto però.
Anche dall'alto, cerco di indovinarne la forma: un libro, la testa di un neonato, una paperella...e ancora una, la più strana di tutte forse: sette fate che si raggiungono correndo...che strana nuvola....sembra quasi...magica, innaturale.
Mi soffermo a ragionare su quella nuvola, ma dopo poco, l'aereo la supera. Peccato!
Qualche ora dopo, l'annuncio: "I passeggeri sono pregati di allacciare le cinture di sicurezza prima dell'atterraggio, grazie"...ci siamo!
Alla svelta mi allaccio la cintura...l'aereo si inclina, inizio ad emozionarmi...CI SIAMO! CI SIAMO! questi gridolini di gioia invadono la mia testa...Non posso non sorridere al pensiero.
Eccoci...in aeroporto...ci siamo...che EMOZIONE!
Inizio subito a guardarmi intorno, poi..."VINCITRICI LOTTERIA" penso che si riferiscano anche a me, a chi altro sennò?
Guardo le altre ragazze: Una ragazza minuta, ma molto carina...avrà circa sui 16 anni.
Ha dei bellissimi capelli neri.
Un altra ragazza sui 16 anni, questa però ha i capelli biondi, molto chiari e gli occhi azzurri.
Eccone un altra, ha i capelli arancioni, quasi rosa.  Un altra con i capelli lilla (tinti forse?)
Una ragazzina, poco più piccola di me probabilmente. Ha i capelli bianchi...così come gli occhi...ma com'è possibile? Certo capisco i capelli, può anche averli tinti, ma gli occhi?
Sono bianchi. NON azzurro chiaro, BIANCHI, non ho mai visto degli occhi così.
Un altra ancora, questa volta con i capelli azzurri, molto chiari e gli occhi uguali, come fossero di ghiaccio.
Sono sicuramente dei soggetti interessanti, chissà se loro sono gentili...magari si, visto che non mi conoscono, o magari no.
Quasi con indecisione mi dirigo verso il gruppetto.

Ultima modifica di haras4 (2012-07-31 20:35:15)

 

#17 2012-07-30 20:56:09

Ancien joueur haru-chan
Invité

Re: GDR: Le Regine Del Cielo

Ehm...ma non avevamo scritto che fuori dall'aereo tutte le ragazze venivano radunate in un gruppo? ^^"

 

#18 2012-07-30 21:06:42

Ancien joueur haru-chan
Invité

Re: GDR: Le Regine Del Cielo

charlotte-c ha scritto:

ehm hypn intr che al campeggio ci riunivamo?? come preferite voi... nel senso che questa non era una scelta mia. se sono più quelle che preferiscono che si uniscono all'aeroporto allora haras deve cambiare il pezzo.
Se sono si più quelle che preferiscono che si uniscano al campeggio non lo deve modificare.
io preferisco aeroporto

Forse è meglio all'aereoporto...o almeno io lo trovo più sensato...

 

#19 2012-07-31 12:33:28

kiyoko
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da: Italy
Registrato: 2011-11-02
Messaggi: 1782

Re: GDR: Le Regine Del Cielo

Concordo con Haru, io preferisco l'aeroporto u.u

 

#20 2012-07-31 20:35:27

Ancien joueur haras4
Invité

Re: GDR: Le Regine Del Cielo

Modificato ;)
spero vada bene ora

 

#21 2012-07-31 21:56:46

Ancien joueur haras4
Invité

Re: GDR: Le Regine Del Cielo

Ok  ;)

 

#22 2012-07-31 23:14:05

eynis
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da: Brescia
Registrato: 2010-05-04
Messaggi: 1496
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Re: GDR: Le Regine Del Cielo

-Siamo arrivate!- esclamano all'unisono le mie adorate sorelline. -Elau! Dove sei? scommetto che sei in camera!- esclama una voce e' impossibile capire quale delle due sia. Hanno la voce identica, come tutto il resto.
Ed eccole, spuntano due teste bionde dalla mia porta, sono Antonitta e Olga. Si sono offerte loro per badare a Maria e Adrian mentre io saro' in Madagascar. Non ci posso ancora credere!
Ho gia' riempito due grandi valige celesti, e ne ho altrettanti da riempire! Uff... quanto lavoro! Chissa' poi se mi serviranno tutti questi vestiti! Va be', meglio eccedere. Al massimo li riporto indietro! Male non fanno. Mi siedo sul letto e indico alle mie sorelline delle sedie.
-Allora, come va il lavoro? Come avete convinto il manager a farvi saltare cosi' tante sedute fotografiche per star diero ai vostri genitori?- chiedo piegando una maglia e mettendola in valigia.
Antonietta e Olga mi guardano stupite. -Guarda che noi non abbiao rinunciato al lavoro, Elau.- mi dice una. -Verranno qui a farci le foto- dice l'altra. Quanto non le sopporto quando parlano a meta'!
-Gia'. Faremo la figura delle brave figlie...-
-Che accudiscono i genitori malati.-
-Sai che figurone...-
-Con i paparazzi!-
Gia'. Non lo sopporto. Gli occhi stanno diventando rossi, lo sento. Istintivamente li chiudo. Non voglio che vedendoli pensino che sia un'ingrata e che decidano di andarsene, lasciandomi con un altro grattacapo per la testa. Non pensavo proprio che fosse cosi' complicato stare dietro a tutto. Probabilmente per una sedicenne qualsiasi non sarebbe cosi' complicato, ma per me lo e'. Ho cucinato per tutto il tempo che non ci saro', congelando i piatti per quattro persone e piu'. Ho tirato a lucido casa, lavato tutto quello che c'era da lavare, anticipato la corrente , l'acqua e le tasse, cosi' che le mie adorate, immature, scansafatiche, di due sorelle non debbano fare altro se non guardare i loro genitori. Ho fatto una lista di tutte le medicine che devono prendere e di tutte le cose da dare ai bambini poveri di Mosca e del villaggio dove abitavamo prima. Non so come aiutarle, piu' di cosi'!
E dopo mi sono messa a fare tutte le mie valige, anche quello molto stressante. All'inizio ho cercato di mettere dentro solo lo stretto necessario, ma poi ci ho rinunciato. Per me tutto e' importante, niente escluso.
-Allora, cosa c'e'? In cucina ho fatto la lista di tutto quello che dovete fare. Ho pagato in anticipo quello che potevo e congelato il cibo che vi ho preparato. Se non vi va bene ordinate qualcosa, scommetto che anche questo vi farebbe guadagnare punti extra sui paparazzi, comunque, io prendo l'aereo alle due. Se avete voglia di accompagnarmi, se no vado in taxi, ne ho gia' parlato con mamma e papa', e anche se non sono molto d'accordo sono riuscita a convincerli. Bene ho detto tutto, avete domande?- chiedo guardando le mie sorelle. -No? E allora cosa ci fate ancora in camera mia? Devo finire di prepararmi!- 
-Bè, ecco…-
-Noi abbiamo preparato un piccolo regalino per te!- sorride Olga porgendomi una piccola scatolina quadrata.
Rimango senza parole. Forse non dovrei trattarle così. Mi hanno preparato anche un regalo. Apro la piccola confezione dorata. Dentro c’è un bellissimo anello a forma di chiave. -È…  bellissimo! Grazie!- dico abbracciando le mie adorate sorelline top-model. –Grazie, davvero, non dovevate.-
-Oh… i tuoi occhi sono diventati dorati!- esclama Olga. Non si è ancora abituata ai miei occhi. Si stupisce ancora come una bambina davanti a una ciotola di caramelle. Non posso fare altro se non sorridere a quell’affermazione.
-Ti accompagniamo noi all’aeroporto Elau, non preoccuparti! Abbiamo chiamato Luigi, viene lui un po’ con la mamma e il papà. Viene anche Alena. Tommaso… bè, sai Tommaso… non verrà, lui è…- balbetta Antonietta.
-Lo so. Tommaso non verrà. Ci sono abituata.- sospiro drammatico. –Ma non roviniamo questo momento! Dai! Uscite! Così mi cambio! Sciò, sciò!- dico spingendole fuori dalla mia camera.
Vado verso la sedia, l’unico oggetto della camera con su ancora qualche vestito. Prendo il vestito blu di jeans e lo indosso. Poi vado verso la scarpiera della cabina armadio e prendo le scarpe che gli ho abbinato. Decido che i capelli li lascio sciolti. Non mi piace chiuderli con un laccio, preferisco lasciarli al vento, liberi da tutto.
Esco dalla mia camera e ritrovo tutta la mia famiglia in salotto. È così… strano! È bellissimo! C’è Luigi, con la sua fidanzata, Willow, poi ci sono Olga e Antonietta, c’è Alena e… come al solito manca Tommaso. Dopo ci sono mamma e papà. Anziani e adorabili, i miei magnifici genitori! Mi fanno tribulare, ma… gli voglio troppo bene! Mi scendono delle lacrime involontarie, mancherebbe così poco perché tutto fosse perfetto…
Mi sebra di essere in una bolla di sapone, tutto così perfetto e immobile, basterebbe poco perché tutto si distruggesse. E infatti… suonano il campanello.
-Vado io.- dico infrangendo la bolla di perfezione. –Chi è?- chiedo mentre apro la porta.
-Come? Non riconosci il tuo adorato fratellino?- chiede una voce profonda.
-Tommaso!- urlo saltandogli al collo. –Oh! È così bello che ci sia anche tu! Sai, mi mancavi tantissimo! Non so come ho fatto a resistere senza di te!-
-Ehi! Come facevo a non salutare nemmeno la mia sorellina preferita, visto che parte per il Madagascar!- dice ricambiando il mio abbraccio.
-Dai! Entra, ci sono tutti!- l’espressione felice di Tommaso scompare subito.
-Veramente io… dovrei andare Elau…- mormora triste.
-No! Ti prego! Tommaso, non andare, sei appena arrivato! Accompagnami all’aeroporto! Ci saranno solo Antonietta e Olga! Anzi, se non vuoi neanche loro gli dirò che mi accompagni tu. Prendiamo un taxi e andiamo assieme! Ti prego Tommaso, non andartene, sei appena arrivato!- gli dico in un’improvvisa crisi di pianto isterico.
-Ok, ok, però calmati Elau! Resto, va bene? Ti accompagnerò fino in aeroporto, con Antonietta e Olga. Adesso mi fai entrare?- mi chiede con un nuovo sorriso sghembo sulle labbra.
-Certo!- esclamo asciugandomi le lacrime con il dorso della mano. –Ehi! Guardate chi c’è! Adesso siamo proprio al completo!- esclamo quando entro in soggiorno.
Un sonoro “Oh” si alza da tutti. Compresi mamma e papà.
Papà si alza un po’ traballando dalla poltrona davanti alla televisione e si dirige verso Tommaso.
Per me è quasi commovente vedere papà che abbraccia Tommaso così stretto, e lo è ancora di più quando vedo che si avvicina anche la mamma. E uno dopo l’altro si aggiungono tutti i miei fratelli e sorelle. Io in questo bel quadretto mi sento quasi un’estranea. Poi si apre un piccolo varco e Tommaso mi fa segno di avvicinarsi.
Finalmente siamo una bella famiglia unita.
Olga e Antonietta dovrebbero portare questo ai paparazzi, non quelle stupide foto da “brave figlie”. Questo è vero amore. Questa è una vera famiglia. E io la amo.
Quando tutti si allontanano io mi avvicino a Tommaso e gli sussurro: -Ti hanno già perdonato. Resta, ti prego. Hai visto come erano felici mamma e papà?-
Lui mi guarda e sorride. È un sorriso autentico, ma so che dietro si nascondono tanti segreti, tanto rancore e tanta tristezza. Non mi risponde, ma so che non resterà.
-Avanti, Elau, è ora di andare!- dice Olga tutta felice. Saluto tutti e poi scendo verso la macchina nera che ci aspetta in strada. Tommaso si siede davanti, anche se io lo avrei voluto accanto a me. Antonietta e Olga invece si siedono una alla mia destra e una alla mia sinistra. Sono circondata, in poche parole.
-Avanti! Adesso ti trucchiamo!- esclama felice una delle due. Non ci faccio neanche caso a chi, tanto è indifferente. Tommaso si gira e mi lancia un’occhiata eloquente, come a augurarmi buona fortuna.
Quella alla mia destra, probabilmente Olga, prende una gigantesca trousse dalla borsetta.
Intanto dietro, dei ragazzi molto muscolosi e abbronzati, stanno caricando le mie cinque valige e altrettante borse, senza contare le trousse. In questo posso benissimo competere con le mie sorelle top-model. Antonietta prende un ombretto celeste, anzi, color jeans, mai visto, pieno di brillantini e me lo mette sulle palpebre. Olga fa lo stesso con la matita blu, sia sopra l’occhio che sotto. Poi prendono un mascara, fatto su misura per loro, per le loro ciglie chiare, e lo mettono sulle mie, già lunghe, ciglia. Il fondotinta  e il correttore me l’ero già messo, non amo truccarmi, ma almeno qual cosina per rendermi meno pallida e nascondere i brufolini me lo metto.
Poi mi mettono un lucidalabbra rosso ciliegia, che a confronto con la mia pelle chiara è quasi un pugno nell’occhio. Ma da chi hanno imparato a truccarsi?! Loro di sicuro non devono preoccuparsi! Hanno parrucchieri e truccatrici disponibili a ogni ora del giorno, sono io, la loro piccola e adorabile sorellina, che deve fare da cavia per i loro trucchi malefici.
In meno di un quarto d’ora siamo arrivati all’aeroporto. È durato così poco! Non ho neanche potuto parlare con Tommaso, e adesso non lo rivedrò per moltissimo tempo! Già, chissà quando ritornerà a casa.
Appena scendo mi butto tra le sue braccia. –Mi mancherai! Mi raccomando, abbi cura di te! E stai attento in miniera.-
-Grazie Elau, starò attento solo per te!- dici dandomi un bacio sui capelli.
Non ho mai capito perché è così dolce e comprensivo con me. Ci sediamo sulle vecchie sedie dell’aeroporto mentre aspetto che venga annunciato il mio volo.
Non devo aspettare molto, viene annunciato quasi subito.
Saluto un’ultima volta i miei fratelli e mi avvio vero l’aereo.
Quando ormai non posso più girarmi e tornare indietro, mi giro e vedo Olga e Antonietta schierate da una parte e Tommaso dall’altra. Si stanno urlando addosso come due matti, davanti a tutti.
È così strano! L’unica cosa che mi viene da pensare è che Olga e Antonietta non ne ritroveranno molta pubblicità, anzi, i paparazzi si scanneranno per vendere la notizia ai migliori giornali. Tutto per una piccola dispute famigliare e… per me.
La signorina, forse un’hostess, mi dice che mi devo sbrigare. Così prendo in mano la mia borsa di jeans e mi dirigo verso l’aereo.
Olga e Antonietta hanno insistito perché prendessi un posto in prima classe. A me non interessa tutto questo. Un volo è un volo. Arrivare ci arrivo in prima o seconda classe, non cambia niente. Se l’aereo deve cadere, cade, che io abbia speso di più per il biglietto o meno. Della vita non si può prevedere niente.
Il volo è lungo e stressante. Un po’ dormo, un po’ leggo, guardo anche qualche film. Ma mi da tutto l’impressione di essere finto. Adesso non sono più così entusiasta di aver vinto. Mi chiedo se ho sbagliato a lasciare mamma e papà a Mosca, con Olga e Antonietta.
Quando la voce del comandante avvisa che stiamo per atterrare mi allaccio la cintura e guardo fuori dal finestrino rotondo. Che belle che sono le nuvole! E tutti quegli alberi sottodi me, che paesaggio mozzafiato! Ma la cosa che mi piace ancora di più è il sole. Mi sembra di essergli ancora più vicina, e sembra ancora più luminoso che a Mosca.
Quando atterro trovo una piccola compagnia di ragazza fuori dall’aeroporto,  nel parcheggio. Trovo del personale che mi aiuta a prendere tutte le mie valigie e a portarle vicino alle ragazze riunite.
Non ce ne sono molte, due o tre. Quella che attira subito la mia attenzione è una ragazza dai capelli dai capelli lunghi, neri e mossi. Quando si gira le vedo dei grandi occhi che mi ricordano il mare. È minuta ma molto dolce.
Subito accanto a lei c’è una ragazza che è tutto l’opposto di lei. Ha i capelli… bianchi? Ma è possibile? Elettra, insomma, certo che è possibile! Basta guardare i tuoi! Non sono tanto diversi, giusto qualche sfumatura. Deve essere albina. E gli occhi sono quasi come i capelli. Straordinario.
Mi avvicino a loro.
-Ciao…- sussurro imbarazzata. Da quando in qua tu sei imbarazzata! –Ciao! Io sono Elettra Aurora Smirnonv, ma potete chiamarmi Elau. Anche voi siete le ragazze che hanno vinto alla lotteria, vero?- chiedo esausta dopo il lungo viaggio.
Spero di trovare nuove amiche, amiche vere. Quelle che avevo a Mosca non mi hanno neanche salutata prima di partire. Ma è colpa mia, dovevo scegliermi meglio le amicizie. Faccio un sospiro di rassegnazione  e mi siedo sulla valigia più grande.


Sono una creatura fatta di lettere, un personaggio disegnato da frasi, il prodotto di una fantasia scaturita dalla narrativa.
 

#23 2012-08-01 10:48:38

Ancien joueur
Invité

Re: GDR: Le Regine Del Cielo

Il viaggio sarà piuttosto lungo.
Vivo in Siberia dopotutto, il Madagascar sarà un altro mondo per me.
Mi sono anche dovuta comprare degli abiti nuovi via internet, perché qua da me figurati se vendono degli abiti adatti! Noi che siamo abituati a temperature sempre sotto lo zero.
Non è questo il punto però, dovrò stare in un minuscolo aereo, in mezzo ad un sacco di sconosciuti per un sacco di tempo.
Ma almeno ne sarà valsa la pena? Sopportare tutto questo per una vacanza? Forse...
Mia "madre"mi ha accompagnato all'aeroporto, ormai non posso più nasconderlo, lei è sempre gentilissima con me...Solo che ha un carattere così esuberante, non sembra neanche una madre, più...una sorella maggiore.
:"E mi raccomando, cerca di farti qualche nuova amica!" mi dice facendomi l'occhiolino. Annuisco e inizio ad avviarmi verso l'imponente aereo. Non è così piccolo alla fine, ci si può stare, basta che vicino a  me non ci si metta nessuno.
La prima cosa che faccio è provare a leggere l'ennesimo libro: La solitudine dei numeri primi.
Ma dopo poco tempo, che a me è sembrato infinito, mi stanco di leggerlo...che strano non mi è mai successo di voler smettere di leggere. Di solito quando comincio lo finisco prima di fare qualsiasi altra cosa, come mangiare.
Oggi è diverso, sarà l'emozione suppongo.
Mi metto a riflettere sulle parole di mia madre "Cerca di farti delle nuove amiche!" sa che non ho amiche, non è difficile da capire, non parlo mai di nessuno che non sia me stessa e non porto mai nessuno a casa: MAI.
Ma forse...forse lei ha capito quanto mi sento sola...per tutta la vita non ho mai avuto amiche, in parte anche per colpa mia. Non sono mai stata brava a relazionarmi con le persone. Sono una persona fragile in realtà, ma non voglio dare al mondo la soddisfazione di vedermi soffrire, ci mancherebbe! Quindi mi nascondo dietro a una maschera di ghiaccio.
La stessa che mi tengo da quando sono all'orfanotrofio. Là nessuno
sarebbe mai diventato amico, tutti se ne stavano per conto loro.
C'erano due tipi di bambini: gli psicopatici e quelli che avevano troppa paura per parlare con qualcuno, e poi c'ero io. Non ero psicopatica, ma non parlavo con nessuno, non perché avessi paura, perché anche se si è piccoli bisogna capire in che ambiente si è costretti a vivere, e come agire di conseguenza. L'unico problema è che, una volta abituati ad una maschera, e difficile buttarla via appena il brutto momento è finito.
Quando sono stata adottata dai Foster, avrei dovuto capire che da lì in poi il mio mondo cambiava, ma io sono rimasta la stessa. Fredda e impassibile di fronte a tutto e tutti. Era il mio modo di essere, ora invece...Se ripenso a tutto l'amore che mi hanno dato... E' come se in tutti questi anni avessero creato delle crepe nella mia solida maschera. Ma tocca e me toglierla del tutto e mostrare chi sono sul serio.
La mia occasione per farlo è di fronte a delle sconosciute, mamma l'ha capito, e mi ha iscritto alla lotteria.
Va bene "mamma", cercherò di seguire il tuo consiglio, cercherò di essere me stessa.
Non sarà facile, ma vale la pena provare.
Improvvisamente inizia a nevicare. Non me ne stupisco, qui nevica spesso.
Mi diverte osservare i fiocchi di neve. Non so come, ma riesco a indovinarne le forme.
E io li vedo tutti, diversi ognuno dall'altro, ma insieme fino alla fine del loro viaggio, come  dei fratelli, che stanno insieme per tutta la vita.
Una lacrima solitaria mi scende lungo la guancia: è la prima dopo anni!
Velocemente la asciugo con la manica del cappotto e, dentro di me sento che un altro pezzo di maschera è stato vinto. La cosa mi fa quasi sorridere. Aspetta ho detto QUASI, la maschera ancora c'è, non cambio repentinamente in pochi secondi, ci vorrà un po' di tempo, ma ho solo 14 anni, di tempo ce n'è.
Il resto del viaggio passa in fretta, ovviamente, mi sono addormentata!
Mi sveglio giusto in tempo per la discesa: da quando dormo così a lungo?
Arrivata all'aeroporto vedo un enorme cartello, decisamente ben visibile a tutti con la scritta: VINCITRICI LOTTERIA.
Mi sembra ovvio che si riferiscono anche a me.
Vicino al cartello noto una splendida ragazza con dei capelli neri, lunghissimi e gli occhi color mare. E' alta circa come me, ma penso sia più grande di qualche anno.
Sono imbarazzata, non voglio parlare, ma dopotutto il silenzio mi riesce molto bene.
Forse è in imbarazzo pure lei, per un po' infatti non ci diciamo niente, poco dopo però una ragazza, con i capelli biondi e gli occhi azzurri ci raggiunge.
"Ciao..." dice in un sussurro. Sembra sorpresa di se stessa, perché dopo poco ci risaluta ma con più decisione :"Ciao! Io sono Elettra Aurora Smirnonv, ma potete chiamarmi Elau. Anche voi siete le ragazze che hanno vinto alla lotteria, vero?"
Forza Marianne, è la tua occasione!
:Piacere, Io mi chiamo Marianne Foster, sono una delle vincitrici della lotteria, pure tu lo sei, no? Da dove vieni?" Abbozzo un sorriso, che a me sembra più una smorfia.
Il mio tentativo di fare conversazione è banale, però non sono riuscita a fare di meglio. "A piccoli passi Marianne, a piccoli passi" e va bene piano piano riusciremo a far uscire la vera Marianne Foster.  Inoltre questa ragazza, Elau (Così ci ha detto di chiamarla giusto?) mi sembra la ragazza adatta per aiutarmi, è così solare lei...Standole  di fronte mi sembra di vedere il fuoco e il ghiaccio pronti a sfidarsi a duello.
Ma di certo non è un duello che voglio iniziare, ci mancherebbe!

Ultima modifica di ludovica060599 (2012-08-01 15:02:51)

 

#24 2012-08-01 11:52:59

Ancien joueur
Invité

Re: GDR: Le Regine Del Cielo

P.s. se Haras4 ha già notato TUTTE le ragazze, vuol dire che è l'ultima ad arrivare e che le altre, quando arrivano non la devono contare.
Lo dico lo stesso anche se penso di non essere l'unica ed essermene accorta ouf

 

#25 2012-08-01 13:56:30

Ancien joueur haru-chan
Invité

Re: GDR: Le Regine Del Cielo

Posticchio...pezzo un po' corto, ma non c'è molto da scrivere...

Il cemento sotto ai suoi piedi era bollente, grazie ai caldi raggi del sole.
Ma a Amelie il sole non piaceva, nonostante fosse una stella. Adorava invece quest'ultime, ed erano uno dei pochissimi argomenti in cui riusciva ad eguagliare -se non adirittura superare- il fratello.
A Parigi era raro vederne tante in cielo, ma ricordava i bei momenti passati con i genitori in campagna, a fissare il cielo stellato, che sembrava quasi imponente di fronte a loro.
Era quasi come se il buio infinito stesse per inghiottirli, ma Amelie provava una sensazione ben migliore di fronte a quello spettacolo: era come se ne facesse parte, come se fosse una comparsa in quel immenso film fatto di luci.
Il sole invece scottava sulla sua pallida pelle, e, nonostante, il gruppo non fosse del tutto sotto i raggi del sole, la francese non vedeva l'ora di andare al campeggio.
Con un rapido movimento della mano la ragazza si risitemò i capelli, che sotto il sole sembravano quasi rosati, e sorrise al gruppo formato da tre ragazze.
Sì trovò all'improvviso impaurita e insicura come un coniglio in trappola.
Erano splendide.
Non erano come Amelie, che si era spesso sentita dire solo "graziosa".
Perché Amelie era graziosa, come una fragile bambola di porcellana, con le guance rosate e il dolce sorriso. Lo era grazie ai vestiti floreali e dai colori chiari che indossava e dai nastri che le pendevano dai capelli.
Ma non era bella come la ragazza dai capelli neri, né tantomeno raggiante come la bionda del gruppo.
Si torturò le mani, stringendole contro la stoffa floreale del vestito chiaro, a disagio, nonostante sorridesse tranquilla.
Aveva imparato a mascherare i propri sentimenti anche per poter rassicurare il fratello, e se riusciva ad ingannare lui, forse poteva rendersi sicura e tranquilla anche di fronte agli occhi di quelle ragazze.
«Io sono Amelie.» mormorò con tono affabile. Nella sua voce si poteva udire un leggero accento, infondo non era abituata a parlare in un'altra lingua.

Ultima modifica di haru-chan (2012-08-01 13:57:46)

 
 

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